Stamane, i lavoratori del 'Centro Turistico del Gran Sasso' erano in Consiglio comunale per portare all'attenzione dell'assise le difficoltà già denunciate nei giorni scorsi.
Non percepiscono lo stipendio da due mesi e, soprattutto, non vedono alcuna prospettiva sul loro futuro occupazionale. "Vi vorremmo ricordare che non abbiamo mai preso parte alle decisioni strategiche fatte sulla nostra Azienda, ma purtroppo oggi ci troviamo a subirne le dolorose conseguenze", si legge in una lettera aperta consegnata al sindaco Cialente, agli assessori e ai consiglieri. Una lettera che segue - di qualche ora - la presa di posizione delle segreterie provinciali di Ugl, Filt Cgil e Uilt Uil che hanno proclamato uno sciopero per l'8 dicembre, giorno che storicamente saluta l'apertura degli impianti.
Come è finito il Consiglio comunale, ve l'abbiamo raccontato. Sciolta l'assise, su iniziativa dei consiglieri d'opposizione è stata riunita d'urgenza la commissione dei capigruppo che - insieme al Sindaco - ha discusso della difficilissima situazione che vive la municipalizzata alla presenza dei lavoratori. "Abbiamo visto in questi ultimi anni architetti, avvocati, commercialisti, ingegneri da voi incaricati - hanno incalzato - avvicendarsi al timone di comando della nostra nave, con l'intento di riparare le falle che man mano si aprivano, ma purtroppo abbiamo solo constatato che la nave affondava sempre di più. Abbiamo visto plastici, piani d'area, business plan, tanti progetti faraonici e soldi virtuali a più non posso, ma di impianti nuovi, ristrutturazioni di alberghi e riorganizzazione aziendale vere e proprie neanche l'ombra".
I lavoratori hanno inteso ribadire di aver svolto sempre le proprie mansioni permettendo, così, il regolare svolgimento delle stagioni invernali ed estive, "anche se additati continuamente - l'affondo al sindaco Cialente - come sabotatori, inefficienti e nullafacenti". E hanno proposto una loro ricetta: "Più degli interessi personalistici, è prioritario il progetto comune da portare avanti con nuove strategie condivise e concordate. Se la volontà sarà questa, lo si dica apertamente, perché a noi sembra tutt'altra cosa. Ci sembra che la volontà sia quella di uno sviluppo con affidamento a società private di turno che, a questo punto, ci auguriamo abbiano capacità, risorse, affidabilità e che non vengano per fare la classica 'scarpetta' a quello che è rimasto nel piatto".
Chiaro il riferimento al piano di sviluppo del Gran Sasso. Come noto, Invitalia non subentrerà nella gestione - seppur provvisoria - del Ctgs. Il fitto del ramo d'azienda infatti, per come era stato ipotizzato e annunciato alla città, si è rivelato un procedimento complesso e poco praticabile. Da escludere, insomma. Invitalia sarà semplicemente soggetto attuatore ed advisor del bando che dovrebbe privatizzare la gestione degli impianti. Bando che dovrebbe essere pronto in dieci mesi.
Non è chiaro però chi potrebbe rispondere. Il fitto del ramo d'azienda a Invitalia, infatti, sarebbe servito a coprire i debiti del Ctgs, che superano i 6milioni di euro, così da presentare ad eventuali investitori un'azienda in salute, con impianti all'avanguardia ristrutturati con i 9milioni già trasferiti al Comune dell'Aquila dall'Ufficio speciale. Chi si accollerà il debito?
Difficile a dirsi. Intanto, i lavoratori sono senza stipendio da due mesi. E questo perché il Comune dell'Aquila ha trasferito un milione e mezzo per la ricapitalizzazione del Ctgs a copertura delle perdite del 2012 ma la banca ha trattenuto i soldi per il debito pregresso contratto dal Centro con la banca stessa. "C'è mancata questa liquidità che non pensavamo mancasse e ci avrebbe consentito di concludere la stagione 2014-2015 senza preoccupazioni economiche", ha spiegato Angelo De Angelis, direttore del Centro Turistico, audito qualche settimana fa in Commissione bilancio.
