Mercoledì, 28 Agosto 2013 08:00

Afm, Cialente assicura: "Nessun lavoratore a casa". Ma a che prezzo?

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Non rimarranno senza lavoro i cinque dipendenti dell’Afm, l’azienda farmaceutica municipalizzata del Comune dell’Aquila, che dal 13 agosto, alla vigilia di ferragosto, sono stati messi in mobilità perché l’azienda “non sa come impiegare questi lavoratori”, a detta del Presidente Giorgio Masciocchi.

Ad assicurarlo è il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente che, ieri mattina, nel corso della prima commissione consiliare “Programmazione e Bilancio” presieduta dal consigliere Giustino Masciocco alla presenza del Presidente dell’Afm e delle rappresentanze sindacali, Cgil, Ugl e Uil, ha illustrato la sua ricetta. Cialente ha assicurato che non lascerà nessuno dei cinque lavoratori senza un impiego, perché “dei 476 dipendenti delle nostre municipalizzate noi in questi anni non abbiamo mandato mai nessuno a casa”, ha assicurato il Primo Cittadino che ha parlato di una precisa “scelta politica”.
“Tre dei cinque lavoratori saranno impiegati nel servizio delle affissioni”, ha spiegato il Sindaco. La soluzione pubblicitaria risolverà il problema del lavoro di tre dei cinque dipendenti, attualmente in mobilità.

Rimane il problema degli altri due lavoratori, il cui ruolo è amministrativo-dirigenziale e che quindi sono più difficili da reimpiegare. L’idea illustrata dal Sindaco è di impiegarli “o nella gestione del catasto cimiteriale oppure in quella del progetto C.a.s.e., insieme ai lavoratori del Ctgs”.

L’analisi della commissione sulla gestione e sui lavoratori dell’Afm, richiesta dall’opposizione, in particolare da Ferella, Piccinini, Imprudente e Daniele, avviene all’indomani della presentazione da parte dell’azienda del decreto ingiuntivo di un milione e 850 mila euro nei confronti del Comune. C’erano situazioni di crediti maturati nel corso degli anni che non erano più sostenibili – spiega il Presidente dell’Afm Giorgio Masciocchi – Bisognava riallineare i bilanci tra ente e municipalizzata”.

Oltre ai bilanci, era nota da tempo la condizione precaria dei lavoratori dell’Afm. Si sapeva, cioè, il 31 dicembre del 2012 sarebbe scaduto il contratto che occupava i cinque lavoratori nei servizi cimiteriali.
Fino al 31 dicembre 2012 hanno lavorato al servizio cimiteriale sette persone per un importo complessivo di 230 mila euro. Oggi parliamo di cinque lavoratori, in quanto uno è stato trasferito all’Ama, mentre l’altro si è licenziato.
Dopo dicembre dell’anno scorso il contratto non è stato più rinnovato, come avveniva di anno in anno, ai lavoratori. L’allora Assessore ai Lavori Pubblici Alfredo Moroni decise di indire un concorso per esternalizzare il servizio. Vinse la cooperativa “Il Focolare di Celestino”, per un costo di 195 mila euro l’anno. Questa cooperativa gestisce il servizio dal primo gennaio 2013, apparentemente con un costo inferiore rispetto a quello che prima il Comune spendeva con l’Afm.

Perché “apparentemente”? Perché i lavoratori dell’Afm, che intanto sono diventati cinque, hanno continuato a percepire lo stipendio senza avere una mansione specifica, fino al giorno della messa in mobilità, il 13 agosto del 2013. Un vuoto legale che ha permesso che soldi pubblici venissero usati per pagare dipendenti che non svolgevano alcun lavoro. Un paradosso tutto aquilano di cui NewsTown aveva già parlato in un precedente approfondimento sul rapporto tra Comune e municipalizzate.

Poi arriva il fatidico 13 agosto e ai lavoratori viene presentata la situazione nero su bianco. “E’ la prima volta che in un’azienda municipalizzata si apre una procedura di licenziamento collettivo”, commenta Rita Innocenzi.
A conti fatti, da quest’anno, considerando anche la soluzione Cialente, che prevede il reimpiego dei lavoratori in altri settori sempre a spese dell’amministrazione, il Comune dell’Aquila spenderà per 195 mila euro l’anno per il servizio cimiteriale che assicurerà la cooperativa, a cui si aggiungono altre spese che serviranno a tenere ancora a lavoro i cinque dipendenti dell’Afm nelle mansioni prospettate da Cialente.

Tuttavia, dopo le parole, i sindacati chiedono i fatti. Bene la proposta Cialente, ma “non possiamo chiudere la procedura di mobilità senza che ci sia un atto concreto”, avverte Rita Innocenzi a nome anche di Cigl, Ugl e Cisl.
Insomma, il Comune dell’Aquila non sembra essere ancora entrato nell’ottica della spending review, ingrediente dell’attuale politica nell’era della crisi a cui nessun Sindaco italiano sembra poter rinunciare, tranne Cialente.

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Agosto 2013 00:42

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