Lunedì, 12 Gennaio 2015 23:59

L'Aquila, sospeso potere di firma a dirigente comunale condannato

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E' uno dei dirigenti più stimati dell'intera struttura comunale dell'Aquila. Un uomo uscito dall'anonimato della burocrazia e, a causa del sisma di sei anni fa, conosciuto oggi da buona parte della popolazione. Parliamo di Vittorio Fabrizi, dirigente apicale del Dipartimento Ricostruzione del Comune dell'Aquila, da cui dipendono ben cinque settori e decine di uffici.

A Fabrizi, condannato in primo grado con rito abbreviato per la vicenda relativa all'abuso per la casa della madre dell'ex dirigente comunale Mario Di Gregorio, è stato sospeso il potere di firma. L'iniziativa del Comune dell'Aquila si è resa necessaria per effetto della cosiddetta "Legge Severino" (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione). In sunto, la norma prevede che coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, non possano far parte "anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi". Inoltre, i condannati in primo grado "non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati".

Attualmente, Fabrizi è in ferie. Non è stato sospeso in toto dall'incarico, ma non avendo più il potere di firma viene di fatto svilito il suo ruolo apicale. In queste ore, è stato sostituito a interim dalla dirigente del Settore ricostruzione pubblica e patrimonio Enrica De Paulis, in attesa che il Tar si pronunci sul ricorso inoltrato da Fabrizi contro il Comune, presentato per le modalità del "provvedimento di sospensione dalle funzioni direttive". Il tribunale amministrativo dovrebbe pronunciarsi a riguardo il prossimo 28 gennaio. Nel frattempo, il Comune dell'Aquila si difenderà dal ricorso, avendo autorizzato l'Ente, con una delibera di giunta del 7 gennaio scorso, a "resistere nel giudizio promosso innanzi al Tribunale civile dell'Aquila dall'ing. Vittorio Fabrizi".

Un'altra tegola per gli uffici che fanno capo, per lo più, all'assessorato alla Ricostruzione di Pietro Di Stefano, che già si trova privato, in questi giorni, di decine di dipendenti di Abruzzo Engineering in cassa integrazione [leggi l'articolo] e di una quindicina di precari la cui proroga contrattuale scadrà a fine mese.

Rimangono tanti dubbi su una legge, concepita al tempo del governo Monti, che lascia spazio a meccanismi ambigui di sospensione degli incarichi pubblici. In molti ritengono poi che la Legge Severino abbia addirittura un profilo di incostituzionalità, perché sospendere un dipendente prima del terzo grado di giudizio, vuol dire condannarlo all'allontanamento comunque definitivo dal proprio lavoro, a prescindere dal giudizio in appello e in cassazione.

Storture politiche populiste – ai tempi di una millantata e spesso fittizia pulizia dalla disonestà nell'amministrazione pubblica – volte a goffi lavaggi di coscienza, che tenta di mettere in atto la politica su se stessa e sulle proprie profonde contraddizioni.

 

Ultima modifica il Martedì, 13 Gennaio 2015 00:39

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