Mercoledì, 21 Settembre 2016 11:46

L'Aquila, intervista a Morgia: "Abbiamo margini di crescita superiori alle altre squadre"

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Metti un pomeriggio nel nuovo impianto di Acquasanta "Gran Sasso d'Italia - Italo Acconcia", in cui, fuori, sotto un cielo girigio grigio, i tifosi stanno pittando le mura. Dentro, lo stadio è senza barriere e per questo molto permeabile, sulle gradinate rosso e blù, due tifose, una bionda e una mora, assistono agli allenamenti. Sul campo tanti ragazzi a correre e palleggiare sul verde sintetico di ultima generazione.

C'è anche Aquila, il cane, che scorrazza da una parte all'altra rubando ora una casacca da per terra, ora (più grave) una borraccia.

In corso c'è una partitella tra giovani a metà campo. Solo, in un'angolo della panchina, di fronte l'enorme scritta "L'Aquila" dei distinti, c'è Massimo Morgia.

Occhi blu, sguardo profondo, volto vissuto, voce roca e decisa - sarà anche per il tempo immemore da cui allena squadre e gioca a calcio - sembra uno sciamano. Lo Sciamano del "Gran Sasso", il perno su cui una certa armonia intorno al nuovo stadio, che lui per primo ha messo al centro del suo progetto, si sta costruendo.

Un nuovo universo intorno a cui gravitano tifosi-artisti, cani-mascotte e giovani giocatori da cui esige un calcio propositivo col suo 3-4-3 di marca. Il tutto nell'anno della discesa agli inferi per L'Aquila calcio, che però potrebbe trasformasi in un più lieve purgatorio, dove trovare il tempo per rifondare alcune basi e rinnamorarsi del pallone dopo le brutte vicende. Se la magia di Morgia funziona.

"Quando tornerò a casa l'estate come faccio con Aquila che in casa ho già due gatti?", il primo scambio che ho col nuovo allenatore rossoblù.
"Non lo so Mister - rispondo - i gatti non la prenderanno benissimo forse, ma alla fine tutti si adatteranno. Un po' come la squadra al calcio che vuole lei" mi esce di chiosare, ricevendo un'occhiata fugace di approvazione.

Perché il segreto dell'Aquila, imbattuta a cinque punti dopo tre giornate ma già a quattro dalla vetta, secondo Morgia è nel potenziale che ancora deve esprimere: "E' una squadra che ha enormi margini di crescita che sta affrontando formazioni che hanno già una loro storia e che hanno fatto già questo campionato stando insieme da anni e che inoltre si sono rafforzate. Noi invece siamo una squadra totalmente nuova che a differenza degli altri siamo tutti ancora da formare. I nostri margini di miglioramento sono indubbiamente superiori alle altre squadre".

Un inizio col Monterosi che poteva andare meglio dal punto di vista del risultato. Poi i tre punti di Foligno ottenuti anche grazie ad un pizzico di fortuna. Infine Rieti. A due giorni dal match, resta più l'amarezza per i punti persi o la gioia per quello conquistato?

Sono contento per la prestazione. A un certo punto della gara se restavamo in undici secondo me portavamo a casa l'intera posta, anche con miglioramenti di gioco. Perché fino a quando siamo stati undici contro undici, a parte i primi minuti, abbiamo dimostrato di giocarcela ad armi pari se non con qualcosa in più di loro. In dieci abbiamo subìto tanto e invece una squadra con ambizioni di classifica come la nostra deve imparare a gestire meglio anche in dieci.

Forse mister, nonostante il gol del pareggio sia arrivato con una ripartenza, un errore dell'Aquila è stato quello psicologico di iniziare a difendersi e lasciare campo al Rieti dopo il gol. Lei che ne pensa?

Se l'espulsione di Pepe arrivava dieci minuti dopo saremmo riusciti a raddoppiare perché loro si erano iniziati a scoprire anche in maniera disordinata. Quello che hai detto tu in parte è vero perché abbiamo ancora i reflussi di un calcio che non voglio, che quando passi in vantaggio pensi automaticamente ad arretrare e di difenderlo stando più basso. Noi dobbiamo imparare invece che stando in vantaggio dobbiamo continuare a fare il nostro gioco perché le partite durano 90' e l'1-0 non garantisce mai niente.

Il gol è venuto fuori da un errore della difesa che ha lasciato libero di saltare Materazzi e non era la prima volta. E' dovuto forse a difficoltà nello scalare le marcature una volta rimasti in dieci?

No è che ancora non sono chiari alcuni concetti, noi nella parte finale marchiamo ad uomo e quindi ce lo siamo perso perché eravamo messi male anche come assetto.

Ora ottenere i tre punti con l'Ostia mare è fondamentale. Domenica il risultato è importane, giusto?

Sì lo è come sempre, e sono tutti determinanti. Poi è ovvio che dico che bisogna vincere, lo starà dicendo ad un altro giornalista anche il mio collega ad Ostia. Ciò che è importante è che bisogna guardare le partite come tappe ed il giro finisce a Maggio. Da qui a maggio ci sono tante partite e non una sola. I punti che si potrebbero guadagnare adesso si possono perdere dopo o viceversa. Quello che è importante è avere una squadra che abbia ancora un miglioramento rispetto alle partite che ha fatto fino ad adesso.

Al di là delle questioni più tecniche, le sembra che il suo gruppo abbia recepito i principi del calcio di Morgia?

Non è una questione di principi di Morgia. Io credo di insegnare un calcio propositivo, dove la fase di possesso è importante così come la pressione e di attaccare e di voler fare sempre goal. Un calcio che magari in Italia in pochi fanno, però credo sia quello più bello anche da vedersi perché quando una squadra gioca sempre per proporre il calcio è uno sport più bello.

Come ha trovato l'ambiente aquilano? Se lo aspettava così?

E' andato oltre le aspettative perché c'è stato subito un gran pubblico qui in casa, a Foligno c'era un nutrito numero di persone a a Rieti circa 400...quindi credo che sia una cosa importante perché il calcio è fatto per la gente. Quindi più ne portiamo più siamo gratificati.

 

Ultima modifica il Giovedì, 22 Settembre 2016 11:27

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