Anche L'Aquila, come un centinaio di città in tutta Italia, ha avuto la sua mobilitazione in favore dei diritti delle comunità lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (lbgt), in vista dell'arrivo al Senato del disegno di legge Cirinnà, che andrebbe a regolamentare le unioni civili [leggi qui l'approfondimento].
Il corteo è stato partecipato da circa 500 persone (150 secondo la Questura), che hanno attraversato il corso principale del centro storico aquilano, dalla Fontana Luminosa fino ad arrivare alla Villa Comunale. La mobilitazione provinciale, organizzata all'Aquila dall'Arcigay e dai collettivi che difendono i diritti delle comunità lgbt, ha visto anche l'adesione di associazioni e partiti: dagli studenti di Udu, Link e Uds; a 3e32 / CaseMatte e Asilo Occupato, fino a Giovani democratici, Sel e Appello per L'Aquila.
"Lo stesso amore, gli stessi diritti, lo stesso sì!", è lo slogan scandito in un centro storico storico ancora disabitato, e dove fa - nonostante la lenta ricostruzione - ancora una certa impressione vedere manifestazioni colorate come quella di oggi, animate da centinaia di persone che scandiscono cori davanti a palazzi puntellati o disabitati, e transenne di cantiere.
"Senatore: il tuo amore è segreto, il nostro amore no" era invece lo striscione di apertura, in relazione al controverso dibattito politico sulla posizione dei gruppi parlamentari in merito al disegno di legge, che implica particolari [e talvolta strumentali] controversie soprattutto sugli istituti della stepchild adoption e maternità surrogata.
Tutti in piazza per dare la "sveglia all'Italia" e per ribadire che il tempo è cambiato. Nell'ultimo ventennio, infatti, è innegabile un forte cambiamento nell'atteggiamento nei confronti delle persone e delle coppie omosessuali. Una mutazione del paradigma culturale ormai largamente diffuso, in un Paese tuttavia ancora arretrato, rispetto al resto d'Europa, in tema di diritti civili.
"Con l'approvazione del ddl cambierà qualcosa per noi, è un primo importante passo - ha ribadito a fine corteo il segretario dell'Arcigay aquilana Leonardo Dongiovanni - ma dobbiamo prepararci anche all'ipotesi che la legge non passi. In quel caso si aprirerebbero scenari spaventosi, con una perpetrazione legittimata dal legislatore, della stagione di violenza nei nostri confronti. Non accetteremo mai l'affermazione del concetto di unione ghetto".
Attraverso il megafono i manifestanti hanno anche ribadito la forte critica al governo regionale di centrosinistra, che recentemente in commissione [leggi l'articolo] ha espresso voto favorevole a una risoluzione, presentata da Paolo Gatti (Forza Italia), che "impegna la Giunta regionale a intraprendere una interlocuzione con l'Ufficio Scolastico Regionale che miri a evitare la diffusione della 'teoria del gender' nelle scuole abruzzesi". (m. fo.)
Colori e volti negli scatti di Luca Bucci per old.news-town.it