"E' giusto tornare subito a un regime ordinario, far venir meno il sostegno dello Stato senza prevedere meccanismi di accompagnamento?” è quanto si chiede il Partito Democratico dell'Aquila in una nota inviata dal Segretario Stefano Albano, dal consigliere comunale Stefano Palumbo e dal Consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
La questione è sempre la stessa: il ritorno al pagamento delle tasse universitarie per l’anno accademico che verrà. Dopo le decisioni della rettrice Paola Inverardi tutto il mondo politico sta dicendo la propria. Il Pd chiede un percorso graduale che permetta all’Aquila di tornare ad essere una città universitaria con tutti i crismi e, soprattutto, non lasci 'affogare' l’ateneo. Affinché questo accada, però, c'è bisogno di una cooperazione tra Comune e Università e di proposte reali.
La nota integrale
"Non sarebbe uno scandalo smettere di considerare l’Università in termini di bilancio, entrate e uscite per arrivare a dei target. La questione delle tasse universitarie ci interroga sul senso e sull’ammissibilità delle facilitazioni statali per rendere meno difficoltosi i contesti economici e sociali più svantaggiati.
Questo vale all’Aquila, anche per un servizio come quello universitario: è giusto tornare subito a un regime ordinario, far venir meno il sostegno dello Stato senza prevedere meccanismi di accompagnamento che sarebbero indispensabili e di buon senso, visto che L’Aquila non può certo ancora essere paragonata in termini di attrattività ad altre città universitarie? Poi, cosa può fare lo Stato per non lasciare ingiustamente affogare il nostro ateneo, lasciando l’onere di rimpinguarne il bilancio solo agli studenti, e per giunta quelli provenienti da famiglie economicamente più deboli? Quale potrebbe essere il ruolo dell’amministrazione e della città?
Un percorso graduale agevolato dallo Stato potrebbe aiutare la nostra città a riconfigurarsi come città universitaria con tutti i servizi connessi, ma questo deve passare dalla presentazione di una proposta forte e credibile, che coinvolga tutti gli attori in ballo, a cominciare dal Comune e dall’Università. Così si può uscire dalla logica di stretto respiro tasse sì, tasse no, e si può sfruttare il frangente per mettere a punto una nuova strategia sinergica tra città e ateneo, che ci renda in prospettiva più competitivi sul vasto e complesso fronte dell’accoglienza e della vivibilità della città per gli studenti".
Comune e Università devono parlarsi e trarre forza reciproca dalla collaborazione, a cominciare da iniziative comuni. Ad esempio la proposta che abbiamo lanciato in campagna elettorale, ovvero la promozione, nelle gare d’appalto per la ricostruzione, di borse di studio che permettano ai nostri giovani di formarsi direttamente sul campo con le imprese, attraverso stage e tirocini. Ci impegniamo a realizzarla, come prima di una serie di proposte che dovranno essere sistematizzate e messe in campo, per una strategia che valorizzi il nostro ateneo al servizio della crescita della città".