Mercoledì, 08 Maggio 2013 23:15

Cialente vs Prefetto. Le reazioni degli aquilani per strada e sui social network

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Le voci degli aquilani

Stanchezza, disillusione, rabbia. In quest'ordine. Siamo andati per strada a chiedere agli aquilani e ai molti migranti incontrati, cosa ne pensavano della vicenda che ha tenuto banco per tutta la giornata: Cialente contro il Prefetto, chi ha ragione? Il Sindaco che ha scelto di adottare un gesto di protesta forte, come quello di togliere le bandiere italiane dai pubblici uffici per chiedere fondi e attenzione dal Governo, o il Prefetto che lo ha diffidato, minacciando di rimuoverlo se persiste nella sua condotta?

In pochi hanno sottolineato di percepire un fastidio legato al valore simbolico del tricolore. Una parte degli intervistati è pronta a seguire il sindaco, un'altra no perchè comunque non riesce ad identificare un avversario e si sente ostaggio di un sistema in cui mettono dentro anche il Primo cittadino. Un'altra piccola parte a Cialente non crede proprio e basta.

Le parole più scottanti le scopri dopo un po' quando la lingua si scioglie e la telecamera passa leggermente in secondo piano: "non c'è la si fa più", "così non si può continuare", Questo lo strato che appare appena oltre la sottile veste di dignità rimasta attaccata alle persone. Non te lo aspetti, ma sono tanti quelli che hanno ben presente che nel Paese è in generale che le cose non vanno e i soldi non ci sono, per nessuno. La disillusione è aumentata, tanto, la rabbia affiora.

Domandando si capisce che i tempi non sono più esattamente quelli del Luglio 2010, quando i comitati portarono più di 5mila persone a Roma con davanti le Istituzioni e il Sindaco per chiedere rispetto e diritti per il capoluogo abruzzese. 

Ora anche la rabbia è più atomizzata e meno incanalata, e straripa nel disagio sordo. Da qui, forse, gli episodi di violenza gratuiti, le devastazioni nel centro storico, le rapine. L'Aquila sta subendo un processo di metropolizzazione che avanza quanto la miseria socio-economica.

Le reazioni sul social network: Uno spazio dove una buona parte di aquilani si confronta sopratutto da dopo il sisma è sicuramente facebook. In mancanza di piazze e nello spaesamento generale, il virtuale diventa il terreno di comunicazione, produzione di significato e scambio politico. Il social network del giovane miliardario Mark Zuckerberg è anche un termometro da tener d'occhio per cercare di comprendere il livello di risposta alle affermazioni del Primo cittadino.

Sfogliando tra le pagine, compresa quella di Cialente, abbiamo raccolto dei commenti: alcuni di solidarietà, altri ironici o di analisi.
Anna Colasacco, una delle animatrici più assidue dell'assemblea cittadina di Piazza Duomo, questa volta si trova a suo agio a solidarizzare con Cialente:

colasacco

Piergiorgio Leocata è preoccupato sopratutto per il silenzio di altri politici:

Leocata

Per lo storico Walter Cavalieri Cavalieri, la forma di protesta scelta da Cialente è sbagliata: cavalieri2

Appena dopo le parole di diffida del Prefetto Francesco Alecci, c'è chi sul social network oltre il sarcasmo, sembra conoscere bene il sindaco e la sua maniera di rispondere politicamente:

iovine

Twitter: è il grande assente. Al di là di politici e operatori, chi vive a L'Aquila lo usa pochissimo. Con tutti i limiti comuni ai social network, servirebbe più di facebook a parlare non solo nel proprio recinto di amicizie e magari uscire proprio dalla sola dimensione cittadina. Perché L'Aquila è una questione nazionale.

L'ultimo, fino ad oggi, Ministro con delega sull'Aquila, Fabrizio Barca, sarebbe d'accordo, almeno riguardo twitter che usa molto. Per il resto, chissà, continuerebbe a dire agli aquilani di continuare ad avere fiducia, anche cinguettando. 

 

Ultima modifica il Giovedì, 09 Maggio 2013 03:06

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