Stamane, il Consiglio comunale torna a riunirsi in seconda convocazione dopo che giovedì, al momento del voto su alcuni emendamenti presentati dal gruppo dei socialisti al regolamento della Iuc - l'imposta unica comunale, la nuova tassa tripartita costituita da Tasi, Tari e Imu -, la maggioranza non aveva saputo garantire il numero legale costringendo il presidente Carlo Benedetti a sciogliere l'assise.
Era già accaduto qualche giorno prima, con il Consiglio al voto su una delibera riguardante l'ampliamento del sedime aeroportuale Si tratterà di una vera e propria verifica per la Giunta del sindaco Massimo Cialente che, ai microfoni di NewsTown, non ha nascosto le difficoltà che vive la sua maggioranza: "Così, è inutile andare avanti", ha riconosciuto. Lanciando la sfida alle frange frondiste da tempo in fibrillazione in seno al centrosinistra, che potrebbero approfittare delle sfide che attendono la Giunta per tendere qualche trappola al sindaco. E al suo partito, il Pd, seppur tra le righe: "Un generale, seppur valorosissimo, non può vincere alcuna battaglia senza truppe leali e convinte".
Il voto sul regolamento della nuova imposta unica comunale è propedeutico al bilancio di previsione 2014, che dovrà essere approvato entro il 30 settembre. Dunque, non si può più rimandare. E si tratta soltanto del primo banco di prova, per la Giunta Cialente: approvato il bilancio di previsione, resta la sfida del rilancio del Gran Sasso e, sullo sfondo, il nuovo Piano regolatore che, a breve, dovrebbe iniziare l'iter di discussione. E ancora: andrà affrontato al più presto il nodo sulla gestione del progetto Case e Map e sulla riscossione delle bollette pazze recapitate agli assegnatari degli alloggi provvisori. Oltre alla battaglia sui tavoli romani per trovare fondi immediatamente spendibili per la ricostruzione.
Insomma, il momento è delicatissimo. E già oggi, avremo un primo assaggio sulla tenuta della maggioranza, chiamata a ricompattarsi dopo giorni di polemiche. Appuntamento alle ore 9, nell'aula consiliare di Villa Gioia.
La nuova imposta unica comunale (Iuc) Iuc è l'acronimo per Imposta unica comunale, la nuova tassa tripartita costituita da Tasi, Tari e Imu. Il consiglio comunale può deliberare solo su Tasi e Tari poiché la definizione delle aliquote Imu è di competenza esclusiva della giunta. Chiarito il punto, andiamo alla proposta di regolamento presentata dalla Giunta e che ha visto già l'approvazione di alcuni emendamenti presentati dal gruppo civico di Appello per L'Aquila. In particolare: lo sgravio del 20% della Tari a chi fa compostaggio domestico con l'impegno dell'amministrazione a realizzare una centrale per chi non possa farlo a casa. Non solo: il gruppo civico, che esprime il consigliere Ettore Di Cesare, ha portato a casa voto favorevole anche per gli sgravi a chi fa raccolta differenziata.
Partiamo dunque proprio dalla Tari, la tassa sui rifiuti che sostituisce Tarsu, Tares e Tia e che riguarda sia i proprietari che gli inquilini: il calcolo viene effettuato in base ai costi reali della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Secondo le proiezioni degli uffici comunali, nel 2014, in base alle nuove tariffe, per le famiglie, rispetto alla vecchia Tares, ci sarebbero degli aumenti marginali di pochi euro l'anno. Con la nuova legge, la tariffa rifiuti viene calcolata in base non solo ai metri quadri di un immobile ma anche tenendo conto del numero di persone del nucleo familiare che in quell'immobile vivono.
Come si può vedere da questa tabella, per le utenze domestiche, fatti 100 i metri quadri, la Tari costerà 3.9 euro in più l'anno per un nucleo familiare con 2 componenti; 6.44 euro in più l'anno per i nuclei con tre componenti fino ad arrivare a un massimo di 14.47 euro l'anno per famiglie con cinque componenti.
