Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene". Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.
E' la voce narrante di Hubert, nella scena iniziale del magnifico film 'L'odio', scritto e diretto da Mathieu Kassovitz.
Una metafora che potrebbe raccontare questi quattro anni di legislatura in Consiglio comunale, con le forze di centrodestra alle prese con spaccature, cambi di gruppo - e non ci contano più - crisi aperte e poi rientrate, voti contrari, astensioni mirate, bocciature di provvedimenti pure importanti per equilibrismi politici, assenze strategiche per far mancare il numero legale.
Ciò che è accaduto stamane, però, è davvero incredibile.
All'attenzione del Consiglio comunale, riunito in modalità mista con alcuni consiglieri in presenza e altri collegati su piattaforma digitale, tra i vari punti all'ordine del giorno c'era lo schema d'accordo con l'Ater per la permuta del complesso immobiliare di Porta Leoni e dello stabile di via dei Verzieri a Preturo.
Dopo una breve sospensione, al momento di riprendere i lavori per la discussione del provvedimento risultavano presenti 16 consiglieri comunali: oltre al sindaco Pierluigi Biondi, erano infatti assenti il consigliere Leonardo Scimia (poi riapparso in chat) e il gruppo di Forza Italia (Giorgio De Matteis, Marcello Dundee, Berardino Morelli e Chiara Mancinelli con l'eccezione del presidente Roberto Tinari) che ha deciso di non votare il provvedimento, aprendo un altro squarcio, l'ennesimo, in seno alla maggioranza; in realtà, al momento del voto Dundee è poi rientrato in aula, astenendosi, segnando così la rottura col gruppo azzurro. Ma questa è un'altra storia.
Sta di fatto che presidente del Consiglio Tinari ha comunicato a microfono che non c'era il numero legale; tuttavia, è stata corretto dal segretario generale Lucio Luzzetti che, su concitato impulso di alcuni membri dell'Ufficio del Consiglio comunale, ed in particolare della dipendente Lorella Reato, ha consultato il regolamento arrivando alla conclusione - non condivisa dai consiglieri di centrosinistra che, pur non avendo risposto all'appello, erano in aula - che si sarebbe potuto andare avanti, considerato che il primo cittadino non andava computato e, dunque, il numero legale c'era sebbene i voti non sarebbero stati sufficienti ad approvare la delibera.
I consiglieri di minoranza hanno abbandonato polemicamente la sala consiliare, dopo un confronto piuttosto acceso col segretario generale e il presidente del Consiglio; a quel punto, i lavori sono ripresi: come detto, in chat è riapparso il consigliere Scimia e, dunque, si è arrivati alla sofferta approvazione del provvedimento con 17 voti favorevoli e 1 astenuto (Dundee, come detto).
Qui, l'articolo sul Consiglio comunale.
Ora, la sorpresa.
Tinari si sarebbe reso conto che avevano ragione i consiglieri di opposizione e, dunque, la votazione dovrebbe essere annullata: a questo punto, il Consiglio comunale dovrebbe essere riconvocato d'urgenza il 23 giugno prossimo e, così, la delibera sullo schema d'accordo con l'Ater verrebbe riportata all'attenzione dell'assise civica.
Il presidente del Consiglio comunale avrebbe già informato i capigruppo di maggioranza e opposizione. Tutto da rifare, insomma.
Se non fosse che, in serata, Tinari ha diffuso un comunicato stampa "smentendo categoricamente" di aver annullato la votazione sulla delibera di approvazione dello schema di protocollo di intesa Comune-Ater per la permuta di immobili ai fini della realizzazione di un parcheggio nei pressi dell’area di San Bernardino. "La volontà della massima Assemblea democratica cittadina è stata espressa pubblicamente e non è dato a nessuno – men che meno al suo presidente – di invalidarla. Nel dichiarare legittima la prosecuzione dei lavori consiliari dopo l’appello che ha fatto seguito a una pausa e prima del voto in questione, ci siamo attenuti a pronunciamenti di organismi istituzionali e a criteri ben specifici. Pertanto, tutto quanto è accaduto successivamente è, al momento, da ritenere perfettamente valido".
Tuttavia, ha aggiunto, "in osservanza della massima correttezza e a tutela delle decisioni consiliari e dunque dell’interesse della cittadinanza, domattina riunirò il consiglio di presidenza per approfondire la questione, norme alla mano e soprattutto verificando con la registrazione della seduta chi ha effettivamente partecipato alla seduta in occasione dell’appello per la ripresa del Consiglio. Il fatto che l’Aula si riunisca parte in presenza e parte in videoconferenza potrebbe aver determinato qualche problema quanto all’effettiva partecipazione di consiglieri che, per difetto di connessione, non sono riusciti a far registrare la loro presenza".
