Un 'accordo' verbale frutto del lavoro di mediazione del vice Presidente della Regione Giovanni Lolli ma che ora dovrà reggere politicamente da più versanti.
Parliamo dell'intesa raggiunta, per la prima volta, al tavolo a cui si sono seduti appunto Lolli ed il cartello di associazioni ambientaliste che in particolare nell'ultimo anno si sono opposte frontalmente all'imponente progetto delle nuove Fontari, il nome di una delle seggiovie di Campo Imperatore, nel versante aquilano del Gran Sasso.
Un compromesso trovato e non scritto, da ratificare, ma primo frutto della ragionevolezza dopo l'incapacità tra le parti a discutere perdurata nel tempo e il polarizzarsi continuo delle posizioni.
Ma proviamo a vedere nel dettaglio i termini intorno ai quali sembra abbiano finalmente trovato una quadra gli attori che si sono seduti insieme a Lolli al primo tavolo sul Gran Sasso da lui organizzato, e cioè Enrico Perilli (Prc), Stefano Allavena (LIPU), Mario Marano Viola (Mountain Wilderness), Stefano Orlandini (Salviamo l'Orso), Bruno Petriccione (WWF, Touring Club Italiano). Il tutto alla presenza del nuovo direttore del Parco Domenico Nicoletti. Oggi Lolli invece incontrerà i "referendari" di #SaveGranSasso.
FONTARI, SI VA VERSO IL RITORNO AL PROGETTO DEL 2013
Sulle nuove Fontari da sei milioni di euro - progettate leggermente più a monte rispetto quelle attuali dall'ingegnere e direttore degli impianti del Centro turistico del Gran Sasso, Marco Cordeschi (forse il vero sconfitto della vicenda) - c'è stata da parte di Lolli, per la prima volta, l'apertura al fronte ambientalista. Un passo indietro forse inevitabile e che però non ha mancato di generare alcune ripercussioni all'interno dello stesso Partito democratico, sindaco Cialente e Senatrice Pezzopane in testa.
Ma il vice Presidente della Regione ripercorre le tappe affermando a NewsTown che "dopo il Festival della Montagna c'è stata una riunione di maggioranza in cui mi è stato dato il mandato di mediare tra le varie parti ad iniziare dagli ambientalisti". Effettivamente proprio al festival della Montagna Lolli pronunciò alcune parole importanti subito riprese dal nostro giornale, in cui ammetteva di alcune scorciatoie prese dall'Amministrazione nei passaggi per la realizzazione del progetto della nuova seggiovia.
Insomma, la probabilità che la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) della Regione indichi di spostare il percorso, è così alta che tanto vale iniziare a tornare sui propri passi. Un segnale importante in tal senso l'aveva dato anche la sospensione da parte del Ministero della delibera positiva relativa al progetto data dall'organo amministrativo dell'Ente Parco.
LE ACROBAZIE DEL BANDO E I FONDI FAS
Tra le varie acrobazie che l'amministrazione ha fatto per il progetto delle nuove Fontari sul Gran Sasso, quella di aver indetto una gara di bando senza aspettare la VIA. Per questo le buste con l'offerta delle due aziende che hanno mostrato interesse, la Leitner e la Doppelmayr, non sono state aperte. E se come ormai pensano (quasi) tutti, il progetto ora cambia? "La ditta che ha vinto si adeguerà" risponde Lolli, "l'importante è non perdere i fondi Fas che scadono il prossimo 31 dicembre se non facciamo l'assegnazione". Incrociando le dita, magari, che la ditta perdente non faccia reclami nonostante il tormentato percorso e le variazioni al progetto. Il progetto che verrebbe realizzato a l posto di quello di Cordeschi infatti sarebbe quello più 'moderato' del 2013 di Dino Pignatelli, riproposto dalle associazioni ambientaliste ed in particolare dal consigliere comunale di rifondazione Enrico Perilli e del Consigliere del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, Stafano Allavena. Prevede una traslazione della linea dei piloni di pochi metri rispetto a quella attuale.
MONTE CRISTO, L'APERTURA E' DEGLI AMBIENTALISTI. IL NODO RESTA NELLA FOSSA
Ma se Lolli ha ceduto sulle Fontari, il fronte ambientalista ha sicuramente aperto sul rifacimento degli impianti di Monte Cristo dove, afferma Perilli, "nella parte bassa non esistono particolari norme di salvaguardia e per noi va bene la sostituzione degli impianti sullo stesso tracciato di quelli vecchi e prendendo così l'occasione di togliere i vecchi ruderi".
