"Chiediamo a tutte le forze antifasciste e democratiche di collaborare all'elaborazione di un protocollo che individui e stabilisca le modalità per azioni di contrasto costanti e condivise da attuare ogni volta che spazi fisici, politici e identitari saranno oggetto di incursioni fasciste anticostituzionali".
E' l'appello che la CGIL della provincia dell'Aquila lancia alle realtà antifasciste del territorio.
"La vile aggressione fascista perpetrata ai danni della nostra organizzazione - spiega il sindacato - deve far riflettere profondamente sul declino sociale e culturale che stiamo attraversando. L’adesione ai valori ed ai principi costituzionali hanno sempre garantito la tenuta democratica del nostro paese. Uguaglianza, solidarietà, democrazia e partecipazione sono i pilastri di una pacifica convivenza tra le persone. L’attuale modello capitalistico continua a produrre disuguaglianze, povertà e marginalità di intere comunità, le quali attendono risposte concrete che si basino su una nuova visione di Paese. Molte sono state le parole di solidarietà rivolte a noi e al mondo del lavoro, colpito ancora una volta dalla ferocia fascista che con tutta evidenza ha l’intento di limitare la nostra capacità di intervento e di azione. Dividere, frammentare e indebolire il mondo del lavoro è il vero obiettivo delle organizzazioni neofasciste che hanno violato la nostra sede Nazionale e non solo, ma la risposta è stata forte e ferma, unita nei valori e nei principi della Carta Costituzionale".
Domenica scorsa, in linea con quanto avveniva contemporaneamente in tutte le sedi CGIL sul territorio nazionale, all’Aquila [qui] ed a Sulmona si sono svolte partecipate assemblee alla presenza di iscritti ed iscritte, lavoratori e lavoratrici, esponenti del mondo dell’associazionismo, dei partiti politici, delle istituzioni e di cittadine e cittadini.
"Unanime è stato il coro di condanna per quei vili ed ignobili atti. Ciò che abbiamo chiesto ai rappresentanti delle Istituzioni anche in quell’assise è che alla solidarietà espressa verbalmente si leghi anche una solidarietà attiva. Non possiamo accontentarci; il pericolo è che diventi riduttiva la sola condanna tout court degli atti di violenza e che si sottovaluti la vera matrice che porta a tali azioni. E’ necessario dapprima comprendere e poi agire riconoscendo che quegli atti violenti hanno una chiara ed inequivocabile radice politica ed ideologica, palesemente contraria ai valori e principi costituzionali".
La politica deve produrre atti politici, azioni di tutela e garanzia nel rispetto della legge, deve essere capace di assumersi le proprie responsabilità difendendo la comunità che istituzionalmente rappresenta, sottolinea la CGIL. "Eppure ancora una volta, dopo il voto contrario del consiglio comunale dell’Aquila [qui l'approfondimento] e del consiglio della Regione Abruzzo [qui] su mozioni che richiamavano i valori dell’antifascismo, dobbiamo prendere atto che gli opportunismi elettorali o di partito prevalgono sul senso di responsabilità ed è per questa ragione che dove non sono arrivate sin d’ora le istituzioni deve arrivare l’agire comune".
La CGIL ritiene opportuno costruire, oggi come ieri, un ampio fronte antifascista, "che sia in grado di riappropiarsi di spazi comuni e decisioni collegiali, che abbia la capacità di ricostruire un insieme che superi gli individualismi, di riaffermare dal basso un nuovo modello di società, che sia democratica, partecipativa, solidale, ugualitaria e a presidio di diritti e tutele per tutte e tutti. Il nostro agire deve arrivare nelle aree più periferiche e marginali dei nostri territori, riconsegnando loro dignità ed emancipazione, provando a ricostruire un nuovo modello di sviluppo economico, rispettoso delle specifiche vocazioni e degli elementi valoriali ed identitari contenuti nella Carta Costituzionale. Dobbiamo essere in grado di ricostruire una cultura democratica antifascista che sia di insegnamento per le nuove generazioni, denunciando senza paura e timidezza le ambiguità e gli equivoci che arrecano un pregiudizio alla realizzazione del bene comune".
Attuare i valori ed i principi della nostra carta costituzionale deve essere un impegno collettivo, realizzabile con azioni concrete. "Il lavoro, la solidarietà tra le persone, il rispetto delle diversità, la difesa del territorio e di chi lo abita devono essere protagonisti dell’agenda comune".
Di qui, l'appello: "Chiediamo a tutte le forze antifasciste e democratiche di collaborare all'elaborazione di un protocollo che individui e stabilisca le modalità per azioni di contrasto costanti e condivise da attuare ogni volta che spazi fisici, politici e identitari saranno oggetto di incursioni fasciste anticostituzionali. Chiediamo a tutte le forze antifasciste e democratiche di unirsi a noi per ostacolare pericoli e derive che minano, anche nel nostro territorio, i valori dell’Italia nata dalla guerra di Liberazione da quello stesso fascismo che, mai ostacolato, oggi torna prepotentemente in azione sfruttando le fragilità sociali ed umane del momento di crisi. Non è più il tempo della timidezza. Stiamo dalla parte giusta".