Martedì, 28 Febbraio 2017 00:01

Di Cesare, ecco la coalizione sociale: "Politiche si rivolgano agli ultimi"

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Un primo momento di rendicontazione dell'attività svolta in Consiglio comunale: "teniamo a far sapere ai cittadini, a coloro che ci hanno votato, come sono stati 'utilizzati' quei voti. E ci piacerebbe che facessero lo stesso gli altri consiglieri uscenti"; un secondo momento, invece, per metteremo sul tavolo - a disposizione della città - "l'esperienza e le battaglie fatte in questi anni, per la costruzione di una coalizione sociale e popolare, oltre che civica".

Si è svolta nel pomeriggio, a Palazzo Fibbioni, l'assemblea pubblica 'L'Aquila chiama chi ama L'Aquila', convocata da Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo. Intorno al tavolo, i consiglieri comunali Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, l'attivista Alessandro Tettamanti e Anna Lucia Bonanni.

Una coalizione che vuole essere aperta il più possibile, ha spiegato Di Cesare in una intervista a Mente Locale, su Radio L'Aquila 1; "vogliamo partecipino i gruppi, le persone che hanno fatto qualcosa per la città, che hanno 'rimediato' spazi sociali, culturali e sportivi. Ci rivolgiamo a loro. E poi, come si dice: a seguito di un terremoto, 'c'è chi si arricca e chi si impoverisce'; ebbene, ci rivolgiamo a chi, in questi anni, ha solo perso. Crediamo che in un periodo di così grande sofferenza, sia arrivato il momento di mettere in campo politiche che si rivolgano agli ultimi, a chi ha di meno. Sia chiaro: non ci presentiamo come rappresentanti degli ultimi, vogliamo che gli ultimi si candidino ed entrino in Consiglio comunale".

In queste settimane, Ettore Di Cesare e, così, Vincenzo Vittorini, sono rimasti silenti: "Non abbiamo voluto partecipare al 'pollaio' degli ultimi mesi, fino a questo momento preciso non avevamo rilasciato alcuna dichiarazione"; ora, però, è tempo di rompere gli indugi: "Siamo disponibili a confrontarci con tutti, con qualsiasi gruppo o forza politica attiva, a patto che mostrino la volontà - come stiamo facendo noi di Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo - di costruire un percorso davvero indipendente, sinceramente sociale, popolare e civico".

Un messaggio chiaro, a chi - in questi mesi - ha 'ammiccato' ad Aplcv, oltre che alle forze partitiche di sinistra con cui l'interlocuzione è stata pure avviata, seppure sia venuta meno dopo qualche riunione. "Non è possibile parlare di discontinuità, di ribaltamento dei rapporti di forza, con persone che hanno fatto - e magari fanno ancora parte - dell'amministrazione uscente", ribadisce Di Cesare. Che non manca un affondo al vice sindaco Nicola Trifuoggi, pronto a scendere in campo con una coalizione civica, e al Movimento 5 Stelle: "Se il vice sindaco pensasse davvero di mettere in campo un'operazione di rottura, lui che è ancora in carica, avrebbe una credibilità prossima allo zero; per quel che attiene al M5S, ho iniziato a sentirli - qui a L'Aquila - soltanto a ridosso delle elezioni: e poi, definirsi 'fuori dai partiti', loro che sono il primo partito d'Italia, che siedono alla Camera e al Senato, con una struttura super verticistica e investiture dinastiche, si commenta da sé".

In questi anni - sottolinea Di Cesare - "ci siamo battuti, dentro e fuori il Consiglio comunale, insieme a tanti altri soggetti collettivi del territorio, per portare avanti la nostra idea di città"; idea che si fonda, anche e soprattuto, sul tema della sicurezza: "E' chiaro che l'amministrazione uscente non abbia considerato come centrali, e prioritarie, le politiche della sicurezza. Per noi, debbono esserlo: altrimenti, è inutile provare a fare politiche contro lo spopolamento, a sostegno delle attività produttive e commerciali, per attrarre qui studenti universitari. E' necessario capire - e introiettare, purtroppo - il fatto che il terremoto fa parte endemicamente della nostra storia e farà parte del nostro futuro, dunque dobbiamo attrezzarci per vivere in sicurezza un territorio sismico e servono politiche vere, per farlo: i cittadini debbono sapere come comportarsi in momenti di emergenza e debbono conoscere il grado di sicurezza delle proprie abitazioni, dei posti di lavoro, delle scuole. Solo mettendo in campo politiche di questo tipo, il nostro territorio potrà avere in futuro. Con quello che ci è accaduto, abbiamo il dovere morale, etico e pratico di fare da capofila, in Italia, per le pratiche legate alla sicurezza".

Di Cesare ricorda che quando entrò in Consiglio comunale con Vincenzo Vittorini, nel 2012, a tre anni dal terremoto del 2009, "a bilancio - e per un anno - erano stanziati soltanto 5mila euro per la Protezione civile e non c'era un piano approvato; è solo grazie alle battaglie di Vincenzo, epiche in alcuni momenti, che il sindaco si è deciso a ritirare le deleghe di Protezione civile all'allora vice sindaco Roberto Riga. E' grazie a Vincenzo che siamo arrivati all'approvazione di un Piano decente, migliorabile ma decente, che abbiamo votato anche noi: d'altra parte, abbiamo svolto un'attività di opposizione durissima, ma innanzi a provvedimenti utili per la città abbiamo votato con la maggioranza".

L'esponente di Appello per L'Aquila sottolinea, poi, come ci siano 48 milioni fermi nelle casse comunali per la ricostruzione delle scuole, "è super scandaloso non si riesca ancora a spenderli, e l'assessore Maurizio Capri ha pure dichiarato che il 2016 è stato completamente perso", e lancia un'altro affondo all'amministrazione Cialente: "Il sindaco ha preso, e rivendicata come sua in giro per l'Italia, la proposta di Vittorini che, già nel 2012, aveva parlato di libretto del fabbricato da esporre all'esterno degli edifici; va pure bene, se non fosse che, nel frattempo, lo stesso primo cittadino ha dimenticato di adempiere alle norme che lo obbligavano alla verifica di vulnerabilità degli edifici scolastici. Vi rendete conto che il Comune dell'Aquila è inadempiente da oltre 3 anni sulla sicurezza delle proprie scuole, proprio il Comune che dovrebbe essere un esempio per il Paese?".

Dunque, il percorso che è stato avviato con l'incontro di Palazzo Fibbioni: "Metteremo insieme le persone che vorranno partecipare, e inizieremo dei tavoli temativi su vari temi per costruire il programma. Lo ribadisco: Apl e Lcv metteranno a disposizione l'esperienza di questi anni per dar vita ad una realtà ancora più forte; in questo senso, non è affatto detto che il candidato sindaco sia un esponente di Appello per L'Aquila o L'Aquila che vogliamo: lo sceglieremo insieme, vorremmo 'uscisse' da un percorso aperto e partecipato. Siamo stufi dei 'pollai', delle personalizzazioni, di chi si chiude dentro le stanze e di chi si comporta in modo settario, che per Statuto non può fare accordi con nessuno".

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Marzo 2017 22:43

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