Se, nel corso della riunione del consiglio di presidenza, dovessero emergere situazioni che metterebbero a repentaglio la regolarità del voto, "non avrò nessun problema a riconvocare la seduta. Ma può darsi anche che la disamina capillare che verrà svolta fornirà risposte positive sulla regolarità della seduta. In conclusione, soltanto seguendo questi percorsi, all’insegna della trasparenza e della correttezza, che si potranno prendere decisioni serene, oggettive ed efficaci, e non certo con impossibili e inesistenti azioni di imperio che, peraltro, non mi appartengono a nessun livello".
Come è possibile si sia arrivati a questo punto? E chi si assumerà la responsabilità di questo brutto scivolone?
Per l'ennesima volta, stamane, il Consiglio comunale dell'Aquila ha restituito un'immagine assolutamente svilente; non aiuta, certo, la modalità mista, con i collegamenti 'ballerini' della piattaforma digitale cui siamo tristemente abituati: microfoni lasciati aperti col fastidioso vociare di fondo, consiglieri che non sentono, altri che non vedono, risposte tardive e spesso confuse agli appelli segno che, nel frattempo, chi è in collegamento sta facendo altro e non sta seguendo i lavori del Consiglio. Scene non degne di un capoluogo di Regione.
Così come è imbarazzante assistere alla 'rincorsa' dei consiglieri assenti, spinti a collegarsi - almeno a collegarsi, mica a partecipare - per non far mancare il numero legale.
Ci si aspetta altro, davvero.
I consiglieri di opposizione: "Avevamo ragione noi"
"Avevamo ragione noi. La votazione sulla delibera di Porta Leoni non poteva tenersi per mancanza del numero legale alla ripresa dei lavori. Quella operata dalla presidenza del consiglio era una forzatura illegittima su suggerimento del segretario generale a cui il presidente Tinari, seppur tardivamente, ha messo riparo annullando una votazione farlocca".
Così i consiglieri di opposizione Stefano Palumbo, Paolo Romano, Elia Serpetti, Giustino Masciocco, Annalucia Bonanni, Angelo Mancini, Lelio De Santis, Americo Di Benedetto, Stefano Albano, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio, Elisabetta Vicini e Edlira Banushaj.
"La mancanza di cultura amministrativa unita alla scarsa capacità di programmazione e soluzione dei problemi sono le cifre stilistiche di questa Giunta e di questa maggioranza. Del resto basta guardare la comunicazione del sindaco che aumenta di pari passo alle criticità che aspettano di essere affrontate. Sarebbe bastato avere il coraggio di aprire una discussione franca per evitare la figuraccia di oggi: purtroppo hanno prevalso arroganza e superficialità, nel tentativo mal riuscito di ridurre il tutto a una fredda ratifica di un atto amministrativo da tenere al riparo dai chiarimenti richiesti nel corso delle due commissioni consiliari tenute sull’argomento e mai pervenuti".
"Nessuna spiegazione su come la valutazione economica dell’operazione sia passata dai 7 milioni e 400 mila euro del 2017 ai quasi 11 milioni di euro oggetto della delibera odierna - ribadiscono i consiglieri di opposizione - nessuna giustificazione sulla volontà di separare l’intervento di demolizione dal resto dei lavori con evidente elusione delle norme previste dal codice degli appalti, nessuna garanzia sull’intervento complessivo di riqualificazione dell’intera area, ma solo una misera operazione politica in vista delle elezioni comunali per provare a dare alla città, dopo 4 anni di colpevole inerzia, una piccolissima risposta all’enorme problema della carenza di parcheggi in centro storico. Far coincidere gli interessi della città con quelli di una maggioranza di governo dovrebbe essere scontato, eppure quasi mai lo è stato nel corso di questa consiliatura. Noi vogliamo invece che la realizzazione del parcheggio non sia alternativa alla riqualificazione dell'intera area previsto dal progetto strategico di Porta Leoni, non ci pieghiamo alla mediocre propaganda di questa maggioranza ma pretendiamo, nell'interesse degli aquilani, certezze e qualità per un intervento che ha l'ambizione di riqualificare un'area importante della nostra città".