In Consiglio comunale è mancato, di nuovo, il numero legale.
Al momento di discutere la mozione presentata dalla consigliera Carla Cimoroni (L'Aquila chiama) che prevedeva, in sostanza, l'emanazione di una ordinanza, entro trenta giorni dall'approvazione del provvedimento, che fissasse l'orario di funzionamento degli apparecchi dedicati al gioco d'azzardo, ovunque collocati, dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle 18,00 alle ore 23,00 di tutti i giorni, festivi compresi, prevedendo adeguate sanzioni in caso di violazione, erano presenti in aula soltanto 13 consiglieri, un numero insufficiente per garantire il prosieguo dei lavori, in quanto quella odierna era seduta di prima convocazione. Dunque, il presidente dell'assise Roberto Tinari non ha potuto far altro che sciogliere in anticipo la seduta.
D'altra parte, la maggioranza - con parecchie assenze tra i banchi sin dal mattino - aveva già lasciato intendere che avrebbe bocciato la proposta: evidentemente, per non votare avverso il provvedimento e lanciare, così, un messaggio assai poco educativo, alcuni consiglieri hanno preferito abbandonare l'aula.
In sostanza, la consigliera comunale di Fratelli d'Italia Ersilia Lancia e, con lei, il capogruppo della Lega Francesco De Santis, si sono detti d'accordo, nel merito, con la proposta della consigliera Cimoroni - sebbene De Santis abbia parlato di un provvedimento eccessivamente restrittivo - contestando la mozione, tuttavia, nel metodo, stante l'intenzione dell'amministrazione di predisporre un vero e proprio regolamento per il contrasto della ludopatia e del gioco d'azzardo.
In effetti, a gennaio 2018 l'assise consiliare aveva approvato all'unanimità un ordine di giorno presentato dal gruppo 'L'Aquila futura' che impegnava l'amministrazione a portare in Commissione, entro trenta giorni, una bozza di regolamento da approvare, poi, in aula; sono passati quasi due anni, però, e a parte la sortita dell'assessore Francesco Bignotti che, alla fine di aprile, aveva annunciato di aver depositato in V Commissione consiliare una bozza di modifica al Regolamento delle attività produttive, non si è fatto alcun passo avanti.
Cimoroni, tra l'altro, si era detta anche favorevole a ritirare la mozione incardinandola in un regolamento più ampio da discutere in Commissione, a patto che ci fosse l'impegno a portare il provvedimento in Commissione entro trenta giorni: un impegno che nessun esponente del governo cittadino si è sentito di assumere.
Si è persa, così, l'ennesima occasione di lanciare un messaggio chiaro; eppure, l'Abruzzo il fenomeno incide maggiormente sulle tasche dei cittadini, la provincia dell'Aquila detiene il primato del numero di slot machine per numero di abitanti e nel territorio comunale, nel 2017, sono stati spesi in giocate complessivamente 127,31 ml €, pari a 1833 € pro capite, più della stessa media regionale.
Un giro d'affare enorme, tant'è vero che stamane, in Consiglio, si aggirava il titolare di una attività commerciale con slot machine che ha distribuito ai consiglieri un articolo di stampa che, in sostanza, riportando numeri in modo confuso e piuttosto disordinato, denunciava come la ludopatia fosse "solo" all’8° posto tra le principali dipendenze in Italia, "ma stranamente prima per attenzione mediatica". In realtà, sono più che mai urgenti atti concreti per limitare la diffusione del gioco d'azzardo e i danni da ludopatia, anche tenendo presente che è sulle amministrazioni locali che si ripercuotono i maggiori costi di intervento, con particolare riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione di persone e famiglie interessate.
Venuto meno il numero legale, non si è potuto discutere nel merito della mozione che era stata presentata dal capogruppo del Pd Stefano Palumbo per la dichiarazione dell'emergenza climatica e ambientale; se approvato, il provvedimento avrebbe impegnato il Comune ad agire in tutti i modi, le sedi e le forme consentite dall'art. 118 della Costituzione italiana, affinché la tutela del diritto umano al clima diventasse il parametro dell'interesse pubblico primario, prevalente e non bilanciabile di qualsiasi azione di governo, per il pieno conseguimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi del 2015, delle azioni temporali indicate dal "Report 2018" dell'IPCC dell'ONU, e dei SDGs dell'ONU al 2030.
