Questa mattina si è svolta la prima delle tre riunioni convocate dal presidente della commissione Programmazione e Bilancio Giustino Masciocco per fare, insieme ai dirigenti dei vari settori comunali, il punto della situazione sui debiti fuori bilancio.
Una ricognizione iniziata a settembre dell'anno scorso per volere della stessa commissione ma alla quale, va detto, i dirigenti sono tenuti per legge. “Nel 2013 abbiamo fatto una prima ricognizione a febbraio/marzo” ha detto Masciocco “prima dell'approvazione del bilancio di previsione. Ho chiesto di farne un'altra adesso in occasione della salvaguardia degli equilibri di bilancio e in vista dell'assestamento, la cui scadenza è fissata al 30 novembre”.
I debiti fuori bilancio sono spese assunte dal Comune in maniera irregolare, senza una preventiva adozione dell'impegno di spesa. Spetta al consiglio comunale riconoscerli ma spetta anzitutto ai dirigenti verificarne la legittimità.
Il ciclo di incontri convocato da Masciocco servirà dunque a capire qual è lo stato di avanzamento del lavoro di accertamento dei debiti in capo ai vari settori. Questa mattina sono state ascoltate Paola Giuliani, dirigente del settore Affari Istituzionali, e Patrizia Del Principe, dirigente del settore Politiche Sociali e Cultura.
Gran parte della discussione ha riguardato i debiti relativi alle ex municipalizzate, sui quali hanno risposto la Giuliani, il ragioniere capo Giannangeli e Tommaso Cantalini, funzionario contabile. In particolare si è chiesto loro conto del riallineamento dei crediti e dei debiti tra le Spa e i residui attivi e passivi del comune dell'Aquila.
Per quanto riguarda l'Ama, debiti e crediti risultano allineati, grazie a una transazione, stipulata tra l'azienda e il Comune, di 380 mila euro.
Nei confronti del CTGS il Comune non ha debiti ma crediti (la somma si aggirerebbe sui 2 milioni di euro) ma sono soldi che probabilmente non vedrà mai, visto che il Centro Turistico, indebitato fino al collo, difficilmente riuscirà a pagarli.
Con l'Afm il debito è di 1 milione e 800 mila euro ma Giannangeli ha assicurato che la copertura per sanarlo è stata trovata.
Discorso diverso invece per l'Asm, per la quale il problema è il full recovery cost per gli esercizi successivi a quelli che la finanza obbligò a riconoscere, quindi quelli relativi al 2007, 2008 e 2009. Comunque sembra che la cifra complessiva sia di circa 6 milioni.
Ultimo ma non ultimo il Sed, che vanterebbe ancora crediti per circa un milione di euro.