Rispetto al 2013, la superficie complessiva tassabile amenterà di circa 80 mila metri quadri: si passerà infatti dai 2milioni e 421mila metri quadri dello scorso anno ai 2milioni e 502mila di quello in corso. Un incremento dovuto al fatto che molte abitazioni danneggiate dal terremoto negli ultimi dodici mesi sono tornate agibili. Anche se, naturalmente, ci vorranno anni prima di tornare ai livelli pre-sisma. Ma una vera boccata d'ossigeno ci sarà soprattutto per i commercianti e i piccoli esercenti, salassati nel 2013 dalla vecchia Tares. Per loro, con la nuova tassazione, ci saranno risparmi significativi, fino al 20% annuo, quantificabili in circa 240 euro (sempre fatta 100 mq la superficie tassabile; vedi tabella). Anche per le utenze non domestiche, grazie a un ricalcolo fatto dagli uffici comunali, la superficie tassabile sarà maggiore, circa 33mila metri quadri in più (dagli 826mila del 2013 si passerà ai 859mila del 2014). In questo caso, però, si tratta di metri quadri 'recuperati' dall'evasione.
Dal pagamento delle bollete Tari, il Comune incasserà circa 8milioni di euro. Per coprire i 14.5 milioni di costi del servizio di smaltimento previsti dal contratto stipulato con l'Asm, si attingerà dunque a una parte dei trasferimenti (24 milioni) versati dallo Stato alle casse dell'amministrazione per i mancati introiti e le maggiori spese sopravvenute dopo il terremoto.
I criteri per determinare gli immobili soggetti alla Tasi sono i medesimi previsti per la Tari. La tassa è dovuta da chiunque possegga o detenga, a qualsiasi titolo, fabbricati (compresa l'abitazione principale) e aree edificabili, ad eccezione dei terreni agricoli. La base di calcolo è la stessa utilizzata per determinare l'importo dell'Imu, cioè la rendita catastale dell'immobile rivalutata del 5% e moltiplicata per i coefficienti previsti per l'imposta immobiliare. Il governo ha stabilito che per il 2014 l'aliquota della Tasi (a regime pari all'1 per mille) è fissata al massimo al 2.5 per mille. Per gli immobili affittati, una percentuale oscillante tra il 10 e il 30 per cento dell’ammontare dell’imposta deve essere pagata dall’utilizzatore dell’immobile, cioè dagli inquilini.
I Comuni hanno facoltà di aumentare l'aliquota massima del 2.5 dello 0.8 per mille, fino a toccare il tetto del 3.3 per mille per la prima casa e dell'11.4 per mille per altri fabbricati. L'eventuale aumento, tuttavia, può essere deliberato solo per coprire riduzioni del gettito d'imposta. Il Comune dell'Aquila ha scelto di fissare l'aliquota Tasi al 2 per mille (l'1 per i fabbricati rurali), dunque senza detrazioni, e di applicare agli affittuari la percentuale di pagamento più alta, vale a dire il 30%. L'unica agevolazione prevista è relativa ai nuclei familiari con reddito Isee di importo inferiore ai 10mila euro, per i quali è prevista una riduzione dell'imposta pari al 50%. Dunque, esemplificando, se l'immobile è occupato dal proprietario, costui pagherà la tassa per intero. Se l'immobile invece è occupato da un affittuario, costui dovrà pagare il 30% del tributo, mentre il restante 70% resterà a carico del proprietario. I pagamenti avverranno in due rate, una a ottobre e l'altra a dicembre. La Tasi dovrà essere pagata al 30% anche dagli aquilani che risiedono nei Map e nei vari progetti Case, la cui proprietà, com'è noto, è del Comune. L'altro 70% andrà perduto: il Comune, infatti, non può pagare per appartamenti che sono suoi.
Se non è una stangata poco ci manca. Mediamente, per quanto riguarda coloro che hanno le prime case, se è vero che si pagherà meno Imu e che la Tasi, in sé, è meno cara del'Imu, il problema è che la Iuc, accorpando Tasi, Tari e Imu, svilupperà un carico fiscale maggiore degli altri anni. Inoltre, per il calcolo della Tasi di Case e Map, c'è un ulteriore problema, determinato dal fatto che per tutti questi alloggi non è ancora stata calcolata una rendita catastale. Il Comune ha deciso che si farà riferimento alla rendita di fabbricati similari di zone omogenee (la cosiddetta rendita presunta).
Per quanto riguarda l'Imu, infine, le nuove aliquote fissate dalla giunta comunale sono le seguenti:
- 0.37 per cento per l'abitazione principale rientrante nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (le cosiddette case di lusso; per le abitazioni principali non incluse in queste categorie, com'è noto, l'Imu è stata abolita);
- 0.56 per cento per le unità immobiliari affittate con contratto stipulato ai sensi dell'Opcm 3769 del 2009 (affitti concordati); 0.66 per cento per le case affittate con regolare contratto e per quelle concesse in comodato d'uso gratuito agli eredi;
- 0.86 per cento per seconde case, immobili, fabbricati agibili tenuti sfitti.