Non tirano venti di 'pace' in seno alla maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale. Anzi.
I rapporti tra Forza Italia e Noi con Salvini restano tesi e se n'e avuta un'altra, l'ennesima, conferma al momento della discussione consiliare sull'acquisizione dei terreni espropriati per la realizzazione dei campi sportivi di Arischia e Pianola. Una spaccatura che sta congelando anche le nomine alla presidenza delle partecipate.
Ma che cos'è accaduto? In fase di dibattito, il salviniano Fabrizio Taranta ha chiesto la parola per 'fatto personale' al presidente dell'assise Roberto Tinari: nel suo intervento, il consigliere aveva sottolineato le mancanze dell'amministrazione uscente di centrosinistra nella gestione della vicenda di Arischia, con l'inaugurazione del campo sportivo 'festeggiata' senza che fosse risolta l'acquisizione del terreno. Al consigliere hanno risposto Elia Serpetti (Il Passo Possibile) ed Emanuela Iorio (Pd), assessora uscente allo sport. Come noto, i consiglieri non possono parlare più d'una volta nella discussione di uno stesso argomento, eccetto che per un richiamo al Regolamento o per fatto personale, appunto, se ci si senta intaccati nella propria condotta. E' accaduto a Taranta; tuttavia, il presidente Tinari non ha concesso la parola all'esponente di NcS, invitandolo ad intervenire - eventualmente - in fase di dichiarazione di voto, a nome del gruppo. Così è andata, se non fosse che il consigliere - appena presa la parola - è stato immediatamente interrotto da Tinari che l'ha richiamato, esortandolo a limitarsi alla semplice dichiarazione. A quel punto è scoppiato il finimondo, con gli assessori Emanuele Imprudente e Luigi D'Eramo ed i consiglieri del gruppo che si sono scagliati contro il Presidente del Consiglio, costretto a sospendere i lavori.
Fuori dall'aula sono volate parole grosse, si è sfiorata persino la rissa. Tornati in aula, gli esponenti di Noi con Salvini si aspettavano le scuse di Tinari che, invece, ha dato la parola a Guido Quintino Liris per illustrare le delibere d'acquisizione dei terreni di Arischia e Pianola; fiutato il pericolo di un voto contrario dei salviniani, però, il vice sindaco ha proposto un rinvio della discussione relativa agli atti. Al momento del voto, tuttavia, gli esponenti di NcS, e non soltanto loro in realtà, sono usciti dall'aula ed è venuto meno il numero legale, sebbene alcuni consiglieri di centrosinistra fossero in aula. Tinari non ha potuto far altro che dichiarare sciolta la seduta; e così, su sei punti all'ordine del giorno ne sono stati affrontati soltanto tre.
Una brutta pagina di governo per la maggioranza di centrodestra che mostra sovente difficoltà di sintesi; in questo senso, non aiutano certo le assenze del sindaco Biondi che, per altri impegni istituzionali, raramente partecipa ai lavori dell'aula. Che poi, non è affatto chiaro cosa intendesse Liris quando ha chiesto il rinvio della discussione: una delibera che arriva in Consiglio, infatti, o si sottopone al voto dei Consiglieri o si ritira, non era mai accaduto - a memoria di chi scrive - che si chiedesse un rinvio.
Come ha giustificato, il vice sindaco, la richiesta di rinvio, rivelatasi inutile considerato che è venuto meno il numero legale? "Le due delibere prevedono il riconoscimento e il pagamento di espropri autorizzati con delibere di Giunta a metà degli anni '80", ha spiegato a news-town Giustino Masciocco (Articolo 1); "è anomalo, però, che i privati proprietari di particelle non abbiano mai reclamato i pagamenti mentre la Parrocchia di Santa Maria di Pianola e l'Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero ad Arischia reclamano, oggi, il pagamento di particelle dei terreni espropriati - che afferiscono loro al catasto".
Detto che il catasto non fa testo, "se il Comune espropria un terreno e dimentica di registrare l'atto è chiaro che resta intestato ai vecchi proprietari", lo stesso Giustino Masciocco e il collega Angelo Mancini (L'Aquila sicurezza e lavoro) hanno sollevato dei dubbi, piuttosto leciti; considerato che nel corpo della delibera ci sono due semplici dichiarazioni, l'una del Presidente dell'Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero e l'altra del Parroco di Pianola, che sostengono di non aver mai ricevuto somme per gli espropri, "abbiamo chiesto d'invertire l'onere: che fosse un dirigente del Comune dell'Aquila, in altre parole, a dichiarare che i terreni non siano stati pagati". Se non fosse che il dirigente Lucio Nardis, in Commissione, ha riferito che le dichiarazioni servivano ad "evidenziare il falso nel caso fosse emerso, successivamente, che l'Ente avesse in effetti versato le somme dovute. Non entriamo nel merito del deliberato", sottolinea Masciocco: "che i campi di Arischia e Pianola tornino nella piena disponibilità pubblica è obiettivo di tutti noi, ma è mai possibile che non si sa mai con certezza cosa avviene negli uffici Comunali?". Tra l'altro, la Ragioneria ha prodotto dei documenti che attestano diversi pagamenti dell'Ente verso l'Istituto e la Parrocchia di Pianola: "il dirigente non si ritiene investito, però, dell'abbinamento dei pagamenti alle tipologie di servizi; dunque, Liris ha proposto il rinvio per procedere, appunto, con gli abbinamenti e capire, così, se in effetti i terreni siano stati già pagati oppure no".
Non si è votato, però, per la mancanza del numero legale. "Non è la prima volta che diatribe tra forze di maggioranza portano alla sospensione dei lavori. Se il centrodestra pensa di regolare i conti a danno del Consiglio comunale ha sbagliato. Non è possibile che una giornata iniziata con un atto di responsabilità delle forze d'opposizione, che hanno riconosciuto nel sindaco Biondi il riferimento politico a tutela dell'autorevolezza e della dignità del Comune capoluogo, si chiuda, poi, con beghe di paese. Ci siamo già stufati".