Centri storici delle frazioni dimenticati. E' la denuncia del consigliere d'opposizione Daniele Ferella che stamane, in conferenza stampa, ha sottolineato lo stato di abbandono che vivono i cittadini delle frazioni dell'Aquila. Accanto a lui Giorgio De Matteis, Emanuele Imprudente e il consigliere regionale Luca Ricciuti.
"Il 12 dicembre - spiega Ferella - ho presentato una richiesta di accesso agli atti riguardo la situazione dei contributi emessi nel 2013 per la ricostruzione privata. Ricorderete che il Comune dell'Aquila si era autodeterminato nella suddivisione delle risorse: il 60% dei finanziamenti sarebbero andati alla ricostruzione del centro storico della città, il 40% ai centri storici delle frazioni. A leggere i numeri che mi sono stati forniti dal dirigente del settore ricostruzione, Vittorio Fabrizi, siamo assai lontani dal rispetto delle norme che l'amministrazione aveva approvato".
In effetti - come potete leggere nel documento allegato - a fronte dei 557.875.696,61 euro emessi per il centro storico del capoluogo, sono arrivati soltanto 24.762.539,00 per la ricostruzione privata nei centri storici delle frazioni. "Non siamo affatto al 40%. Al contrario, i contributi assicurati alle frazioni sono pari al 4%", incalza Ferella. Non solo. "Il cronoprogramma approvato dal Consiglio comunale nel marzo 2013 - continua il consigliere d'opposizione - stabiliva la cronologia dei lavori nelle frazioni. Ebbene, metà dei fondi emessi sono arrivati - effettivamente - alle frazioni dove si era stabilito di far partire i lavori, l'altra metà al contrario è andata alla ricostruzione di altre località".
In altre parole, l'amministrazione comunale non sta rispettando alcuna regola per la concessione dei contributi. Anzi, sta violando le norme che aveva stabilito. "Siamo dinanzi ad una ricostruzione che fa distinzioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie Z. Avrete notato che nel corso della conferenza stampa di ieri, organizzata nelle sale della Gran Sasso Acqua, non si è fatto alcun riferimento alla realizzazione di sottoservizi nei centri storici delle frazioni. Come non esistessero. Pensate che alcune frazioni - Roio Poggio, Paganica, Tempera, tra le altre - stanno ancora aspettando dati certi sulla classificazione geologica. Che determina - giusto ricordarlo - la possibilità di ricostruire o meno in sito".
Una marginalizzazione insopportabile, per i cittadini delle frazioni della città: "La confusione è anche nella compilazione della scheda Parametrica. In alcuni centri storici - infatti - è stato apposto un vincolo paesistico. Se nel compilare la scheda, però, c'è l'obbligo di adeguamento sismico almeno al 61%, è evidente che la quasi totalità delle risorse concesse viene destinata proprio ai lavori di adeguamento. In altre parole, non ci sono i finanziamenti per rispettare le norme imposte dai vincoli. I cittadini si troveranno costretti a pagare i lavori di tasca propria se non vorranno veder bocciata la pratica di ricostruzione della loro abitazione. Al contrario, per la ricostruzione nel centro storico cittadino, viene riconosciuto un contributo per il vincolo paesaggistico".
Dunque, le richieste: "Chiediamo immediatamente dei sondaggi geologici, dove necessario. Poi, un progetto di sottoservizi per i centri storici delle frazioni. E, infine, il minimo rispetto delle regole che il Comune dell'Aquila ha inteso approvare".
"Chiediamo con forza l'avvio della ricostruzione nelle frazioni", incalza il consigliere Imprudente. "Il rispetto del cronoprogramma è vitale per dare speranza ai cittadini che stanno vivendo - in particolare gli anziani - un vero e proprio dramma sociale".
