Chiusure mirate tra territori considerati più a rischio, quelli con l'Rt più elevato - aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova, Torino, porzioni del Veneto e alcune regioni meridionali - e stop agli spostamenti non strettamente necessari tra regioni.
Sono queste le misure al vaglio del governo e di cui si è discusso nella riunione svoltasi nek pomeriggio di sabato 31 ottobre tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza che torneranno a vedersi domani, domenica 1 novembre.
Alla riunione erano presenti anche Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Agostino Miozzo e Domenico Arcuri.
Durante l'incontro, secondo fonti di Palazzo Chigi, c’è stato un ampio confronto nel corso del quale gli esperti hanno fornito l'interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell'Istituto superiore di sanità, presentato venerdì.
Sono stati analizzati lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità. All'esito dell'incontro il presidente Conte è rimasto in riunione con i soli capidelegazione per continuare il confronto politico. Alla fine di questa seconda riunione il ministro Speranza ha chiesto al Cts di riunirsi e di fornire al governo indicazioni specifiche su quei territori che al momento presentano maggiori criticità e necessitano di ulteriori misure restrittive rispetto al quadro normativo attuale. Il governo confida di ricevere una risposta da parte del Cts già in serata.
Domenica mattina ci sarà un confronto del Governo con le Regioni mentre nel pomeriggio, alle 15.30, è prevista una nuova capi delegazione, allargata ai ministri più direttamente interessati dalle questioni legate alla gestione della pandemia. Sempre domani alle ore 17 all'incontro si uniranno anche i capigruppo di maggioranza. Il nuovo Dpcm potrebbe arrivare già lunedì.
Boccia: "Si chiude dove serve, Rt non uguale ovunque"
"Se c'è la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l'Rt non è uguale dappertutto, questa cosa evidentemente in questo momento va spiegata bene e va rafforzata anche attraverso gli strumenti tecnologici di cui ci siamo dotati" è la linea anticipata nel pomeriggio dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che ha precisato come "in questo momento le aree interne non sono nella condizione delle aree metropolitane, dove c'è una maggior difficoltà legata alla densità di popolazione".