Nel giorno della riconferma di Fabrizio Magani alla direzione abruzzese dei Beni culturali, al 'Salone della ricostruzione' - collocato nella sua quarta edizione presso il polo industriale di Monticchio - si è svolto il convegno con al centro i due maggiori progetti di restauro in corso dopo il sisma: quello delle mura urbiche e della Basilica di Collemaggio.
A moderarlo lo stesso Magani che alla presenza della sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borlotti dell'Acqua Buitoni, del Vescovo Giuseppe Petrocchi e del Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, ha confermato gli ottimi rapporti tra la Direzione regionale e il Comune aquilano e la sua soddisfazione per l'andamento del progetto di restauro delle mura urbiche e per quello del Museo nazionale sistemato nei locali dell'ex mattatoio, vicino la stazione ferroviaria.
Anche la sottosegretaria Buitoni si è mostrata ottimista: "Dal 2009 sono venuta ogni anno all'Aquila, e nei primi constatavo solo desolazione e devastazione. All'inizio come Italia abbiamo dimostrato una grande incapacità nell'affrontare la situazione. Poi la 'barca' della ricostruzione è partita - ha aggiunto la sottosegretaria, ex presidente del FAI - adesso ci sono tanti cantieri e quindi una maggiore speranza anche per la valorizzazione dei beni culturali e dell'intera città. Un esempio il restauro già avvenuto della Fontana delle 99 Cannelle, realizzato dal FAI. Un ringraziamento va all'ENI per il finanziamento per Collemaggio perché senza non ce l'avremmo fatta".
Bisognerà attendere la Perdonanza 2015 per poter rivedere dall'interno la Basilica di Collemaggio quando per la precisione "sarà riaperto un primo lotto funzionale", anticipa l'architetto Antonello Garofalo della Soprintendenza, direttore dei lavori di restauro nel team messo su dall'Eni per il restauro.
"Il restauro - ha aggiunto Garofalo - è stato affidato alla soprintendenza che si è avvalsa della collaborazione scientifica di tre università: quella dell'Aquila (facoltà di Ingegneria), il Politecnico di Milano (Facoltà di architettura) e la Sapienza di Roma (facoltà di architettura), con la collaborazione del professor Croci che ha curato i lavori di messa in sicurezza della basilica".
Grazie al lavoro delle Università si stanno individuando i problemi che hanno portato al crollo: "La Basilica si adagia al di sopra di un declivio - ha continuato Garofalo - e nella zona del transetto si crea una fragilità fisiologica che si traduce in un aggravio di sollecitazioni nel momento in cui c'è il sisma". Oltre al crollo del transetto c'è stato quello delle dei due grossi pilastri: "Saranno ricostruiti in maniera performante, armati all'interno e rivestiti con la pietra recuperata nel crollo. Sarà ricomposto anche il transetto".
Si tratterà insomma di un restauro conservativo che tenderà a mantenere lo stato pre esistente al sisma "con qualche probabile modifica da definire in sede di intervento" conclude Garofalo. A non poter essere recuperate saranno invece le superfici barocche sulle volte del transetto.
L'architetto Antonio di Stefano della soprintendenza ha invece esposto nei dettagli il progetto di riqualificazione delle mura urbiche. Un progetto da 8 milioni provenienti dai fondi Por e Fasr ottenuti dalla Regione Abruzzo.
"Le mura dell'Aquila corrispondevano sia ad uno scopo difensivo che daziario - ha ripercorso Di Stefano - e sono tra le più lunghe d'Italia. Furono costruite nel 1252 e poi ridotte dopo la conquista della città da parte di Manfredi". Poi l'architetto ha mostrato le porte della città: "Sono un numero indefinito anche se ci si accorda comunemente sul numero di dodici".
E cioé: Porta Paganica, Brinconia, San Lorenzo, Barete, Romana, Rivera, Roiana, di Bagno, Tione, Bazzano, Leoni, Castello.