Altro appuntamento con lo speciale di NewsTown dedicato alle elezioni comunali dell'11 giugno. Per una settimana, ogni giorno un’intervista diversa, una ad ognuno dei sette candidati sindaco, seguendo il criterio dell’ordine alfabetico. E dopo aver approfondito idee e programmi di Pierluigi Biondi e Carla Cimoroni, incontriamo Americo Di Benedetto, candidato della coalizione civico progressista, incoronato dalle primarie del 9 e 10 aprile scorso.
Ripartire dal lavoro svolto fino ad ora, rilanciando in un’ottica di miglioramento delle cose “che non sono state fatte bene”: è questo lo spirito di Di Benedetto. Che spiega: “Dobbiamo accelerare sulla valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici, stabilendo, però, parametri precisi; dobbiamo rilanciare sugli investimenti delle risorse finanziarie già disponibili, soprattutto per quel che attiene al Gran Sasso e alla ricostruzione delle scuole danneggiate dal terremoto. Inoltre, vanno affrettati i tempi sulla ricostruzione delle frazioni, al di là dei motivi che l’hanno rallentata, concentrandosi, altresì, sulla ricostruzione pubblica. Problemi che andranno affrontati con l’equilibrio del caso, con la capacità d’ascolto e non con le urla, come d’uso negli ultimi tempi”.
Come sbloccare l’impasse? Di Benedetto ‘offre’ la sua ricetta: “Per quel che attiene alla ricostruzione pubblica, basterebbe mettersi a lavorare un poco di più, semplicemente. Una parte importante del lavoro viene portato avanti dal Provveditorato alle Opere pubbliche e, dunque, non è direttamente riconducibile alla macchina amministrativa che, tuttavia, può essere migliorata, standardizzando le procedure ed evitando coincidenze tra funzioni diverse; tenendo in conto, comunque, che le opere pubbliche trovano rallentamenti anche per le legittime istanze di chi chiede la verifica degli appalti attraverso procedure giudiziarie, e mi riferisco al giudizio amministrativo evidentemente”.
Tornando al Gran Sasso, il candidato sindaco di centrosinistra sottolinea come sia stato istruito un Piano d’Area per la progettazione esecutiva degli interventi, “e abbiamo un business plan redatto da Invitalia che giudico accettabile”; la questione prioritaria, però, “è rappresentata dalle opere finanziate e che dovremo avviare senza indugio: abbiamo 20 milioni per la rete sentieristica, la realizzazione dei sottoservizi, la ristrutturazione dell’albergo e, prima di tutto, per la chiusura dei lavori sulle Fontari, una pura e semplice sostituzione”. Di Benedetto ribadisce che si dovrà agire “con la valutazione dell’incidenza ambientale degli interventi previsti nel Piano d’Area, attraverso la tecnica delle compensazioni che comprenda l’eliminazione dei detrattori ambientali, e senza preclusioni alla possibile rivisitazione dei Sic, solo e soltanto da un punto di vista scientifico, addirittura ampliandone i confini ma con una valutazione più pregnante laddove potrebbero insistere le strutture sciistiche”.
Discutendo di rilancio economico e prospettive occupazionali, il presidente della Gran Sasso Acqua riconosce come vi siano “profili immediati sui cui puntare: la ricerca e l’alta formazione, il farmaceutico e l’aerospaziale”; ribadisce, però, la necessità “di andare oltre, stando dentro gli argomenti che riguarderanno le future domande di nuova tecnologia, a livello mondiale: è questo, il passaggio fondamentale. La possibilità di misurarsi col futuro passerà dalla capacità di anticipare i tempi, dando offerta d’innovazione ad una popolazione che non potrà essere circoscritta territorialmente ma andrà proiettata ad un livello dimensionale molto ma molto più ampio. Ci abbiamo lavorato, progettando e realizzando i sottoservizi, continueremo a farlo con la sperimentazione del 5G e rilanciando sui centri di ricerca in collaborazione con l’Università”.
Altro argomento ‘caro’ al candidato sindaco di centrosinistra è la necessaria “riorganizzazione della macchina comunale: il post terremoto ha generato una sorta di rigidità in funzione dei ruoli che si ricoprono e che va assolutamente superata; tutti debbono sentirsi garantiti, dai dipendenti storici ai vincitori del concorsone Ripam, dagli assunti a seguito di concorsino ai precari. La macchina amministrativa deve determinare l’esercizio del ruolo organizzativo attraverso la condivisione del processo operativo, col rispetto dei lavoratori”, spiega Di Benedetto. Che sottolinea come vada prestata particolare attenzione alla “riorganizzazione delle figure apicali attraverso un processo di complementarità e disponibilità”.
Tornando al livello politico, il presidente della GSA non è preoccupato della futura tenuta di una coalizione di centrosinistra così varia ed eterogenea: “Credo di avere una specializzazione nella mediazione politica – sottolinea – per buona predisposizione caratteriale e per la profonda conoscenza della macchina amministrativa. Ci sarà spazio per tutte le componenti, le sensibilità e le qualità politiche”. Allo stesso modo, non teme di poter perdere l’elettorato storicamente moderato di centrodestra che, alle primarie, ha contribuito alla sua vittoria su Pierpaolo Pietrucci: “Credo che i voti non siano veicolabili, non hanno colore. Il voto che ha colore passa per l’appartenenza: in un'elezione amministrativa, però, il cittadino elettore è meno interessato a queste dinamiche, piuttosto si mostra attento alle proposte amministrative e, potendo mostrare appartenenza in altre occasioni elettorali, è libero di fare scelte senza che si senta vincolato a logiche altre, che non portano da nessuna parte”.