"Francamente è sbagliato e pure inaccettabile, motivare le dimissioni per un presunto abbandono da parte del Governo. Parole che si prestano a letture strumentali e che spostano il piano della responsabilità. Il sindaco è liberissimo di fare le sue scelte, ma se decide di dimettersi, ciò accade solo a seguito di una indagine della magistratura".
Ancora il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, Partito Democratico. Titolare della delega alla ricostruzione del cratere. In una intervista rilasciata a 'La Stampa'. Ancora parole durissime e accuse pesanti nei confronti del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, Partito Democratico. Dimissionario. "C'è stata una escalation di critiche fino al punto di indicare il sottoscritto come un ministro incompetente, assente, addirittura disinteressato alle sorti degli aquilani. Le cose non stanno così. E mi spiego: il flusso di finanziamento non si è mai interrotto e mai si interromperà. C'è un impegno politico del governo e il sindaco lo sa bene. E' poi vero che gli ultimi stanziamenti sono limitati: 600milioni. Ciò è innegabile, stante la situazione della finanza pubblica. Ma appunto dobbiamo distinguere: un conto è il flusso di cassa, altro sono gli immobilizzi sul lungo periodo".
Cosa significa? "Che è inutile chiedere miliardi, che tutti sappiamo non esserci, quando poi la capacità di spenderli è sui 500milioni l'anno. Per dirla con semplicità, non serve a nulla un enorme serbatoio carico d'acqua se poi dal rubinetto passa un filo". In altre parole, il flusso dipende da mille cose. "Ci sono interdipendenze tecniche che non s'aggirano. E non possiamo prendere in giro i cittadini. E' inimmaginabile che il problema si possa risolvere in un anno o due. Occorrerà 1miliardo all'anno per i prossimi 5-6 anni. Importante è l'impegno del Governo, del ministro Saccomanni, del presidente del Consiglio, e mio, di non strozzare il flusso".
Poi, il ministro Trigilia fa i conti in tasca alla ricostruzione: "Dal 2009 ad oggi, sono stati spesi circa 12miliardi di euro. 43mila persone, pari al 60% degli sfollati, sono rientrati a casa. Con l'apertura degli Uffici speciali si registra un aumento delle pratiche da 400milioni a 1miliardo e 200milioni. E' aumentato il numero delle pratiche esaminate. Naturalmente non nascondo le difficoltà. Non si può però sostenere per mesi che L'Aquila è stata abbandonata".
Con Cialente, sottolinea il Ministro, "avrei voluto parlare soprattutto di qualità della ricostruzione. Nei giorni scorsi abbiamo costituito un gruppo di lavoro con la rettrice dell'università, il direttore del Gssi, esperti di sociologia e di economia. Il nodo è come affrontare la ricostruzione, con quale visione strategica, quali legami con lo sviluppo del territorio e se sia condivisibile farlo con uno strumento vecchio quale il Piano regolatore del 1975".
A leggere tra le righe: non si può nascondere che il ministro Trigilia sollevi questioni cruciali. E non si può certo nascondere che le sue parole siano un vero e proprio atto d'accusa nei confronti dell'amministrazione che, in questi anni, non avrebbe avuto una strategia chiara. Insomma, l'esecutivo guidato da Letta, del Partito Democratico, ha riproposto con forza il ruolo del Governo nella gestione della ricostruzione. Come il predecessore, Fabrizio Barca, del Partito Democratico, che aveva imposto l'istituzione degli Uffici speciali. "C'è un ragionamento da fare", incalza Trigilia. "All'Aquila saranno spesi 18-20miliardi dei contribuenti. E' possibile che questo fiume di soldi, di cui in ultima istanza è responsabile il Governo, si spenda senza un progetto strategico?".
Eccolo, il nocciolo della questione. Il Governo è convinto che a L'Aquila non ci sia un progetto strategico. Un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti dell'amministrazione e del sindaco dimissionario, Massimo Cialente. Una strappatura clamorosa, se è vero che si consuma nelle pieghe del Partito Democratico. Almeno a parole, compatto in città - con la segreteria cittadina - nel chiedere a Cialente di fare un passo indietro. Scollato dal Partito, però, a livello nazionale. Chiara la posizione del sottosegretario abruzzese Giovanni Legnini, anche lui del Pd: solidarietà politica e personale a Cialente, il Governo però - in questi otto mesi - avrebbe fatto la sua parte.
Difficile immaginare cosa accadrà nelle prossime settimane. Se è vero che un atto di 'conciliazione' dell'esecutivo Letta potrebbe spingere il sindaco a recedere dalla intenzione di dimettersi, è vero anche che le parole di Trigilia lasciano poco spazio alla speranza. Per il Governo, il dopo Cialente sembrerebbe già iniziato. A dimostrarlo, l'incontro del ministro Trigilia con Emilio Nusca, coordinatore dei sindaci del cratere, per discutere dei fondi per la ricostruzione senza l'invito al sindaco dell'Aquila, e l'istituzione del tavolo tecnico con l'università e il Gssi.
Restano le parole dell'assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano: "Le provvidenze della CIPE 135, stanziate dal ministro Barca, pari a 985 milioni di euro, non riuscivano a coprire a inizio 2013, il cospicuo importo dei progetti presentati delle periferie e dei centri storici. Solo nello scorso anno, infatti, il Comune dell'Aquila ha erogato contributi pari ad 1 miliardo 150 milioni, finanziamenti resi possibili esclusivamente tramite l'accordo firmato dall'amministrazione comunale con ABI. Questi dati smentiscono evidentemente le dichiarazioni del ministro su un tiraggio annuo in termini progettuali di soli 500 milioni di euro".
Sul Prg, l'assessore ha invitato - giorni fa - "ad un confronto immediato che chiarisca, al contrario di quanto affermato dal ministro, che proprio le disposizioni normative del Prg vigente hanno consentito di partire con immediatezza al restauro e al miglioramento strutturale dei centri storici". Invito caduto nel vuoto.
Nel mezzo, i cittadini dell'Aquila. Nel pantano della ricostruzione.