Dunque, ad oggi mancano 250mila euro di liquidità per pagare gli stipendi. E la stagione è a rischio. Risposte concrete non sono arrivate, neppure stamane. "Stiamo cercando nei limiti delle leggi, perché poi sotto le grinfie della Corte dei Conti finiamo noi e non certo i sindacati o i consiglieri comunali che stanno cavalcando la vicenda, di assicurare un ulteriore sostegno al Ctgs, ad oggi strutturalmente incapace di reggere", sottolinea il sindaco Cialente a NewsTown.
"Ci siamo assunti la responsabilità di anticipare i soldi che Regione Abruzzo ha trasmesso al Comune dell'Aquila a previsione di pagamento, ma che non sono ancora arrivati, come quota di trasporto pubblico, 600mila euro per Ama e 88mila per la funivia del Centro turistico. Stiamo valutando se c'è la possibilità, nell'ambito delle norme, di dare un finanziamento per ristorare le spese dal Ctgs in investimenti strutturali. Ci impegneremo, inoltre, ad anticipare al massimo i soldi che trasferiamo annualmente".
Così, si potrebbero quanto meno pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori. I problemi restano, però. "Una cosa è chiara, anche se nessuno la dice: la Giunta Tempesta, negli ultimi due anni di legislatura, assunse un mare di personale, in tutte le aziende municipalizzate. In una notte, il Centro turistico ha assunto più di 20 persone. E' come se NewsTown assumesse domani 10 giornalisti in più, sapendo che sarebbero impossibili da mantenere. Adesso, abbiamo un progetto: stiamo tentando di salvare l'azienda. Le proposte dei lavoratori, per non parlare degli interventi di alcuni consiglieri, non hanno alcuna prospettiva. Ci faremo carico comunque di traghettare l'azienda su un progetto di rilancio complessivo della nostra montagna sul quale stiamo lavorando come mai è successo prima".
Il progetto di sviluppo non è in discussione, insomma. Anche se Invitalia non fitterà il ramo d'azienda. "Stiamo lavorando secondo i dettami della legge. Esistono delle leggi in Italia e nell'ambito di norme che cambiano di volta in volta, e ad oggi se una società pubblica è in deficit deve licenziare, stiamo cercando di capire come trovare una soluzione che non ci faccia finire in galera. Si lavora così, oramai". Intanto, la legge di stabilità prevede che entro il 31 Marzo 2015 i Comuni italiani presentino il piano di riordino delle partecipate. E la situazione è difficilissima non solo in seno al Centro turistico. "In tutte le aziende, i lavoratori - giustamente - difendono i loro interessi, chiedendo il riconoscimento di funzioni superiori e così via. Non ce la facciamo più. Siamo tra le città che pagano di più la quota individuale di rifiuti: abbiamo un'azienda di 167 persone e vanno per strada, si è no, in 90. O c'è una presa di coscienza da parte di tutti, anche di lavoratori e sindacati, oppure finiamo come le municipalizzate di Roma. Un domani, la Corte dei Conti potrebbe chiamare il Sindaco, gli amministratori delegati, i dirigenti, e chiedere il motivo del mancato intervento. Aspettiamo la Legge di stabilità, per capire cosa ci sarà scritto: intanto, stiamo lavorando per trovare una soluzione. Ama dovrebbe andare in seno alla Regione, Asm dovrebbe entrare nel capitolo della gestione complessiva dei rifiuti attraverso il consorzio unico, dobbiamo capire il destino del Sed, la privatizzazione della gestione del Ctgs è un'altra strada da perseguire. Le aziende municipalizzate sono malate dentro, le riorganizzeremo ma è chiaro che i lavoratori devono capire che, ad oggi, stanno prendendo i soldi dagli aquilani - nessun altro paga - che mantengono le aziende in cambio dei servizi e, in un momento di grave crisi economica, non mi si può chiedere un altro milione di Tasi per l'Asm. Non esiste".
