E' il giorno dell'ennesimo viaggio a Roma. Alle 9, il sindaco Massimo Cialente e l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano incontreranno il premier Enrico Letta. Con loro, il vice ministro dell'economia Stefano Fassina e il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia. A fare da padrone di casa, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, l'abruzzese Giovanni Legnini.
Sul tavolo, i conti della ricostruzione. Non ci sono soldi, lo sforzo prodotto dall'esecutivo in Legge di stabilità è assolutamente insufficiente per rispondere alle esigenze del cratere. "Con questi ritmi, finiremo di ricostruire nel 2035", l'allarme di Cialente. "Tempi non compatibili con la vita della nostra comunità”. Parole che non sono affatto piaciute a Legnini: "La corretta informazione costituisce la base essenziale di qualunque valutazione ed iniziativa politica ed istituzionale", la replica piccata del sottosegretario alla mobilitazione cittadina del suo partito.
"Dire che il disegno di legge di stabilità non contiene nulla di più per l'Aquila e il cratere abruzzese o che si tratterebbe solo di 'spalmature' non risponde al vero". Le novità sono tre, ha spiegato: “I 600 milioni in più rispetto agli 1,2 miliardi stanziati a luglio sul 2014 e 2015, che portano l'importo stanziato a 1,8 miliardi, una delle voci più elevate del bilancio dello Stato; l'anticipazione al 2017 delle risorse del 2018 e 2019; la norma che consente al Cipe di autorizzare l'utilizzo delle risorse in relazione alle effettive esigenze della ricostruzione e che potrà quindi consentire la rapida impugnabilità dei fondi”.
Ci sarebbero, in altre parole, 1miliardo e 800 milioni fino al 2017: 450milioni di euro l'anno, per quattro anni. Non bastano. Sulla carta servirebbero almeno 3miliardi e 200milioni, e solo per il 2014. Per non arrivare al collasso, potrebbero bastare 600-700 milioni di euro l'anno, per tre anni. Evidentemente, siamo ancora molto lontani. E l'atmosfera, in seno al Partito Democratico, non è delle più tranquille. A testimoniarlo, la polemica a distanza tra l'amministrazione locale e il sottosegretario Legnini. "Non siamo isolazionisti", ha inteso chiarire Cialente, pregando il compagno di partito di "non usare parole di destra".
Un po' di acqua sul fuoco ha provato a gettarla proprio Legnini, annunciando che “al fine di migliorare le norme sulla ricostruzione dell’Aquila, contenute nella Legge di stabilità, e di supportare l’azione di governo e il percorso parlamentare della finanziaria, oltre al tavolo che si terrà stamane al ministero dell’Economia, si terrà un incontro tra il Pd aquilano e abruzzese con il segretario Guglielmo Epifani". Appuntamento fissato per l'8 novembre, nelle stanze della sede nazionale del Partito Democratico. A Roma. Di nuovo. Incontro voluto da Legnini per permettere ad Epifani di dare una prima risposta alla lettera aperta recapitata dal gruppo dirigente del Pd aquilano ai vertici nazionali di un partito che, nel frattempo, è lacerato dalla corsa alla segreteria. In calce, le firme di Cialente, Pezzopane, Lolli, D'Alfonso, D'Alessandro e Paolucci. I pezzi da novanta del partito, a livello locale e regionale. "Nei prossimi giorni ci saranno incontri tecnici e poi l'attività parlamentare", si legge nella lettera. "In queste sedi, noi avanzeremo le nostre proposte. Siamo pronti ad accettare soluzioni ragionevoli. Ci aspettiamo che le nostre proposte, in particolare gli emendamenti che presenterà la senatrice Pezzopane, avranno il sostegno di tutto il nostro Partito, anche per facilitare l'azione dei nostri esponenti nel Governo".
Le prime garanzie dovranno arrivare già stamane, dall'incontro con Enrico Letta e Stefano Fassina. Rispettivamente, vice presidente e responsabile economico del Partito Democratico. Anche perché, si legge tra le righe della missiva, "qualora questo territorio non dovesse ricevere le risposte necessarie, noi siamo disposti anche a promuovere mobilitazioni vibranti di protesta. Sappiamo bene che in questo momento il paese intero è lacerato da grandi sofferenze, ma chiediamo che anche le nostre non vengano dimenticate".