Lunedì, 19 Gennaio 2015 18:31

Ingegneri in rivolta contro la Regione per tetto compensi: "Impugneremo i bandi"

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Gli ingegneri abruzzesi sono in rivolta contro la Regione e il tentativo da parte del suo Governo di introdurre un tetto sui compensi per le spese di progettazione nelle opere pubbliche.

"Chiediamo semplicemente che si ripsetti la legge". E' quanto hanno asserito in conferenza stampa all'Aquila i presidenti degli Ordini provinciali Elio Masciovecchio (L'Aquila), Nicola Centofanti (Chieti), Alfonso Marcozzi (Teramo), Maurizio Vicaretti (Pescara) insieme a Agrippino Valente , Presidente di federazione dell'ordine regionale degli ingegneri ed il presidente dell'ordine nazionale Armando Zambrano.

Gli ingegneri si riferiscono alla delibera di Giunta Regionale del 5 settembre 2014 relativa ai finanziamenti per gli adeguamenti dei sistemi idrici e fognali in cui è stato imposto un tetto massimo al contributo regionale per le spese tecniche del 2,5%. Stessa cosa, riferiscono gli ingegneri, per l'avviso pubblico dell'11 novembre con cui veniva bandita la possibilità per i Comuni e le Provincie di essere inseriti nei benefici per l'edilizia scolastica. "In questo caso le spese tecniche ammesse a finanziamento non sono superiori al 7%, IVA e previdenza compresa, ossia circa il 2,5% netto.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso per i professionisti, è una lettera inviata dal Presidente Luciano D'Alfonso relativa ai finanziamenti per gli impianti sportivi, con la quale ha chiesto "nell'interesse comune della regione" a diversi Sindaci (tra cui almeno una ha fatto da gola profonda) di "razionalizzare al massimo l'uso delle risorse e di non superare il limite massimo del 3% del finanziamento complessivo 'assegnando', per la copertura delle spese di progettazione, direzione lavori e contabilità".

A regolare i compensi degli ingegneri esiste invece, come ha ripetuto più volte il presidente Zambrano, il decreto 143 del 2013 in base al quale il compenso va stabilito in base al progetto e messo a gara cioè soggetto a ribasso, "ma si parla di un compenso normalmente non inferiore al 10% rispetto all'imprto complessivo dei lavori" precisa il presidente nazionale dell'ordine.

"Critichiamo la delibera in linea di principio perché è un modo di affrontare il tema della realizzazione delle opere pubbliche completamente sbagliato" afferma Zambrano a Newstown. "Un'opera pubblica di qualità che possa essere economica e rispettare nei tempi previsti dal progetto le norme, non può prescindere da un progetto fatto bene. Tutto questo non lo si può fare ponendo un tetto sulle competenze, tant'è che lo Stato se n'è accorto e per legge ha stabilito quali sono i prezzi da porre a base di gara. Solo così le Amministrazioni possono fare delle spese intelligenti. Viceversa fare progettazioni non di qualità è il modo migliore per non realizzare le opere o di realizzarle male o di non rispettare i tempi oppure per avere varianti. E qui, proprio con le varianti, c'è il rischio che poi si annidi la possibilità di ottenere compensi in maniera scorretta nei rapporti tra impresa a pubblica amministrazione. Per questo stiamo lavorando con il mistero delle infrastrutture affinché gli stessi ribassi previsti per legge sulla tariffa debbano avere dei limiti, perché ci si è accorti che quando ci sono ribassi di oltre il 30% c'è sistematicamente la variante e il ritorno al costo originario" .

"Non so se ha senso impugneremo la delibera della Regione - conclude il Presidente - di sicuro impugneremo i bandi.

Anche Agrippino Valente , Presidente di federazione dell'ordine regionale degli ingegneri, precisa: "Noi non chiediamo nient'altro che il rispetto della norma. Ricordo che alla cerimonia dei primi 100 giorni il Presidente D'Alfonso ha affermato che non avrebbe permesso che i soldi pubblici fossero spesi solo per la progettazione. In passato ci sono stati dei casi eclatanti di soldi succhiati in questo modo ma oggi la normativa è chiara trasparente e uniforme in tutta Italia e non c'è alcun rischio".

"Noi vogliamo solo che venga rispettatata la legge ed è assurdo che un Governatore di Regione per primo non lo faccia - afferma il presidente dell'ordine degli ingegneri dell'Aquila Masciovecchio - anzi per meglio dire cerca di non far rispettare le leggi ai Sindaci perché i bandi poi li faranno i Comuni che dunque andranno loro alla guerra ma con le armi spuntate perché la legge parla chiaro".

I compensi in questione non hanno niente a che fare comunque con il terremoto: "La ricostruzione -continua Masciovecchio - viaggia con una accordo fatto all'epoca in cui noi abbiamo fatto un 30% di sconto determinato sempre sull'importo dei lavori, mentre le imprese non fanno nessun ribasso.

Eppure con tutte le pratiche dovute al sisma sono molti i compensi per gli ingegneri nella ricostruzione, una categoria che all'Aquila da più parti viene indicata come la più ricca nel contesto del dopo sisma: "Se uno lavora deve essere pagato ma è una fortuna per tutti perché poi su prendono a lavorare i giovani ed i nuovi iscritti . Inoltre adesso la ricostruzione sta rallentando quindi abbiamo grossi progetti fatti che chissà quando verranno poi alla luce".

 

Ultima modifica il Lunedì, 19 Gennaio 2015 18:58

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