Non solo Daniela Stati. In seno alle 9 liste che sosterranno la candidatura di Luciano D'Alfonso alle elezioni regionali del 25 e 26 maggio - l'ex sindaco di Pescara sarà appoggiato da Pd, Sel, Psi, Idv, Centro democratico/Scelta civica, Abruzzo liberale e dalle 'civiche' Abruzzo facile e veloce, Luciano Presidente, D'Alfonso Presidente - potrebbero essere più di 60 i candidati transfughi del centrodestra.
Daniela Stati, come detto. E ancora Daniele Toto, nipote dell'imprenditore Carlo, l'assessore della giunta Chiodi, Angelo Di Paolo, Donato Di Fonzo, presidente del Consiglio comunale di Lanciano, eletto nel 2000 in Consiglio regionale nelle fila di Forza Italia, Gianni Teodoro, eletto consigliere provinciale di Pescara con il Pdl, e altri esponenti politici di lungo corso non certo ascrivibili al centrosinistra.
La scelta di dar vita a ben tre liste civiche, del resto, è stata dettata anche dalla necessità di trovare un posto a transfughi, trombati, rottamati, convertiti dell'ultim'ora e altri personaggi in cerca di un posto al sole. "Anche in altre regioni dove si è votato o dove si voterà", aveva spiegato D'Alfonso, "ci sono o ci sono state liste di identità partitica e politica, liste del territorio, liste della società, liste composte semplicemente da coloro i quali vogliono mettere a disposizione la loro esperienza. L'importante è che poi ci sia la volontà di mantenere unito il quadro. Per quanto mi riguarda, ogni volta che ho governato l'ho fatto avendo a fianco persone provenienti da esperienze politiche diverse".
Equilibri avanzati, l'ha definiti il candidato presidente. Che stanno creando, però, parecchi malumori in coalizione.
"Nove liste per D'Alfonso? Sono troppe", ha sentenziato qualche giorno fa - ai microfoni di NewsTown - la senatrice Pezzopane. "Non abbiamo bisogno dei transughi del centrodestra. Penso che la vittoria del centrosinistra si possa ottenere senza un proliferare estremo di liste e penso anche che non abbiamo bisogno dei transughi del centrodestra o almeno di quelli che ancora oggi ricoprono importanti ruoli amministrativi. Penso al contrario che ci dovremo rivolgere di più a un'opinione pubblica libera che confida nel cambiare il destino di questo Abruzzo".
Parole condivise da Pierpaolo Pietrucci, che si prepara alla sfida delle primarie che incoroneranno il candidato consigliere aquilano. Nell'intervista concessa a NewsTown, l'ex capo di gabinetto del sindaco Cialente ha sottolineato come l'obesità di liste sia il segnale del trend vincente e che "tutti si stanno posizionando per salire sul carro del vincitore. Mi preoccupa e mi indigna il saltare da una parte all'altra di certi personaggi della politica abruzzese". Più 'diplomatico' lo sfidante Alfredo Moroni: "Imbarcare molte persone di provenienza diversa può agevolare la vittoria ma rendere difficile il governo della Regione".
Intanto, sarebbe pronto un documento di dissenso formale, firmato dai consiglieri democrat della provincia dell'Aquila, che verrà presentato all'ex sindaco di Pescara con la minaccia - poco credibile, in realtà - di un boicottaggio del voto.
Atmosfera incandescente, insomma. E stamane, anche Sinistra Ecologia e Libertà ha inteso esprimere dubbi e perplessità sul percorso elettorale disegnato da Luciano D'Alfonso: "L'Abruzzo è in difficoltà seria. La nostra regione esce devastata dal fallimento delle politiche del centrodestra di Chiodi, per questo si impongono delle forti scelte politiche, economiche, sociali e morali di netto cambiamento. Sel vuole essere protagonista di un percorso reale di svolta all'interno di una coalizione del centrosinistra, alternativa per programmi, idee e metodi al centrodestra di Chiodi. Dobbiamo però, riscontrare che la situazione odierna non ci pare andare in questa direzione".
La preoccupazione del coordinatore regionale, Tommaso Di Febo, è che il vincitore delle primarie e il Partito Democratico siano più interessati alle candidature fuori dal campo del centrosinistra, che all'iniziativa politica e programmatica comune. "Già dalla fase di accordo per le primarie avevamo chiarito in un documento e oggi ribadiamo che siamo favorevoli ad una coalizione aperta alla società civile, ma siamo indisponibili alle proliferazioni di liste civiche, se utili solo a mascherare operazioni di trasformismo e di ricollocazioni di ceto politico".
In merito a questo punto, sottolinea Di Febo, "negli incontri ufficiali di coalizione, ci era stato garantito che non si sarebbe dato seguito a candidature coinvolte nei governi di centrodestra neanche nelle liste civiche. Il quadro oggi pare drammaticamente mutato. Tali condizioni, non solo non sono state rispettate, ma non si è neanche ritenuto necessario mettere a conoscenza le forze politiche che hanno dato vita alla coalizione e alle primarie di quanto stava accadendo. Ad oggi, solo dopo numerose e insistenti richieste, siamo riusciti ad ottenere un incontro di coalizione con il candidato presidente, che si terrà domenica 30 marzo".
Poi, l'affondo: "Se non otterremo risposte chiare, che vadano nella direzione di costruire un vero processo di cambiamento che metta al centro i problemi della Regione, non esiteremo a cambiare rotta. Ribadiamo, quindi, la nostra contrarietà a operazioni politiche trasformiste e avvertiamo il Pd di non tirare troppo la corda ... perché prima o poi si spezza!"