Prima della sospensione, l'assemblea aveva invece approvato all'unanimità un ordine del giorno presentato da Francesco De Santis (Lega) per l'abbattimento del consumo della plastica all'interno degli uffici comunali. Nel documento, vengono indicate campagne di sensibilizzazione tra dipendenti e amministratori, l'installazione di dispenser negli uffici con il coinvolgimento della Gran Sasso Acqua e la possibilità di limitare la vendita all'interno delle strutture pubbliche di bibite e bevande in contenitori di plastica usa e getta. L'ordine del giorno impegna inoltre il sindaco e la Giunta a promuovere una campagna di sensibilizzazione sull'argomento nelle scuole e in città.
Nel corso dei lavori, inoltre, sono state discusse due interrogazioni a firma, rispettivamente, dei consiglieri comunali Elia Serpetti e Antonio Nardantonio (Il passo possibile) su "Stato di attuazione del progetto sperimentale delle Delegazioni Amiche" e del consigliere Serpetti su "Ricostruzione privata nella frazione di Arischia". Dunque, l'assise ha dato parere favorevole al mutamento di destinazione d'uso e alienazione per alcuni terreni di natura demaniale nella frazione di Preturo.
E' stata invece ritirata la proposta di delibera riguardante il riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio che era stata portata all'attenzione dell'aula dal vicesindaco Raffaele Daniele. Parliamo di due contenziosi tributari; nel primo caso, a valle di un procedimento d'accertamento Ici non dovuto, il Comune dell'Aquila è stato condannato al rimborso delle spese di lite liquidate in 575 euro oltre spese generali: tuttavia, per l'inerzia del Settore Risorse finanziarie, inglobato nel Servizio Tributi diretto dal dirigente Fabrizio Giannangeli, si è arrivati ad un pignoramento presso la Tesoreria del Comune di 1.596,21 euro. Nel secondo caso, invece, a seguito di altri avvisi di accertamento Ici non dovuti, la Tesoreria - per errore - ha riconosciuto al contribuente non solo la somma attinente al contenzioso tributario ma anche somme non dovute, richieste indebitamente, per un ammontare di 1.261,50 euro.
In entrambi i casi, l'amministrazione attiva ha proposto delibera di riconoscimento delle somme come debiti fuori bilancio.
Al momento di discuterne in aula, però, il consigliere comunale Angelo Mancini (L'Aquila sicurezza e lavoro) ha avanzato una pregiudiziale: d'altra parte, è stato ribadito dai banchi delle opposizioni, andrebbe esperita prima la causa al responsabile del settore Risorse finanziarie, nel primo caso, ed alla tesoreria nel secondo, e soltanto dopo si dovrebbe regolarizzare la partita economica contabilmente. Su posizione opposta, invece, l'assessore al bilancio Daniele che, in sostanza, avrebbe inteso agire regolarizzando le somme come debiti fuori bilancio per poi avviare il recupero avverso i responsabili del danno patito dalle casse comunali.
Sta di fatto che l’articolo 56 del Regolamento del Consiglio comunale, ed in particolare il comma IV, in caso di pregiudiziale prevede che “può parlare, oltre al proponente, un consigliere a favore ed uno contro, per non oltre cinque minuti”. Il presidente del Consiglio comunale, al contrario, avrebbe voluto far intervenire l'assessore proponente la delibera, per delucidazioni: dinanzi alle proteste dell'opposizione, Tinari ha sospeso la seduta per 15 minuti (che sono diventati 45 circa) convocando l'ufficio di Presidenza che, tuttavia, non ha trovato l'unanimità sulla interpretazione della norma (i vice presidenti Lancia e Mancia, infatti, hanno ribadito a Tinari che l'assessore non avrebbe potuto parlare). A quel punto, il presidente si sarebbe affidato al parere della IV Commissione regolamento, da riunire ad horas in questi casi, se non fosse che il consigliere Giorgio De Matteis, stante l'evidenza che dalla maggioranza nessuno intendesse fare intervento contro la pregiuziale presentata da Mancini, ha chiesto all'assessore di ritirare la delibera per ulteriori approfondimenti, sebbene non avesse diritto ad intervenire sull'ordine dei lavori a votazione aperta. E così è andata.