Primo consiglio comunale oggi, dopo gli arresti dell'8 gennaio scorso e le dimissioni, poi ritirate, da parte del sindaco Massimo Cialente. Il primo cittadino è stato protagonista di un lungo intervento, relazionando sulla vicenda e chiedendo l'appoggio del consiglio comunale. Dopo l'intervento di Cialente si è aperto il dibattito in aula. il primo a prendere la parola è stato il capogruppo del Partito Democratico in consiglio Maurizio Capri (nella foto), che ha presentato all'assise un documento riguardante "una serie di obiettivi essenziali per la comunità da porre al centro del confronto col Governo nazionale", riguardante l'incertezza sul futuro dei comparti produttivi del territorio.
Il testo è stato condiviso con diverse parti sociali: Camera di commercio, Confindustria, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Coldiretti, Apindustria, Cna, Ance, Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti, Collegio periti industriali, Ordine degli avvocati, Ordine dei commercialisti, Confcommercio, Ordine dei medici e Collegio dei geometri.
Riportiamo di seguito la versione integrale del documento sottoposto da Capri:
Ferme restando le diverse opinioni tra i consiglieri comunali sulla gestione della ricostruzione e sulle strade scelte per fare fronte a quanto accaduto nelle ultime settimane, si propone di convergere su una serie di obiettivi essenziali per la comunità da porre al centro del confronto col Governo Nazionale, e ciò in considerazione di un contesto di vera e propria emergenza sociale del nostro territorio, che vede crescere in maniera esponenziale i dati legati alla chiusura delle imprese, con picchi preoccupanti per il settore agricolo. Occorre inoltre tenere in debita considerazione i drammatici indicatori che segnano un inesorabile declino delle attività commerciali. In tutti i comparti produttivi cresce l'incertezza legata al futuro e non vi è alcuna misura che riesca a consolidare l'esistente e, nel contempo, ad incentivare quei nuovi investimenti di cui il territorio avrebbe bisogno. Il quadro, dunque, si presenta allarmante in termine di tenuta sociale, poiché i dati delle imprese corrispondono ad una crescita esponenziale di persone inserite negli ammortizzatori sociali alle quali si aggiungono tutti coloro che sono privi di misure di sostegno al reddito.
Per questi motivi, nel confermare che la partecipazione dei cittadini è fondamentale ed imprescindibile, e nel confermare la necessità di individuare un progetto di sviluppo strategico del territorio, anche raccogliendo le indicazioni contenute nel documento OCSE, ci impegniamo a continuare il confronto sistematico con le parti sociali territoriali che sarà strumento di costante riferimento per il Comune dell'Aquila. Alla luce di quanto predetto, si indicano le seguenti azioni da intraprendere quali elementi di priorità della fase attuale, così come emerse dai primi incontri con le categorie produttive, le rappresentanze sindacali e gli ordini professionali.
1) Intervenire perché vi sia un salto di qualità nel sistema dei controlli delle procedure amministrative e della loro applicazione che, partendo da una valutazione il più possibile approfondita dell'attività svolta negli ultimi cinque anni (a partire dalla vicenda dei puntellamenti), si dedichi alla definizione di nuovi criteri applicativi delle procedure, in materia di ricostruzione privata e pubblica, con le rispettive implicazioni di natura legislativa, normativa e tecnica, anche in relazione ai rapporti tra i diversi soggetti coinvolti in questa sfera. Tali approfondimenti saranno propedeutici alla individuazione delle proposte da sottoporre al Parlamento ed al Governo perché si dia seguito ai provvedimenti che dovevano seguire la Legge Barca poi non emanati. Tra questi ultimi, certamente, vi sono l'elaborazione di un "testo coordinato" di tutte le diverse ordinanze e decreti emanati dopo il terremoto, ed una nuova disciplina che affronti le problematiche derivanti dalle imprese che hanno aderito a procedure concorsuali o comunque insolventi nei confronti di fornitori, subappaltatori e dipendenti, nonché tutte le altre misure che si riterranno necessarie per rendere più efficace e meglio controllata tutta l'attività di ricostruzione. Relativamente ai lavori, le forniture, gli appalti ed i subappalti nelle zone colpite da disastri naturali, per le quali è prevista un’azione risarcitoria/compensativa dei danni subiti sia sotto forma di indennizzo che di contributo o finanziamento da parte di Enti pubblici, non si applicano le modificazioni introdotte dall’art. 33 della L. 134 del 07/08/2012 al Regio Decreto n. 267 del 16/03/1942, (vale a dire il "concordato in continuità") nei confronti delle imprese coinvolte nelle azioni di ricostruzione, ripristino e riparazione. A tal fine si può indicare un comitato ove siano rappresentate le organizzazioni sindacali, datoriali e professionali.
