Doveva essere una seduta di consiglio comunale tranquilla, di routine, la prima convocata dopo la pausa estiva, non contando quella straordinaria tenutasi, qualche giorno fa, per dare la cittadinanza onoraria ai vigili del fuoco.
Invece quello svoltosi oggi è stato un consiglio in cui la maggioranza ha scricchiolato e non poco sull'approvazione di una delibera di giunta che introduce una serie di significativi cambiamenti al bilancio di previsione 2013. Un ordine del giorno a dirla tutta nemmeno tra i più importanti, considerato che l'assise civica avrebbe dovuto esaminare il tanto discusso atto aziendale con cui la Asl ha deciso di “chiudere” il reparto di medicina ospedaliera per sostituirlo con altre due unità operative (l'atto non è stato nemmeno discusso, è stato tutto rimandato alla seduta di seconda convocazione prevista per il 2 settembre).
La delibera
Con 15 voti a favore e 8 contrari, il consiglio comunale ha dunque approvato la ratifica di una delibera di giunta (la numero 322 del 4 luglio scorso) contenente una variazione al bilancio di previsione 2013 predisposta dal settore Risorse Finanziarie e firmata dall'assessore Lelio De Santis.
Si tratta, in sostanza, di un atto con cui vengono istituiti nuovi capitoli di spesa e di entrata, assenti nel documento finanziario approvato solo pochi mesi fa. Le misure sono diverse. Quelle più importanti (e più contestate) sono: una variazione delle spese sostenute per l'allestimento dei “Cantieri dell'immaginario” (i cui costi sono lievitati da 473 a 493 mila euro; ma si tratta, è bene ribadirlo, di fondi del Mibac); lo stanziamento di altri 80 mila euro (in aggiunta ai 100 mila già previsti, per un totale di 180 mila euro) per l'esecuzione di lavori di adeguamento a palazzo Rotilio, dove hanno sede alcuni uffici comunali (tra cui quelli dell'area sisma) e dove si trova anche l'Ufficio Speciale per la Ricostruzione; la cancellazione di 147 mila euro che erano stati destinati alla sicurezza delle scuole medie; infine, ultimo ma non ultimo, il pagamento di 50 mila euro per spese risalenti addirittura alla Perdonanza 2009
Il voto
La discussione è andata avanti per tutta la mattinata e ha visto parecchi momenti concitati, con battibecchi e scambi di parole pesanti tra il sindaco e alcuni consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione. Alla fine la delibera è passata, anche se tra diverse contestazioni e non pochi mal di pancia, espressi e rimarcati non solo dall'opposizione – che ha votato compatta “no” - ma anche dalla stessa maggioranza. Giustino Masciocco (Sel) e Giuliano Di Nicola (Idv), ad esempio, hanno votato sì solo per senso di responsabilità, criticando apertamente una delibera “pasticciata, scritta male e presentata peggio”.
Le parole di Masciocco e Di Nicola hanno mandato su tutte le furie Cialente, che ha replicato ai suoi dicendo di non voler governare insieme a una maggioranza che vota le delibere di giunta turandosi il naso.
Per nulla entusiasti del provvedimento anche Enrico Perilli (Federazione della Sinistra) e Stefano Palumbo (Pd) che comunque, alla fine, hanno votato sì.
Ha votato invece no Ermanno Giorgi (del gruppo misto ma “aggregato” alla maggioranza), che Raffaele Daniele (Udc), a un certo punto, ha anche provato a convincere ad abbandonare l'aula per far mancare alla seduta il numero legale. Giorgi, però, è rimasto, e paradossalmente è stato proprio il suo voto contrario a far passare la delibera, che altrimenti sarebbe stata affossata per mancanza di numero legale.
Le spese per la Perdonanza 2009
Una delle variazioni più contestate, si diceva, è stata quella che permetterà di liquidare 50 mila euro per il pagamento di vecchie spese, risalenti alla Perdonanza 2009. Il resoconto che la giunta ha allegato alla delibera portava la data del 2011 e il protocollo del luglio 2013. “Come è possibile” ha domandato Ettore Di Cesare “che un atto comunale relativo al rendiconto delle spese della Perdonanza 2009 venga firmato dal sindaco solo nel marzo 2011 e protocollato addirittura nel luglio 2013, vale a dire 2 anni e mezzo dopo la firma apposta dal primo cittadino?”. Cialente si è giustificato parlando di un errore di battitura (sic) e scaricando in sostanza la colpa sui dirigenti comunali, rei, a suo dire, di mettergli spesso i bastoni tra le ruote e di vanificare con i loro atti amministrativi i provvedimenti di indirizzo politico presi dalla giunta
Perilli: “La maggior parte dei dirigenti comunali andrebbe cacciata”
La polemica contro i dirigenti comunali scatenata da Cialente è stata raccolta e rilanciata anche da Enrico Perilli. “Fosse per me li avrei già cacciati tutti” ha affermato il consigliere della Federazione della Sinistra. Anche secondo Perilli, insomma, spesso sono i dirigenti del Comune a non mettere in atto i provvedimenti presi dal consiglio comunale o a non far applicare le regole. “E' responsabilità dei dirigenti, ad esempio, se molti costruttori aquilani non hanno rispettato le convenzioni urbanistiche sottoscritte con il Comune” ha detto Perilli, il quale ha ricordato in particolare i casi di Del Tosto e Rotilio. Con quest'ultimo il Comune ha un contenzioso ancora aperto, ragion per cui, ha aggiunto Perilli, “avrei evitato di stanziare altri 80 mila euro per l'esecuzione di lavori in una delle sue palazzine”
Per palazzo Rotilio, il Comune spenderà altri 80 mila euro
E veniamo a un'altra variazione contro la quale si sono scagliati, oggi, diversi consiglieri: lo stanziamento di altri 80 mila euro (in aggiunta ai 100 mila già messi a bilancio) per l'acquisto di non meglio precisate attrezzature e l'esecuzione di lavori di sistemazione dei locali del piano terra (in sostanza dei garages) di palazzo Rotilio, l'edificio di via Avezzano dove hanno sede alcuni uffici comunali e l'Ufficio Speciale per la Ricostruzione diretto da Aielli. “Sono lavori necessari a rendere l'edificio più funzionale per i cittadini. In quei locali dobbiamo aprire l'Urp. Si tratta di un provvedimento già inserito nel bilancio di previsione” ha detto il sindaco. Ma molti consiglieri hanno obiettato che, non essendo palazzo Rotilio uno stabile di proprietà comunale, è inopportuno che sia proprio il Comune ad accollarsi i costi dei lavori di adeguamento strutturale.