“Non siamo qui chiedere le dimissioni di Massimo Cialente e della sua Giunta, siamo qui per dimetterli”.
Con le parole del capogruppo di Appello per L’Aquila, Ettore Di Cesare, si è aperta - poco dopo le 17 di ieri – l’assemblea convocata da movimenti e gruppi civici cittadini per dar vita ad un percorso nuovo, capace di costruire un’alternativa all’attuale classe dirigente. “Un’alternativa non solo possibile - ha sottolineato Annalucia Bonanni del Comitato 3e32 - ma oramai indispensabile”. Era tempo che Piazza Duomo non si mostrava così viva.
Oltre 500 persone hanno risposto all’invito di Apl, L’Aquila che vogliamo, 3e32, Assemblea cittadina e Consiglio civico aquilano, affollando il tendone per chiedere un cambiamento netto di persone e metodi, legittimato da un nuovo voto popolare. Nei minuti, assai concitati, in cui il sindaco Massimo Cialente rassegnava le dimissioni. Decisione accolta da un lungo applauso.
“E' necessario che la città – in questi venti giorni nei quali il primo cittadino potrebbe recedere dalle dimissioni, perché ci ha abituato anche a questo – faccia sentire il fiato sul collo dell'attuale classe dirigente”, ha sottolineato il capogruppo de L'Aquila che vogliamo, Vincenzo Vittorini. “Deve svegliarsi e riscattarsi. Abbiamo un compito importante, cancellare un'onta che sta macchiando l'immagine della città”.
“Credo che la gente sia venuta qui, nel cuore della città, per riprendersi la dignità”, ha incalzato Di Cesare. “In questi giorni, L'Aquila non ha fatto una bella figura. E dunque saremo noi a chiedere scusa agli italiani, a tutti i cittadini che hanno inviato qui anche una piccola donazione. Chi doveva non l'ha fatto, ce ne assumiamo noi la responsabilità. E, così, darci una possibilità di riscatto. Dare una possibilità alla ricostruzione, non solo materiale, di questa città. La responsabilità di quanto accaduto non è solo del sindaco e della Giunta ma per il ruolo che ricoprono è soprattutto loro. Non è possibile andare avanti. Nessuno si può stupire, nessuno può dire che non sapeva: sono mesi che in Consiglio comunale denunciavo quanto oggi sta emergendo. Sono stato deriso e insultato dal sindaco Cialente. Non ho risposto. Ho sempre pensato che il tempo fosse galantuomo, non credevo però fosse così veloce”.
La farsa del cronoprogramma della ricostruzione, lo scempio del territorio, un’idea di sviluppo fondata su progetti tanto clamorosi quanto opachi, le gravi inadempienze sul Piano di Protezione Civile hanno già ampiamente dimostrato l’incapacità di questa amministrazione, hanno sottolineato i cittadini che - uno via l'altro – hanno preso parola nel corso dell'assemblea. Stanchi di un sistema di potere politico ed economico che ha badato finora solo a soddisfare gli appetiti di pochi che fanno affari, mentre la città continua a impoverirsi e i giovani cercano un futuro altrove.
L'assemblea di ieri, in Piazza Duomo, è stata un primo momento di incontro, confronto e riflessione su di un percorso capace di restituire – nei mesi a venire - protagonismo e partecipazione ai cittadini. Nei prossimi giorni, si decideranno forme e modalità per dar seguito alla mobilitazione.
Il racconto per immagini, firmato da Giovanni Max Mangione.