Discutendo di ricostruzione, il ragionamento si è fatto più ampio: "Assistiamo a conferenze stampa dell'assessore Di Stefano con Paolo Aielli, a conferenze stampa del sindaco Cialente con Paolo Aielli e intanto il Comune dell'Aquila presenta ricorso in Consiglio di Stato contro l'Ufficio speciale per la ricostruzione", attacca il consigliere regionale di centrodestra, Luca Ricciuti. ll riferimento - evidentemente - è alla decisione dell'amministrazione comunale che ha stabilito, su iniziativa dell'avvocatura, di fare appello al Consiglio di Stato contro le ultime tre sentenze emesse dal Tar che ha accolto già un centinaio di ricorsi presentati dai cittadini contro il Comune dell'Aquila per la mancata erogazione, nei tempi utili, dei contributi per la ricostruzione privata.
La giunta comunale, presieduta dal vicesindaco Betty Leone nei giorni delle dimissioni del primo cittadino, ha votato lo scorso 17 gennaio la delibera con cui si autorizza il ricorso davanti al Consiglio di Stato anche nei riguardi di ulteriori ed eventuali decisioni dello stesso tenore. "La vicenda delle pratiche lumaca, e le condanne che coinvolgono il Comune", aveva spiegato l’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, "rischiano di penalizzare fortemente l’ente dal punto di vista economico, ma anche di stravolgere la programmazione degli interventi di recupero delle abitazioni private. Abbiamo già chiarito in più occasioni che i ritardi nell’erogazione dei contributi non possono essere imputati all’amministrazione comunale. In precedenza le istruttorie erano affidate alla filiera di Fintecna, Cineas e Reluis e ora all’ufficio speciale per la ricostruzione e al Comune spetta solo il parere finale. Del resto, spesso non si riesce a fare tutto in 60 giorni, che diventano 120 per il centro storico, e se un ricorso tira l’altro, andiamo incontro ad una valanga di sentenze che faranno affogare il nostro ente".
A sentire Ricciuti, il ricorso al Consiglio di Stato è una vergogna: "La Giunta Cialente sta attaccando un ufficio che funziona e che sta portando alla città importanti risultati. Evidentemente, a qualcuno non è piaciuto che l'Usra gli abbia sfilato la banana da sotto il muso. L'amministrazione aveva una idea precisa su come gestire la ricostruzione: il commissariamento imposto dall'allora ministro Barca - in questo senso - è ogni giorno più scomodo. Perché l'Ufficio speciale sta lavorando seriamente e in trasparenza. Se la città dell'Aquila ha ottenuto l'anticipazione dei finanziamenti concessi per gli anni a venire è perché, finalmente, Aielli ha potuto giustificare sul piano tecnico - alla Ragioneria dello Stato - il reale andamento della ricostruzione".
"La gravità del ricorso è incredibile", sottolinea Giorgio De Matteis."Nei giorni scorsi, Cialente auspicava la nomina di Barca a Ministro per riprendere un discorso interrotto con la fine del governo Monti. Auspicava il ritorno dell'uomo santificato per aver commissariato il Comune dell'Aquila - per manifesta incapacità - con l'adozione degli Uffici speciali. Intanto, però, si tenta di rompere la collaborazione con l'Usra per meri fini politici. Evidentemente, infastidisce il controllo dello Stato".
De Matteis lascia intendere che il ricorso al Consiglio di Stato non sia affatto casuale: "Alla fine di gennaio, sono stati pubblicati tre bandi relativi all'individuazione di altrettante figure professionali di supporto all’Ufficio del piano regolatore generale del Comune dell'Aquila, in via di costituzione. Vogliamo scommettere sui nomi non nuovi che risponderanno al bando? Ricordo che nel regolamento che istituisce l'Ufficio speciale, è scritto chiaramente che Aielli ha parere vincolante sul Piano regolatore e sulle azioni urbanistiche: non è che a breve diventerà un problema?".
Insomma, vengono evocate grandi manovre in vista dell'istruzione del nuovo Piano Regolatore Generale. "E intanto - conclude De Matteis - si dimenticano completamente le frazioni".