Tra le novità con cui i candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali dovranno fare i conti c'è la cosiddetta legge Barca - la 134 del 2012 - che sancisce l'incompatibilità tra cariche elettive in organi di indirizzo politico e incarichi tecnici nei procedimenti riguardanti la ricostruzione.
La norma è contenuta nell'articolo 67 quater, comma 11, e recita: Le cariche elettive e politiche dei comuni, delle province e della regione nei cui territori sono ubicate le opere pubbliche e private finanziate ai sensi del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, sono incompatibili con quella di progettista, di direttore dei lavori o di collaudatore di tali opere nonché con l'esercizio di attività professionali connesse con lo svolgimento di dette opere, ivi comprese l'amministrazione di condomini e la presidenza di consorzi di aggregati edilizi. I soggetti che alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto sono in condizioni di incompatibilità possono esercitare la relativa opzione entro novanta giorni. Il regime di incompatibilità previsto dal presente comma si applica anche ai dipendenti delle amministrazioni, enti e uffici pubblici, che a qualsiasi titolo intervengano sui procedimenti inerenti alla ricostruzione.
Anche se la legge non parla di ineleggibilità ma solo di incompatibilità (per cui un tecnico che abbia incarichi nella ricostruzione può anche candidarsi ed essere eletto purché poi scelga se continuare a svolgere la propria attività professionale o assumere la carica di consigliere comunale, provinciale o regionale) c'è già chi mette le mani avanti.
E' il caso di Antonio Morgante (Forza Italia) che ieri, sul proprio profilo Facebook, ha sollevato il caso di una probabile ineleggibilità dell'ex sindaco di Rocca di Mezzo e attuale coordinatore dei sindaci dei Comuni del Cratere Emilio Nusca.
Nusca infatti è il capolista di "Regione Facile", una delle liste civiche che sostiene la candidatura del candidato di centrosinistra Luciano D'Alfonso.
Scrive Morgante: "La moderazione e l'attenzione dell'ex sindaco Emilio Nusca mi costringono a pensare che lo stesso abbia meditato in modo poco approfondito se candidarsi o meno alle prossime regionali. Spero abbia valutato che il suo attuale ruolo di vertice nel coordinamento dei Comuni del Cratere può rendere nulla la sua candidatura per evidente ineleggibilità".
Poi l'affondo: "Un aspirante consigliere regionale che è coordinatore di sindaci di Comuni che complessivamente contano circa settantamila abitanti, in un settore delicato come quello della ricostruzione, è obiettivamente un problema serio. In materia di ineleggibilità e incompatibilità vale il principio di legalità, ovvero non può essere applicata l'interpretazione estensiva delle norme ma nessuno può impedire che ogni avente diritto possa ricorrere alla corte Costituzionale per evidente disparità di trattamento. In altre parole non può essere ineleggibile il sindaco di un comune piccolo e eleggibile il coordinatore dei Comuni del Cratere simsico per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma".
Per la verità, la carica di coordinatore dei sindaci delle aree omogenee è un ruolo puramente rappresentativo, per il quale Nusca non percepisce né indennità né compensi. Ciò non toglie, tuttavia, che sia una carica che conferisce a chi la ricopre una certa influenza.
Raggiunto telefonicamente da NewsTown, Nusca non ha chiarito se, qualora venisse eletto, si dimetterà dal ruolo di coordinatore: "E' una decisione che dovrò prendere insieme agli altri sindaci, molti dei quali hanno firmato un documento che sostiene la mia candidatura".
Ma per l'ex sindaco di Rocca di Mezzo un ulteriore problema di incompatibilità, molto più concreto di quello evocato da Morgante, potrebbe porsi dal momento che, oltre a essere il rappresentante dei sindaci del Cratere, è anche ingegnere e progettista, con all'attivo diversi incarichi direttamente legati alla ricostruzione in vari Comuni.
Sentito anche su questo punto, Nusca ha risposto: "Si tratta di un numero esiguo di progetti, la maggior parte dei quali localizzati al di fuori del Comune dell'Aquila. Comunque, qualora fossi eletto, non avrei dubbi: rinuncerei alla mia attività professionale per svolgere quella di consigliere regionale".