2) Affrontare il problema delle risorse necessarie alla ricostruzione per il 2014 partendo da quanto certificato dagli Uffici della Ricostruzione dell'Aquila e del cratere che testimoniano che le intere risorse della legge 135 sono state totalmente impegnate per quanto riguarda il Comune dell'Aquila, la ricostruzione pubblica e, nel prossimo mese, anche per quanto attiene i comuni del cratere. Inoltre, sempre secondo gli uffici, le nuove risorse individuate dall'attuale Governo: 1 miliardo e 200 milioni per i prossimi sei anni e gli ulteriori 600 milioni per il 2014/2015 suddivise tra ricostruzione privata per il Comune di L'Aquila e i Comuni del cratere, ricostruzione dei Comuni fuori cratere, ricostruzione pubblica e spese obbligatorie(anche avendo la possibilità di una immediata totale anticipazione) riuscirebbero a finanziare solo i progetti già giacenti presso il Comune dell'Aquila per l'anno 2013 e qualche mese in più per quanto riguarda i Comuni del cratere. Per questi motivi si rende indispensabile lo stanziamento da parte del Governo di nuove risorse onde permettere il finanziamento dei progetti che verranno approvati nel 2014, dando seguito agli impegni assunti con l'approvazione dell'emendamento Pezzopane al Senato e che, nel primo provvedimento utile, il Governo adotti uno stanziamento di risorse adeguato, possibilmente con una procedura continuativa che rappresenti una certezza nella progressività delle erogazioni. Resta fermo l'obiettivo di fondo per noi essenziale e strategico che il Governo ai massimi livelli apra un negoziato con la Commissione Europea perché renda le spese necessarie (da parte degli stati membri) per intervenire nella ricostruzione dei territori colpiti da calamità naturali, anche attraverso anticipazioni pluriennali di risorse pubbliche, al di fuori dei tetti imposti dalle regole comunitarie.
3) chiedere al Governo, per quanto riguarda la restituzione delle tasse e dei contributi sospesi, di aprire immediatamente un tavolo politico con la Commissione Europea coinvolgendo i rappresentanti della nostra comunità e delle comunità delle altre regioni interessate dallo stesso problema (e ciò per evitare che passi la follia di chiedere una restituzione al 100% che rappresenterebbe un colpo letale alla nostra economia), fermo restando il principio secondo cui l’intervento sulla tassazione, soprattutto in questi casi, non può configurarsi come "aiuto di Stato", altrimenti si introdurrebbe una pericolosa prassi che potrebbe sfociare nella stessa osservazione rispetto ai diversi trattamenti fiscali delle imprese nei vari stati membri dell’UE
4) chiedere ai Ministeri della Coesione Territoriale e dello Sviluppo Economico di riconsiderare, previo il coinvolgimento delle categorie produttive e di tutte le parti sociali territoriali nonché della Camera di Commercio e del Cresa, le procedure per l'utilizzo del 5% a favore delle attività produttive sui fondi della ricostruzione in quanto le attuali modalità attraverso le quali lavora il “Comitato di Indirizzo” ed Invitalia si sono rivelate farraginose, lentissime e poco rispondenti alle reali esigenze degli operatori economici. Comunque chiediamo di bloccare il regolamento indicato per l'Asse A (15 milioni a favore delle P.M.I.) che è stato ripresentato così come era stato indicato nel lontano agosto 2013 nonostante le indicazioni diverse che l'intero territorio aveva fornito, spiegando al Governo che, nell'attuale formulazione, si tratta di una norma del tutto inefficace.
5) affrontare il problema dell'accesso al credito che sta strangolando l'intero sistema delle imprese, particolarmente quelle più piccole. Questa condizione, accanto alle tante difficoltà che il sisma ha determinato per il sistema delle imprese, è via via emersa come una vera emergenza. Si pone l'esigenza, quindi, di chiedere al Governo di studiare, insieme ai rappresentanti delle parti sociali territoriali, un intervento di natura straordinaria, anche rafforzando la patrimonializzazione dei “confidi” che operano nel territorio del cratere e senza le distinzioni pregiudiziali tra Confidi ex artt. 106 e 107 T.U.B. che la Regione Abruzzo voleva introdurre e per le quali è stato necessario un ricorso (vincente) al TAR anche predisponendo un sostanzioso “fondo di rotazione”, eventualmente utilizzando a tal fine una parte delle risorse del “5%”. A questa azione vanno affiancati strumenti dedicati al microcredito che diano supporto alle famiglie perché vi sia ripresa e razionalizzazione del debito pregresso.
Proponiamo inoltre una norma nazionale per il cratere, che permetta:
A) il superamento/deroga delle norme di Basilea
B) un incentivo fiscale, ovviamente rivolto esclusivamente agli istituti di credito che erogano finanziamenti alle P.M.I., commercianti e professionisti a condizioni agevolate.
6) Una nuova attenzione va riservata alle attività dell'agricoltura e dell'allevamento, in particolare facendo chiarezza sull'assegnazione dei pascoli che attualmente vede favorite imprese di fuori regioni (con pura funzione speculativa) a scapito degli allevatori del territorio e adottando un progetto di valorizzazione dei prodotti gastronomici del territorio, attraverso iniziative che consentono di garantire tracciabilità e qualità ai cittadini consumatori.