Il flop dell'Aeroporto dei Parchi, al quale l'Enac ha appena ritirato la certificazione di scalo commerciale revocando anche la concessione alla Xpress (la società che avrebbe dovuto gestirlo per 20 anni), non è da attribuire a errori compiuti dalla giunta e dall'amministrazione comunale ma a fattori contingenti e a una manovra ordita dalla grande distribuzione e dai grandi centri commerciali – che “usano la città come una toilette” - contrari all'apertura dell'outlet che dovrebbe sorgere a Preturo come parte integrante dello scalo.
A pochi giorni dall'”operazione verità” lanciata sulla gestione del progetto Case e sull'assistenza alla popolazione, Massimo Cialente dice la sua anche sulla vicenda dell'aeroporto, rimbalzata, con accenti e echi tutt'altro che lusinghieri, anche su giornali e tv nazionali.
Il primo cittadino, affiancato anche dall'assessore Emanuela Iorio e dal dirigente del Comune Mario Corridore, ha sparato ad alzo zero in particolare contro l'Aeroclub, che la settimana scorsa aveva diramato una nota molto dura nei confronti dell'attuale giunta.
Secondo Cialente, non è vero che il Comune avrebbe sperperato soldi pubblici su una struttura destinata al fallimento. Se c'è qualcuno che si è macchiato di una pessima gestione del denaro dei contribuenti, ha affermato il sindaco, quello è proprio l'Aeroclub, che dal 1985 al 2006 avrebbe ricevuto (senza mai produrre alcuna rendicontazione) 702mila euro di fondi ordinari a fronte del pagamento di un canone annuo per l'occupazione dell'area di soli 12 euro.
Non solo. Negli anni precedenti l'elezione di Cialente, l'aeroporto avrebbe ricevuto 5,79 milioni di euro destinati a interventi di ampliamento e adeguamento infrastrutturale (potenziamento della pista, realizzazione di capannoni per la Protezione civile) ma di questa cifra, sempre per colpe e negligenze dovute, secondo il sindaco, all'Aeroclub, sarebbero stati spesi appena 1 milione e 643 mila euro: “Perché quel denaro non è stato utilizzato? Perché l'Aeroclub (con il quale il Comune ha tutt'ora un contenzioso, ndr) era dilaniato da uno scontro interno”.
Altro che scialo, dunque. A conti fatti, secondo Cialente, i contributi reali versati dal Comune per l'aeroporto nei sette anni e mezzo di governo del centrosinistra sono molti di meno rispetto a quelli contestati dalle opposizioni. E molti di questi deriverebbero da una rimodulazione di fondi già impegnati e non spesi – per insipienza e incapacità – dall'Aeroclub.
Nel dettaglio, 500mila euro sarebbero stati spesi per il completamento dell'edificio della Protezione civile (nel quale, hanno tenuto a precisare sia Cialente che la Iorio, ha trovato ospitalità da qualche settimana l'Agenzia delle dogane, che altrimenti sarebbe stata costretta a lasciare L'Aquila), altri 718mila per altre migliorie e infine 596mila euro come aiuto alla XPress per l'attività di startup.
"Grazie al nostro investimento" ha affermato Cialente "quello che prima era un cesso ora è una struttura moderna e dotata di tutti gli standard di sicurezza".
Cialente non solo ha difeso le scelte compiute dalla giunta ma ha annunciato anche altri lavori di ampliamento della pista (che sarà portata a 30 metri di larghezza) per i voli notturni dei mezzi della Protezione civile e di altri corpi di soccorso statali. Non solo. Secondo il sindaco ci sarebbero già due scuole di volo - "una nazionale e una internazionale" - che avrebbero manifestato interesse per insediarsi all'Aquila.
Nessun mea culpa o esame di coscienza sull'ostinatezza con cui l'amministrazione ha continuato a foraggiare, con denaro pubblico e contro l'evidenza dei numeri, una struttura che, anche per limiti di operatività dovuti all'orografia, non potrà mai raggiungere volumi di traffico passeggeri in grado di garantire una sostenibilità economica.
Secondo il primo cittadino, le cause del fallimento vanno ricercate in altri fattori: l'impreparazione della città (“Poco interessata, in questo momento storico dovuto anche al post terremoto, a collegamenti che non siano quelli con Roma ma tra qualche anno la situazione potrebbe cambiare”), la scarsa attrattività del territorio (“Ma quando i progetti di rilancio del turismo saranno completati, l'aeroporto di Preturo sarà un'infrastruttura strategica per i voli incoming”) e, ultima ma non ultima, anche la resistenza e l'ostruzionismo opposti dalla lobby della grande distribuzione (“I centri commerciali, che trattano questa città come una toilette, hanno sempre guardato di cattivo occhio la nacita del'outlet collegata all'aeroporto”).
Dove Cialente ha attaccato a testa bassa, però, è sulla gestione che dell'aeroporto avrebbe fatto, fino al 2012 (anno dello sfratto coatto), l'Aeroclub L'Aquila. Il sindaco ha sparato a palle incatenate contro i soci, rei di aver usato la struttura di Preturo come “un parco giochi privato”, e l'avvocato Fausto Corti, il legale che sta difendendo l'Aeroclub nel contenzioso con il Comune, per via dei 3 milioni di euro di risarcimento che l'amministrazione ha chiesto per canoni pregressi mai incassati (“In primo grado abbiamo vinto noi” ha detto Cialente).