Il nodo resta l'impianto nuovo previsto dal Piano d'area che collegherebbe strategicamente i due arroccamenti tramite la realizzazione di una seggiovia tutta nuova tra Fossa di Paganica e Monte Scindarella. Per Lolli è "essenziale", mentre per Perilli e gli altri che rappresentano le sigle ambientaliste "va visto il progetto nel merito prima di poter fare una discussione, perché li sì ci sono delle zone protette".
SIC e ZPS NON SI SPOSTANO
AL tavolo al quale si sono seduti Lolli e le associazioni non c'era controporte riguardo la permanenza sul Gran Sasso dei Siti di interesse comunitario (SIC) così come sono. Secondo Lolli gli interventi si potranno fare "perché c'è il grande vantaggio che il Piano d'Area e la conseguente valutazione d'impatto ambientale sono antecedenti alla loro istituzione. Se poi fossero impeditivi per fare quello di cui stiamo parlando si possono rivedere".
LE MODIFICHE AL PIANO D'AREA, LA SODDISFAZIONE AMBIENTALISTA E IL PIANO DEL PARCO
Secondo Lolli la vera vittoria di tutti è l'approvazione del Piano del Parco che dovrebbe avvenire il prossimo 19 novembre e "renderà attuativo finalmente il Piano d'Area".
E' sulle modifiche al Piano d'Area Enrico Perilli che in generale, più che di vittoria ambientalista, parla di "buona mediazione", è particolarmente soddisfatto: "E' nostro il merito se adesso oltre che di turismo invernale e impiantistica si parla anche di un anello di rifugi, dei sentieri che sono stati già finanziati e finanziamenti per rimboscamento e naturalizzazioni, qualcosa che davvero potrebbe dare lavoro in futuro. Oltre che di un ampio anello di sci da fondo che passi dalla piana di Piatranzoni fino a riuscire per la Fossa di Paganica.
"SAVE GRAN SASSO" , INSODDISFATTI I PROMOTORI DEL REFERENDUM. MA OGGI INCONTRERANNO LOLLI
Oggi per Lolli sarà la volta di sedersi, rigorosamente in una seduta separata da quella col fronte ambientalista, con il comitato promotore del referendum per chiedere la ridefinizione del Parco e dei SIC, riunitosi sotto il nome di #SaveGranSasso, un fronte che potremmo chiamare 'sviluppista'.
"Gli impianti vanno sostituiti sullo stesso tracciato e basta? Per noi no", afferma uno dei promotori nonché maestro della scuola di Sci d'Assergi, Luigi Faccia. "Se vogliono rispettare come hanno detto la direttiva Habitat ed il decreto amministrativo del 2007, come la mettiamo con strutture come lo snow park ed il bike park? Non si potranno fare perché i SIC le vietano e noi per sviluppo intendiamo aumentare le strutture. Anche sul collegamento Scindarella Fossa di Paganica non possiamo stare ai capricci di chi dice che se c'è un cardo non si può fare niente".
Per #SaveGranSasso però il problema non sono le Fontari: "E' una scelta dell''amministrazione, non entriamo nel merito su che tipo di impianto è necessario realizzare. A Lolli oggi ribadiremo che noi non siamo contro il Parco ma per quanto riguarda i confini vanno rivisti a seconda delle esigenze attuali. Devono passare - continua Faccia - per punti geografici certi, perché come sono tracciati adesso è una gran confusione penalizzando le attività dell'uomo che anche quando consentite con autorizzazione, non sai se sei dentro o fuori il Parco. Dove ci sono zone già antropizzate - ribadisce il punto Faccia - SIC e ZPS vanno spostati, magari togliendo da una parte e mettendo da un'altra ,e tenendo conto che noi parliamo di 1500 ettari su 35mila complessivi da cui è costituito il SIC del Gran Sasso. Andiamo avanti col percorso referendario - conclude - perché L'Aquila vuole dire la sua e il nostro messaggio è passato".
L'AMMINISTRAZIONE SEPARATA DEI BENI D'USO CIVICO D'ARISCHIA: LOLLI INCONTRI ANCHE NOI
"Non si capisce come mai - afferma Elia Serpetti presidente dell'Amministrazione Separata Beni di Uso Civico A.S.B.U.C. di Arischia - per decisioni strategiche del nostro territorio vengano chiamati sempre e solo rappresentanti della società civile e di associazioni ambientaliste che spesse volte non sono radicate sul nostro territorio, come le Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico, bensì appartenenti ad altre realtà regionali che nulla hanno a che fare con la nostra montagna".
"Ci aspettiamo - conclude Serpetti - che il Vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli si faccia promotore di un incontro con l'Amministrazione separata che rappresento e con tutte le altre associazioni radicate sul territorio pedemontano del Gran Sasso ribadendo, comunque, che queste non possono essere assolutamente escluse da una scelta così importante per lo sviluppo delle nostre aree interne".