Giuseppe Conte ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Dopo il giuramento del presidente del Consiglio, è proseguita al Colle la cerimonia che ha visto i 18 ministri presentarsi davanti al Capo dello Stato per pronunciare la formula di rito ("Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione").
Successivamente, c'è stato anche il passaggio di consegne a Palazzo Chigi con Paolo Gentiloni, attraverso la tradizionale cerimonia della consegna della campanella, con cui il premier apre e chiude i lavori del Consiglio dei ministri. Subito dopo, il nuovo presidente del Consiglioha riunito i ministri nel primo Cdm, che è durato circa 20 minuti.
Il governo, dunque, è entrato nella pienezza dei suoi poteri.
Mezz'ora dopo, il primo messaggio in pubblico del Presidente della Repubblica. "Torni finalmente la concordia, è questa la condizione perché l'Italia sia protagonista in Europa", che resta senza se e senza il nostro orizzonte e il nostro riferimento; "il nostro Paese intende svolgere un ruolo sempre più positivo all'interno della Ue", ha ribadito Sergio Mattarella, capace di comporre un puzzle politico che sembrava impazzito. Prima che l'Accademia di Santa Cecilia nel Salone dei Corazzieri eseguisse le musiche di Stravinskij, nel tradizionale concerto offerto agli ambasciatori di tutto il mondo in occasione del 2 giugno, il Capo dello Stato ha lanciato un appello a voltare pagina: "Occorre sempre - nella comunità internazionale come all'interno di ciascun Paese - rifuggire da parole di ostilità e di contrapposizione; contrastarle e rimuoverle. E ascoltare, invece, e far proprie, parole di concordia". Dal presidente della Repubblica "un forte augurio al governo che nasce", e un "grande ringraziamento" all'esecutivo uscente.
Fuori, davanti al palazzo, tanti curiosi e una selva di operatori. Il primo a fermarsi è il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. "È la mia terza volta", dice. E infatti è quello che ha pronunciato la formula con più sicurezza. Giovanni Tria, neoministro dell'Economia, il più bersagliato dai microfoni, rassicura: "In Italia nessuna forza politica vuole uscire dall'euro". Il più silenzioso è l'uomo della discordia, Paolo Savona. Salvini invece parla a ruota libera, dopo il giuramento. Rivendica: "Savona è al posto giusto per ricontrattare le regole Ue". Sulla conferma di Franco Gabrielli a capo della polizia: "Farò le mie valutazioni, ma certamente abbiamo una squadra che ha lavorato bene".
"E' ora di far ripartire il Paese, di mettere da parte la Fornero, di istituire il Reddito di Cittadinanza e il salario minimo orario. E lo faremo", scrive in un post su facebook il ministro in pectore del Lavoro e leader del M5S Luigi Di Maio.