Una risposta precisa alle richieste avanzate ieri dai sindacati che, discutendo del destino di Asm, avevano chiesto un milione di euro per dare respiro alle casse disastrate. Il bilancio 2013 della municipalizzata dei rifiuti si è chiuso con un buco di 2.3 milioni di euro e perdite importanti, pari a 1 milione e 160mila euro, sono previste anche per quello del 2014, nonostante il piano di risanamento già avviato dall'azienda abbia fatto registrare, nell'ultimo anno, una riduzione dei costi di 1.6 milioni. Risparmi ottenuti soprattutto grazie ai sacrifici a cui si sono sottoposti i lavoratori, che hanno rinunciato a parte delle ferie, agli straordinari e ad altre indennità. "A causa delle perdite del 2013 e del 2014 - hanno denunciato le Rsu - il capitale sociale rischia di subire un abbattimento, ancora da ratificare, da 3.2 milioni di euro a 944mila euro. Questo significherebbe mettere in liquidazione la società, aprendo le porte della proprietà ai privati".
Il segretario provinciale della Ugl, Piero Peretti, ha ventilato la possibilità di uno sciopero generale cittadino. "Al Centro Turistico senza stipendio da due mesi ed azioni di sciopero proclamate, in ASM il caos più totale con sindacati e lavoratori divisi per colpa dell'inadeguatezza del management, in AMA, AFM e SED situazioni che stanno per esplodere. Nel frattempo, la Legge di stabilità prevede che entro il 31 Marzo 2015 i Comuni dovranno presentare il piano di riordino. Il Comune dell'Aquila è privo di strategie e galleggia a vista. Nelle partecipate cittadine lavorano 500 persone. Si va verso lo sciopero generale cittadino. Se costretti, lo faremo anche da soli".
Non è tenera neppure l'opposizione di centrodestra. "La grave situazione che investe le municipalizzate, in particolare Centro Turistico Gran Sasso e ASM, denunciata anche dai sindacati, impone una seria ed urgente riflessione politica", si legge in una nota firmata dal consigliere comunale, e vicepresidente regionale di Forza Italia, Guido Quintino Liris. "Si rischia, oltre al grave disagio dei dipendenti con ritardi nel pagamento degli stipendi, di compromettere i servizi erogati ai cittadini. L’Amministrazione Cialente naviga a vista, tentando di ripianare buchi di bilancio alle Spa che essa stessa crea in quanto socio a partecipazione totalitaria: continuando così, in mancanza di una strategia complessiva di rilancio, si porta al collasso l’intero sistema dei servizi municipalizzati cittadini".
Dunque, la proposta: "Operare, entro pochi mesi, una riduzione immediata ed intelligente delle Spa. La strada,concreta, da percorrere subito, quella di 'passare' la gestione della funivia dal Ctgs all’Ama, assieme al personale addetto, con immediato e concordato progetto di adesione dell’Ama alla costituenda azienda unica del trasporto regionale, è auspicata da molti, è sulla bocca di tanti addetti ai lavori, ma ad oggi non esiste nessun atto concreto e formale in questa direzione. Per quale motivo tanta lentezza e tanta reticenza? Chiedo che l'amministratore unico del Centro Turistico renda pubblica, innanzitutto, la pianta organica della Società che gestisce, e promuova immediatamente l'assorbimento in Ama dei dipendenti abilitati alla gestione del trasporto su fune".
E’ un’ idea 'facile e veloce', ironizza Liris, "come la Regione tanto sognata dal presidente D’Alfonso, in linea, peraltro, con gli indirizzi di accorpamento delle Spa: ed allora perché D'Alfonso nicchia? Perchè non si procede? Nessuno lo dice, nessuno lo sa. Qualcuno parla di un ingresso di Ama nell'azienda unica regionale, possibile solo in un secondo momento: no! I criteri e le modalità di ingresso di Ama vanno fissati e concordati oggi, riconoscendo all'azienda aquilana pari dignità rispetto ad Arpa, GTM e Sangritana. E non va perso altro tempo: miseri interessi di bottega devono essere sacrificati per il bene comune dei lavoratori e della qualità dei servizi forniti".