Giovedì, 06 Agosto 2015 17:24

Riforma della scuola: il disagio e l'angoscia delle insegnanti precarie

di 

di Valentina Marini e Carmela Tomassetti* La forza di riempire questo foglio è dettata dalla rabbia che in questi giorni pervade il mio animo. Sono un'insegnante precaria e in questa lettera parlerò a nome di tutte le docenti che come me stanno vivendo delle ore pessime in preda al panico e alla disperazione.

Il nostro governo attraverso la Legge 107 prevede un piano straordinario di assunzioni e cioè l'inserimento di molti precari nel benedetto e atteso ruolo. Tutto bello, speciale se non fosse per ciò che si cela dietro quella famigerata parola ASSUNZIONE.

Nel momento in cui il corpo docente, formato da persone intelligenti, plurilaureate e specializzate - vorrei ricordare al governo, il quale crede di avere davanti una massa di ignoranti - si è reso conto di cosa sarebbe successo se fosse stata approvata questa Legge, ha iniziato a protestare attraverso flash mob, scioperi, lettere di contestazione, assemblee...ma a nulla è servito il nostro impegno-sacrificio, anche in questo caso.

Il governo è andato avanti senza ascoltarci, senza modificare alcuni passaggi della Legge che sarebbero stati indispensabili. Un governo democratico ricordo, un governo che ha sbandierato in questi mesi la capacità di ascoltare e comunicare con i docenti, con i sindacati. Ma in realtà? In realtà si è rivelato un governo composto da dittatori che decidono con una disarmante superficialità sulle scelte di vita delle altre persone, senza prevederne le conseguenze.

Sono andati oltre e pur di far approvare ciò che credono essere la buona scuola, hanno chiesto la fiducia che ovviamente è stata concessa dando la possibilità al nostro caro governo di mettere in piedi una Legge basata sulla deportazione forzata! Dal 28 luglio al 14 agosto milioni di docenti si trovano davanti ad un bivio: "La faccio o evito di presentare la domanda per essere assunto?". Se faccio domanda sono costretto e sottolineo costretto ad inserire 100 province senza possibilità di scegliere in quali presentarla in base alle mie esigenze. Sono costretto a dare priorità sul posto comune o sul posto di sostegno (o almeno vogliono farmi credere che mi stanno facendo scegliere) ma in realtà decidono loro perché se si libera un posto per l'opzione che io non ho scelto, DEVO accettare quel posto. Perché devo accettare? Perché se rifiuto la proposta per un qualsiasi motivo: lontananza da casa, città troppo cara per poterci vivere con la famiglia, classe di concorso per cui non ho dato la priorità...udite, udite cosa mi succede!? Vengo eliminata da tutte le graduatorie in cui sono iscritta.

Questo piano di assunzioni suddiviso in quattro fasi 0 – A –B – C in realtà non è altro che una mera presa in giro, per non dire altro! Le fasi 0-A a livello provinciale sono posti dell' Organico di Diritto, la fase B il residuo delle fasi 0-A e la fase C (fase del potenziamento) è costituita dai posti dell'Organico di Fatto.

Caro governo ma chi credi di prendere in giro? Sono posti che già c'erano e per di più ci stai costringendo (altro che la cara Giannini continua a dire che la domanda è facoltativa ed è un'occasione irripetibile) ad una deportazione di massa per andare a coprire i posti del nord dove non vi è un numero cospicuo di insegnanti tale da ricoprire i posti a disposizione. E poi con quali garanzie per il rientro? NESSUNA. E poi se decido di non farla mi fanno rimanere nelle GAE senza assicurarmi il lavoro negli anni a venire ma soprattutto innescando in me la paura che possano essere SOPPRESSE da un momento all'altro con un semplice atto normativo.

E in tutto questo la famiglia? Parliamo anche di questo aspetto...scelgo la famiglia o il ruolo? La famiglia che è la base di una società, il cardine di ogni principio, l'unione che proprio lo stesso Stato difende con i denti, si ritrova ad essere spezzata, sradicata, distrutta.

Ma che Stato è uno Stato che non tiene conto di questo aspetto? Uno Stato che con le proprie Leggi uccide il perno che regge la società? Ci sono insegnanti che dopo tanti anni di precariato hanno messo al mondo 2-3 figli, con molti sacrifici hanno acquistato casa, hanno investito tempo, denaro e sudore rimettendosi a studiare pur di ritrovarsi un lavoro che troppo spesso è stato oggetto di leggi distruttive: l'insegnamento! Non è giusto...non è giusto tutto questo, non è giusto partire per andare a lavorare a molti Km di distanza rinunciando al "profumo" che solo la tua famiglia ti dà. Per non parlare di tutte le conseguenze economiche che lo spostamento porterebbe. In conclusione permettetemi di affermare...è come regalare ad un bambino la caramella dei suoi sogni ma solo dopo avergli tagliato la lingua, non permettendogli più di poterne gustare il sapore.

*insegnanti precarie abruzzesi

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 06 Agosto 2015 22:11

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