Lunedì, 07 Gennaio 2019 13:35

L'Aquila, Consiglio comunale sui diritti umani: manca (di nuovo) il numero legale

di 

Anche su un tema decisivo come i diritti umani, in Consiglio comunale è mancato il numero legale.

L'assise, riunita stamane in seduta straordinaria aperta in occasione della ricorrenza della Dichiarazione universale dei diritti umani, su iniziativa della consigliera Carla Cimoroni (L'Aquila Chiama), ha visto la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti di Amnesty International, Unicef, Emergency, Arci, Actionaid, Centro servizi del volontariato.

Ebbene, per evitare che la seduta del Consiglio si chiudesse con la solita, vuota, dichiarazione d'intenti, Cimoroni ha approntato un ordine del giorno che, in sostanza, chiedeva all'amministrazione di impegnarsi a valutare la possibilità di realizzare un dormitorio comunale, per le persone più in difficoltà; un dispositivo che la consigliera aveva discusso e 'mediato' con alcuni consiglieri di maggioranza, cui erano stati aggiunti, tra l'altro, due punti ulteriori, a firma del capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano, in accoglimento delle richieste del Csv e, in particolare, per la partecipazione del Comune, in partenariato, alla promozione del servizio civile nazionale e per l'affidamento di un alloggio del progetto Case, possibilmente in località Bazzano, ad esigenze di dopo-scuola. 

Atti concreti, che avrebbero dimostrato l'attenzione dell'assise per i diritti naturali dei suoi cittadini. 

Tuttavia, sarà per alcuni interventi dei consiglieri di minoranza che, nel corso della discussione, e a proposito di diritti, hanno stigmatizzato l'atteggiamento tenuto dal sindaco Pierluigi Biondi alla Fiera dell'Epifania, con l'esposizione in avvio dei lavori di cartelli con la scritta "Non è la mia indole" e con la richiesta di dimissioni giinta per voce della consigliera Emanuela Iorio, sarà per la fobia della maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale di toccare con mano i problemi degli invisibili di questa città, e sono tanti, sta di fatto che - appellandosi al regolamento - il presidente Roberto Tinari, dopo aver chiuso frettolosamente la discussione, ha dichiarato inammissibile l'ordine del giorno. 

Va detto, ad onor del vero, che non sono mancate occasioni, e proprio a margine di Consigli comunali in seduta straordinaria aperta, in cui gli ordini del giorno sono stati ammessi, pur non essendo stati presentati in forma scritta dieci giorni prima la convocazione dell'assise, come prevede il regolamento; e poi, Tinari non ha neanche disposto il rinvio dell'odg alla prossima seduta dell'assise civica, l'ha rimandato in Commissione. 

Dunque, il presidente ha messo ai voti una mozione che, riprendendo il testo della richiesta della convocazione, doveva essere finalizzata alla "promozione di un'agenda politica locale sui diritti umani": la vuota enunciazione di principi che si voleva evitare, appunto. A quel punto, i consiglieri di opposizione hanno abbandonato l'aula e la maggioranza, con soli 12 consiglieri presenti, non ha potuto procedere con la votazione, con Tinari costretto a sciogliere il Consiglio per mancanza del numero legale. 

Di nuovo. 

Insomma, una mattinata spesa invano. 

 

Ultima modifica il Lunedì, 07 Gennaio 2019 22:44

Articoli correlati (da tag)

Chiudi