"Il nuovo Prg approvato prima della fine della consilatura? Vedremo. Non dipende solo da noi, serve un contributo e uno sforzo da parte di tutti".
L'assessore comunale alla Ricostruzione e alla Pianificazione territoriale Pietro Di Stefano, a margine della conferenza stampa di presentazione del S.I.T. (il Sistema Informativo Territoriale), smorza gli entusiasmi sfoggiati solo qualche mese fa dal sindaco Cialente sui tempi di approvazione del nuovo Prg, che dovrà sostituire quello, ormai obsoleto, datato 1975 (ma in vigore dal 1979).
A dicembre il primo cittadino aveva dichiarato: "Il nuovo piano regolatore dovrà essere approvato entro la fine del 2016 o, al massimo, nei primi mesi del 2017. Comunque prima della fine della legislatura".
Del resto non c'è stato sindaco, negli ultimi vent'anni, che non abbia detto le stesse cose - realizzare, come ultimo atto del proprio mandato, il nuovo Prg - e non abbia messo su strutture ad hoc, poi puntualmente dimostratesi inutili, coordinate da architetti e urbanisti più o meno blasonati.
Di Stefano non ha contraddetto il sindaco ma ha fatto capire che i tempi saranno lunghi e che niente è così scontato : "E' un compito difficile. Il piano del 1975 venne approvato perché ci fu uno sforzo collettivo, compiuto non solo dalla classe politica ma da tutta la città. La stessa cosa dovrà avvenire per il nuovo Prg: la discussione dovrà essere aperta a tutti, tutta la comunità sarà chiamata (anche attraverso i redivivi consigli di circoscrizione, appena "reistituiti", ndr) a discutere, confrontarsi, fare proposte".
"Documento preliminare in giunta dopo Pasqua"
Di stefano ha annunciato che il documento preliminare al Prg, quello propedeutico alla stesura del piano vero e proprio, approderà in giunta dopo Pasqua per poi imboccare un percorso di discussione pubblica che dovrà concludersi al massimo in un paio di mesi.
Come ha spiegato l'architetto Daniele Iacovone, il consulente al quale il Comune dell’Aquila ha affidato il compito di coordinare la redazione del nuovo piano, si tratta di un voluminoso corpus di contributi - al quale hanno lavorato anche enti esterni come l'Università dell'Aquila e il Cresa - che “fotografa lo stato dell'arte su tutta una serie di questioni. I principali temi individuati sono stati i residui del vecchio Prg, le realizzazioni successive al sisma, il loro collegamento con la città, i rapporti tra le aree che hanno già una destinazione urbanistica - come le Case - con quelle su cui sono stati costruiti altri manufatti, come i Musp e i Map; aree, queste ultime, che sono state espropriate ma non finalizzate da un punto di vista urbanistico. La destinazione di questi edifici dovrà essere decisa insieme alla strategia di piano. Quello che abbiamo fatto è stato produrre un catalogo di elementi che ora dovranno passare al vaglio degli organi esecutivi e rappresentativi della città - che naturalmente potranno, anzi dovranno, fornire input e integrazioni - per poi essere sintetizzati nell'operazione di stesura del piano”.
Il documento servirà a mettere a fuoco le linee guida principali del nuovo documento pianificatorio. Tra le quali, aveva detto Cialente, ci sarà un contenimento al consumo di suolo, principio che dovrà tradursi non solo in una sorta di moratoria sulle nuove costruzioni ma anche nell'abbattimento di alcuni insediamenti Case e Map, a cominciare, aveva lasciato intendere il primo cittadino, da quelli che hanno iniziato a mostrare i primi, gravi segni di cedimento strutturale.
Ecco il S.I.T., il Sistema Informativo Territoriale
Nel frattempo il Comune ha digitalizzato il vecchio Prg, quello ancora in vigore, e lo ha messo a disposizione su una piattaforma denominata S.I.T.
Si tratta di un progetto antecedente al sisma ma che, dopo il 6 aprile, è stato rimodulato per focalizzare tutta l’attività e i contenuti verso i dati concernenti il post terremoto, utilizzando la BDE (Banca Dati Emergenza) l'infrastruttura informatica realizzata dal SED (il sistema di elaborazione dati del Comune).
ll SIT - Sistema Informativo Territoriale - consente la consultazione di dati cartografici e di informazioni territoriali georeferenziate e aggiornate dell’intero territorio comunale.
"Si tratta" si legge sul sito del Comune "di dati riguardanti la situazione delle pratiche per la ricostruzione, essenziali per l’Amministrazione ai fini dell’analisi e della pianificazione del territorio e in grado di soddisfare le esigenze di trasparenza per il cittadino", che, per avere accesso alle informazioni di cui necessita, potrà usare molteplici chiavi di ricerca.
"E' uno strumento utile per lavorare, rivolto soprattutto ai tecnici" ha spiegato Di Stefano "ma in grado di soddisfare le esigenze di trasparenza e curiostà dei cittadini. Da oggi in poi non ci sarà più bisogno di andare alla ricerca delle varianti per capire come è avvenuto il cambiamento in una determinata zona perché sarà possibile saperlo direttamente dal sito. Con un semplice clic sarà possibile inoltre farsi anche il proprio certificato di destinazione urbanistica riempiendo i moduli con le informazioni prese dal sito e presentando il tutto agli uffici comunali, che a quel punto dovranno solo verificare che le informazioni siano corrette e dare l'autorizzazione finale. Un passaggio che può sembrare banale ma che invece è molto importante".
Per accedere al Sit bisogna collegarsi al portale del Comune dell'Aquila e cliccare sul banner Sistema Informativo Territoriale - Settore Pianificazione (a destra nella home page).
Aree bianche, Di Stefano minimizza il rischio ricorsi: "Non saranno un problema"
Di Stefano, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha fatto anche un'ulteriore precisazione, riguardante il rischio, paventato da più parti, di possibili ricorsi contro la delibera approvata lunedì scorso sulla normazione delle aree bianche, le cosiddette aree a vincolo decaduto.
Il provvedimento licenziato dal consiglio comunale, costato un anno di gestazione, contiene infatti degli indici di edificabilità più bassi rispetto a quelli stabiliti dai commissari ad acta nominati dal Tar nel periodo in cui l'amministrazione comunale è stata condannata per inerzia, cioè per non aver provveduto a regolamentare di nuovo la materia alla scadenza dei vincoli.
Secondo alcuni consiglieri comunali di opposizione, la delibera comunale potrebbe essere impugnata da quei cittadini, proprietari di aree bianche, che dovessero sentirsi penalizzati dai nuovi indici di edificabilità visti al ribasso.
Un pericolo che però, secondo Di Stefano, non sussiste o comunque è marginale: "Certo, non possiamo escludere che i ricorsi ci saranno comunque ma siamo sicuri che non verranno accolti perché ormai la delibera c'è e il consiglio comunale è un organo sovraordinato rispetto ai commissari ad acta, che del resto non hanno dato indici uniformi per tutti, cosa che invece abbiamo fatto con la delibera".