All'associazione Gran Sasso Anno Zero va riconosciuto di rappresentare una ventata d'aria fresca rispetto alla situazione a dir poco stantia che caratterizza il cosiddetto sviluppo del Gran Sasso aquilano. Lo testimonia già il nome che ha scelto di dare all'ennesimo dibattito sul tema organizzato ieri presso l'Auditorium del Parco: "GranSassopoli: errori, crisi, rilancio", un titolo specchio di una visione critica ma comunque coraggiosamente propositiva, nel mezzo delle profonde spaccature che hanno solcato negli ultimi anni il difficile dibattito su cosa fare sul Gran Sasso. Il tentativo di una nuova generazione di giovani amanti dell'alta quota di comunicare e trasmettere nuove idee, una nuova visione della montagna ed un modo nuovo per la città di rapportarsi con essa.
Un "refresh" lo ha chiamato uno degli animatori di GSAZ, Igor Antonelli, che potrebbe servire a scacciare via la maledizione secondo cui per L'Aquila il fantastico territorio montano che la separa dalla vetta più alta degli Appennini - almeno negli ultimi quindici anni - costituisca un qualcosa legato ai problemi dell'amministrazione pubblica più che una sua naturale ricchezza.
Chiaramente, i limiti del pubblico nella gestione, sono stati oggetto della lunga introduzione fatta proprio da Antonelli che ha parlato di "strutturale deficit di management", "assenza di una visione strategica" e "deficit di compartecipazione", ossia quella complessa dinamica che dovrebbe instaurarsi tra le istituzioni, gli operatori e le popolazioni locali per arrivare ad un risultato ottimale. Ciò che probabilmente è più mancato in quest'ultimo anno che ha visto il formarsi di un'estrema polarizzazione ideologica tra due fronti opposti rispetto al rapporto con il vincolo.
Un approccio, quello vincolistico che, secondo l'alpinista e cooperatore internazionale esperto di pianificazione territoriale in zone protette, Claudio Arbore, intervenuto nei lavori, "andrebbe sorpassato perché nasconde da parte dell'istituzione, una mancanza di assunzione di responsabilità nel governare processi in realtà più complessi".
Arbore nel suo intervento ha fatto anche un interessante esempio sulla dibattuta chiusura della strada per Campo imperatore: "E' stata subito intesa come un vincolo, un divieto. Invece, normare i flussi consentirebbe di generare una piccola economia, anche semplicemente stabilendo quante macchine si possono parcheggiare a pagamento sul piazzale, e garantendo allo stesso tempo la sostenibilità del sistema di alta montagna".
Secondo il vice presidente della regione Giovanni Lolli, da oggi in poi la chiave sarà "coinvolgere dal principio il Parco" , mentre in passato - ha ammesso - si è fatto diversamente, "sbagliando". Ultimo grave caso, sicuramente quello del progetto, scopertosi irrealizzabile, delle mega Fontari su cui la politica è riuscita a perdere due anni.
Il sindaco Massimo Cialente invece ha annunciato che alla fine di dicembre sono state rimodulate le voci di utilizzo per i sette milioni di fondi Cipe destinati al Gran Sasso che adesso verranno utilizzati in primis per la riqualificazione dell'albergo e la realizzazione di altri progetti. In attesa dell'approvazione del Piano del Parco (aprile?) e quindi del Piano d'Area, che secondo il sindaco dell'Aquila deve rimanere la stella polare da seguire per lo sviluppo del Gran Sasso.
Gran Sasso Anno zero da par suo ha battuto sui progetti a basso costo ed impatto, che porta avanti sin dalla sua nascita: "Fatti, tempi e risorse per ciò che si può fare subito, perché il futuro del Gran Sasso può iniziare già oggi" in particolare, secondo gli organizzatori dell'incontro, per non far morire l'area di Fonte Cerreto - Campo imperatore.
Nello specifico il maestro di snowboard aquilano, Antonello Tresca, ha illustrato i vantaggi che comporterebbe nell'attrarre un turismo di famiglia, creare con pochi soldi anche a Campo Imperatore un campo scuola di sci, ovvero una pista per principianti - da realizzare affianco il primo tratto delle Fontari - dove far sciare in completa sicurezza i più piccoli e chi si avvicina per la prima volta alle discipline sciistice.
Giuseppe Gasbarri ha nuovamente illustrato il progetto di snow park da realizzare su Monte Scindarella: due linee, una più complessa ed un'altra più facile, quest'ultima si tenterà di realizzare già quest'anno: "Un qualcosa - ha spiegato Gasbarri - per cui non è necessario fare movimento terra e per cui utilizzare strutture in legno e ferro rimovibili e stockabili a neve terminata". Praticamente un percorso a gobbe adatto anche allo Sky Corss che attirerebbe anche molti appassionati del genere. Abbiamo visto già - ha ricordato Gasbarri - quale sia la passione attuale per questi nuovi sport, con il recente skatepark costruito all'Aquila, dove centinaia di ragazzi stanno venendo da tuta Italia per usufruirne, ed è diventato un vero e proprio spazio sociale per i ragazzi".
Gran Sasso Anno Zero ha insistito anche su come sia possibile oltre che necessario realizzare brochure, pannelli informativi ed unA APP per cellulari che servano a far conoscere le condizioni ed i rischi dei singoli pendii e i fuori pista del Gran Sasso, per poterli praticare in relativa sicurezza. "Ad oggi non c'è informazione e c'è chi si avventura senza sapere, rischiando incidenti".
Qualche difficoltà in più per il progetto di down hill, pensato anch'esso sulla Scindarella (ma anche su Monte Cristo) a causa di un possibile maggiore impatto. Di certo, la pratica del down hill consentirebbe ad alcuni impianti di poter funzionare anche d'estate, attirando - si spera - appassionati della disciplina.
Il sindaco Cialente si è detto favorevole ai progetti promettendo un primo momendo di verifica già metà febbraio.