Giovedì, 25 Settembre 2014 14:24

Via Legnini e Aielli, si ridefinisce la governance della ricostruzione

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"L’impasse di questi giorni, determinato dalla vacanza di due ruoli chiave, quello del Sottosegretario alla Ricostruzione e del responsabile dell’Ufficio Speciale, andrà sicuramente affrontato e risolto con serietà ed autorevolezza. Ma questo non determina certo uno stop alla proposta di legge sulla ricostruzione, sulla quale sto lavorando".

A dirlo è la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, la più credibile candidata alla sostituzione di Giovanni Legnini, sottosegretario all'economia del governo Renzi con delega alla ricostruzione del cratere fino alla elezione al Csm, decisa dal Parlamento in seduta comune, che potrebbe proiettarlo alla vice presidenza del Consiglio superiore della magistratura.

"Tutte le osservazioni che mi sono arrivate dagli ordini professionali e dai Comuni, nessuna esclusa - ha sottolineato Stefania Pezzopane - sono state già trasmesse al governo e sottoposte all’attenzione del sottosegretario Legnini. L’iter proseguirà con il successore di Legnini, a cui riproporremo, se ce ne sarà bisogno, di nuovo tutte le necessità segnalateci".

La senatrice democrat gioca a nascondersi. Infatti, a succedere a Legnini potrebbe essere proprio lei. E non è certo casuale che in queste ore rivendichi il lavoro che sta conducendo in Senato, alla stesura di un disegno di legge da approvare in sede deliberante che - assicura - "prevede già tanti degli input e delle segnalazioni che mi sono arrivati. Quando avrò il testo definitivo sarà mia premura ascoltare tutti i soggetti interessati e coinvolti, per sottoporlo ad un confronto. Quindi lo trasmetterò al nuovo referente governativo, cioè al successore di Legnini, che deve essere ancora individuato. Invito tutti a restare sereni. I vuoti di Legnini e Aielli vanno rapidamente colmati, ma nessuno utilizzi questo per fermare la macchina. Non ce lo possiamo permettere".

Insomma, pur restando prudentemente nell'ombra, la senatrice Pezzopane sta costruendo intorno a sé il consenso necessario a che la sua candidatura arrivi con ancora maggior forza al tavolo del governo. Che - ricorda - "con il decreto 'Sblocca Italia' ha assicurato al cratere 250milioni di euro 'freschi', primo importante finanziamento dell'esecutivo Renzi. Uno sforzo significativo, anche se non esaustivo, che testimonia attenzione. Dobbiamo continuare a lavorare per ottenere tutte le risorse aprendo un confronto vero anche con l'Europa".

Pezzopane è al lavoro, dunque. Serena del sostegno del presidente della Regione Luciano D'Alfonso che, qualche giorno fa, in una intervista, ha confidato di non disperare che l'Abruzzo "possa avere una ulteriore conferma nel governo del paese, per la quale stiamo lavorando. Mi sento quotidianamente con Stefania Pezzopane, consapevole del fatto che lei possa dare un grande contributo nella conferma della questione aquilana nell'agenda del governo nazionale".

Non solo. Anche il sindaco Massimo Cialente ha ribadito il suo appoggio alla senatrice democrat. "Ci sono soltanto sei persone che conoscono a fondo le dinamiche della ricostruzione", ha spiegato stamane a NewsTown. "Oltre a me, che sono fuori dai giochi, Aldo Mancurti, Fabrizio Barca, Gianni Letta, Giovanni Lolli e Stefania Pezzopane".

Se è vero che Mancurti è un funzionario - tra l'altro vicino alla pensione - e, dunque, non pare certo indicato per un ruolo squisitamente politico, considerando che Fabrizio Barca è assai inviso a Matteo Renzi dopo le esternazioni rilasciate ad un finto Nichi Vendola in diretta radiofonica, vittima di uno scherzo telefonico ai tempi in cui sembrava vicino al dicastero dell'Economia, e preso atto che Giovanni Lolli ha deciso di restare al fianco di Luciano D'Alfonso in Regione, resterebbero soltanto Gianni Letta e Stefania Pezzopane. "Ecco perché ho fatto il nome di Letta", ha sottolineato Cialente. "Era una provocazione a Del Rio: vorrai mica nominarlo?". A dire che l'unica candidatura sostenuta dal territorio è quella di Stefania Pezzopane. 

C'è da risolvere, però, anche il nodo del successore di Paolo Aielli che ha lasciato con un anno di anticipo l'incarico triennale a capo dell'Ufficio speciale della Ricostruzione. Per lui è pronta la poltrona di amministratore delegato dell’istituito poligrafico Zecca dello Stato. L'ex manager di Finmeccanica ha lasciato gli uffici di via Strinella in punta di piedi, evitando polemiche con l'amministrazione attiva con cui è entrato spesso in rotta di collisione. "Il rapporto con il Comune dal mio punto di vista non ha influenzato la mia scelta, non ho fatto polemiche né sono intenzionato a farne", ha assicurato.

Aielli ha piuttosto rivendicato i risultati ottenuti dal suo ufficio: "Sono stati raggiunti gli obiettivi di riorganizzazione della ricostruzione dopo la gestione commissariale. Attraverso un meccanismo ormai rodato basato sulla scheda parametrica che ha portato risparmi importanti, abbiamo la situazione complessiva sotto controllo, abbiamo raccolto tutti i progetti anche se ci sono ancora delle pratiche da rilasciare, ma in tal senso nella mia struttura il metodo è efficace - ha continuato - In particolare, siamo in grado di monitorare tutti i costi della ricostruzione pubblica e privata e delle altre competenze, possiamo dire che abbiamo di fronte l’opera pubblica meno costosa, oltretutto ci sono più progetti che soldi".

Chi prenderà il suo posto, a capo della struttura voluta - ai tempi del governo Monti - dall'allora ministro alla Coesione Territoriale, Fabrizio Barca? Con molta probabilità, sarà un tecnico non addentro le 'questioni aquilane'. E non potrebbe essere altrimenti, visto il conflitto di interessi che scatenerebbe la scelta di un 'professionista' del cratere. Ad oggi, è da escludere anche la nomina di un 'politico': il ruolo infatti, richiede competenze 'tecniche' importanti e la capacità di lavorare al fianco - e non a capo - degli uffici comunali. A meno di improbabili rivoluzioni 'partorite' dalla Legge sulla ricostruzione in via di stesura che dovrebbe però ridefinire, almeno in parte, le funzioni degli Uffici speciali, immaginando un ruolo più politico per l'Usra. Improbabile, appunto. 

Dunque? Un identikit ha inteso definirlo il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso: "C'è il tema di ricostruire la potenza di una personalità giuridica dedicata alla ricostruzione. Siccome questa è una comunità nazionale che dispone di decine di milioni di bravure, noi dobbiamo saper scegliere il miglior sostituto possibile. Possibilmente, cercando anche di avere una ulteriore attrezzata esperienza. Sono convinto che non è impossibile. Si tratta di cercare non una persona a caso, ma una persona giusta. So che molti tengono a cuore l'agenda politica dell'Abruzzo, farò anch'io la mia parte".
Qualche indizio c'è: attrezzata esperienza, bravura da individuare in una 'comunità nazionale' che ne dispone a migliaia e che vada bene a D'Alfonso, intenzionato a fare la sua parte.

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 25 Settembre 2014 14:55

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