Giovedì, 17 Ottobre 2013 17:47

Studenti, risposte e non strumentalizzazioni. Il futuro è oggi

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"Da una settimana, le ragazze ed i ragazzi delle scuole superiori sono in mobilitazione ed hanno organizzato una grande manifestazione, alla quale hanno partecipato dipingendo le loro guance con i colori della città: il verde ed il nero. Questi giovanissimi altro non chiedono se non di rivedere presto la loro città; molti di loro non hanno neanche avuto il tempo di conoscerla ma sanno bene che, senza una città, non si ha neanche un'identità".

A scriverlo, nella lettera inviata stamane al presidente del consiglio Enrico Letta, il sindaco Massimo Cialente che evoca i fatti del luglio 2010, le manganellate agli aquilani per cui, giusto ricordarlo, tre ragazzi sono a processo per resistenza aggravata e manifestazione non autorizzata: "Gli studenti aquilani mi dicevano ieri che, in testa al corteo, vorranno esserci loro, in migliaia, perché il futuro della Città è il loro futuro e non vogliono e non possono aspettare altri 15/20 anni per rifare L'Aquila. Non possono accettarlo e non vogliono emigrare. Sono preoccupato per loro - continua Cialente - e vorrei provare a farli desistere perché tre anni fa, nella manifestazione romana, il Governo Berlusconi lasciò che le forze dell'ordine ci picchiassero, anche a sangue. Mi scusi se lo dico francamente, ma vista la sensibilità che il Suo Governo ha mostrato in queste settimane, temo che potrebbero essere picchiati anche le ragazze ed i ragazzi di 15- 16 anni".

Parole molto pesanti, quelle del primo cittadino, dovute senza dubbio alla preoccupazione per quanto emerso in queste ore. Parole poco condivisibili, però. Non bisogna cadere nella tentazione di strumentalizzare la 'battaglia' dei giovani studenti. E' necessario dar loro delle risposte, e farlo subito. Se è vero che la ricostruzione necessita di fondi certi, è vero anche che il modo in cui sono state usate le risorse stanziate fino ad ora sottendono una idea di città che non tiene conto, in alcun modo, dei bisogni dei ragazzi. I fondi per dar vita a luoghi di socialità, ad iniziative partecipative che coinvolgessero i ragazzi, c'erano e non si sa che fine abbiano fatto. Andranno trovati, al di là di quelli necessari alla ricostruzione. Spazi non c'erano neanche prima del terremoto. C'era, però, almeno il centro storico. Ora le risposte sono inderogabili.

Spazi si possono trovare, si possono 'inventare', si possono finanziare in altro modo. La sacrosanta battaglia per ottenere fondi certi per la ricostruzione parla dei ragazzi e del loro futuro. Che è il nostro. Anche arrivassero, però, non sarebbero sufficienti se usati come fatto fino ad oggi. "In questi giorni sono iniziate le occupazioni e le autogestioni di parecchie scuole aquilane. Un 'rituale' si dirà. Ma a ben vedere non è proprio così, anzi l'esatto contrario. Ascoltando le loro ragioni è chiaro il malessere e la rabbia di vivere la loro età in una non-città con la prospettiva di un non-futuro", si legge in una nota diffusa dal gruppo consiliare di Appello per L'Aquila. "Gli appelli della politica 'restate in città, non andate via' se non supportati da azioni concrete suonano come retorici, privi di senso ed efficacia. Anni di promesse mai mantenute oggi devono trovare immediate risposte. I nostri ragazzi chiedono spazi dove potersi incontrare, studiare e divertirsi. Dove poter vivere insomma. E' mai possibile che a più di quattro anni dal sisma non si sia ancora provveduto? Possibile che si sia fatto lo zero assoluto?".

La domanda è assolutamente legittima se è vero che, ricorda Appello per L'Aquila, "nel 2011 fu assicurata una struttura provvisoria a San Bernardino, tanto strombazzata quanto inesistente. Oggi la si vorrebbe realizzare al Castello. Ma ha ancora senso alla fine del 2013 realizzare opere provvisorie? E qualcuno ha chiesto ai ragazzi cosa ne pensano? Che fine hanno fatto i progetti di riqualificazione per fini sociali di alcuni spazi comunali? Erano previsti nel programma di mandato del Sindaco ma sono stati puntualmente disattesi, come quasi tutto il resto, purtroppo".

C'è poi la questine dei tanto decantati fondi Meloni: "Dove sono bloccati? Perché? Con quale faccia e credibilità si destinano le briciole nel bilancio comunale alle politiche giovani per poi affermare che 'sono il nostro futuro...'? Quanti progetti della ricostruzione sono destinati ai ragazzi? Zero come, al di là delle belle parole, sono stati considerati dall'amministrazione anche prima del sisma. Bisogna trovate subito delle soluzioni condivise e non con proposte calate dall'alto. Perché oltre a richiedere spazi i ragazzi vogliono giustamente essere protagonisti della ricostruzione della città".

Eccolo, il punto. Non si può 'strumentalizzare' la ribellione degli studenti per rivendicare soldi per la ricostruzione. Bisogna immaginarli come protagonisti della ricostruzione, sviluppare un'idea di città capace di interpretarne bisogni ed esigenze con fatti veri, con risorse e progetti. E' intorno a questa idea che si può costruire una battaglia comune, di tutta la città, per rivendicare quanto ci spetta.

I ragazzi "denunciano la bruttezza con cui convivono da anni, senza un'alternativa, senza una spinta a guardare oltre le macerie, a immaginare un futuro, una nuova città. Non tanto il brutto quotidiano, quanto la mancanza di ascolto, di partecipazione, di condivisione di sogni e speranze hanno prodotto disillusione ma non rassegnazione", sottolinea il gruppo consiliare.

"Se nessuno pensa a loro, se l'amministrazione è sorda a ogni richiesta di spazi e partecipazione, alcuni ci pensano da soli e per questo qualcuno viene pure processato (vedi CaseMatte). Siamo a un evidente paradosso. I ragazzi ribellandosi stanno suonando la sveglia alla città e alla politica, inchiodandoci tutti alle nostre responsabilità. E' necessario immediatamente fornire delle risposte concrete e senza voli pindarici. Per questo abbiamo richiesto la convocazione della Terza Commissione per ascoltare gli studenti. In quella sede dovranno essere assunti impegni i-n-d-e-r-o-g-a-b-i-l-i".

Impegni che sono più che mai necessari.

Ultima modifica il Giovedì, 17 Ottobre 2013 18:00

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