L'Aquila calcio ha pareggiato la sua seconda partita in case contro l'Ostia mare ed ha sei punti, quattro in meno delle capoliste, tra cui quell'Arzachena che affronterà in sardegna domenica.
La prima mini psicosi dell'anno è girata intorno a questa realtà, tutto sommato non così difficile da accettare.
Forse troppo forte l'ansia di vincere al "Gran Sasso - Acconcia", per una piazza che dopo il terremoto vero, ha dovuto vivere anche quello sportivo del calcio scommesse e si è ritrovata di nuovo nell'inferno della D.
Peggio ancora, nell'aria sono volate anche voci di prime frizioni interne (tra una parte di società e allenatore) che in realtà non hanno un peso specifico consistente e non vale la pena per questo neanche approfondire.
Quello che è certo è che la ripartenza dell'Aquila in serie D sta avvenendo intorno a due pilastri: uno è mister Morgia, l'altro è il nuovo stadio.
Ingredienti che se sperimentati bene quest'anno, potrebbero rendere anche in un certo senso più 'utile' e meno amara, la stagione tra i dilettanti.
Potrebbe essere questa insomma la stagione in cui iniziare a rifondare il calcio cittadino e avere una crescita culturale collettiva in campo calcistico.
Morgia, che l'ambiente ha difeso a spada tratta dalle voci di cui sopra (anche in chiave anti società va detto), è venuto a L'Aquila, oltre che a fare tanti punti, per poter partecipare a quell'ampia fetta di ricostruzione sociale della città in gioco attraverso lo sport del calcio.
E lui non è uno qualsiasi, basta parlarci. Se lo si fa si capisce velocemente che usa le stesse parole di chi, qui, ama L'Aquila ed il calcio non da vetrina, come per esempio la tifoseria organizzata ed il supporter' trust, e che da anni si sta battendo per diffondere un'altra visione del pallone.
All'inizio dell'anno il diktat, condiviso, della tifoseria alla società è stato "via da questa categoria" e tale resta. Adesso però bisogna saper separare questa dimensione legata alla società da quella di una squadra nuova che si sta formando intorno ad un buon progetto che sottende una filosofia di calcio in diretta contrapposizione a quella dello scandalo scommesse che ha infangato la maglia e che un giorno ti porta vicino alla B e quello dopo in D.
Insomma la stessa tifoseria ha sempre parlato anche di sostenere per prima la maglia e di un modo di intendere il calcio che va "oltre il risultato" e il "campo" in senso stretto. Questo tanto più va sostenuto ora che si dispone anche di un interprete giusto come Morgia per far diventare queste cose più reali.
Anche perché a Morgia, oltre che i risultati, interessa parlare con la città e ricucire un rapporto tra squadra e territorio. Perché c'è una "scollatura importante", dice, ed è vero.
Dice, sempre il mister, che lavorando in questa direzione arriveranno i risultati e non viceversa. Per farlo ha bisogno del nuovo stadio che ha messo al centro del suo progetto. La società che ha ben fatto a sceglierlo come Mister, sta facendo tutto il possibile per averlo in gestione?
E il Comune dopo averlo inaugurato dopo 30 anni grazie ad una firma del sindaco per la deroga, sta pensando a risolvere a tutti i problemi che può avere un impianto vecchio-nuovo?
Perché il "Gran Sasso d'Italia" è il cuore dell'iceberg di Morgia. La struttura per contenere quel lavoro che sta sotto alle vittorie. Lo spazio adatto per avviare quel pezzo di ricostruzione sociale che può gravitare intorno al calcio (che non è poco).
Eppure continuano ad arrivare segnalazioni di fogne che trasbordano e di docce da fare fredde. La domenica in curva, inspiegabilmente, si può andare solo in 700. I distinti sono ancora chiusi. Spazi all'interno del vecchio-nuovo stadio sono in stato di abbandono, lì dove sarebbe importante per esempio far nascere una palestra che serva in primis per la squadra. Manca inoltre la tribuna stampa e potrebbero aprirsi all'interno dello stadio delle attività commerciali. Queste sono cose fondamentali per vincere, non solo in campo.
Insomma il "Gran Sasso - Acconcia", potrebbe diventare il polo intorno a cui far gravitare lo sport cittadino del calcio vissuto sette giorni su sette. Morgia è questo che vuole innescare e sarebbe il caso che venisse ascoltato anche da chi amministra questa città.
Intanto domenica i rossoblù vanno ad affrontare una capolista, l'Arzachena. Sarda e sconosciuta allo staff del Mister che oggi ne sta studiando un filmato relativo all'ultima partita pareggiata.
Poi la squadra partirà sabato in aereo per il big match.
Qualche tifoso coraggioso la seguirà, gli altri gli le saranno vicini col cuore. In attesa del risultato e di iniziare una nuova settimana di calcio.