Domenica, 15 Febbraio 2015 18:28

"Il momento dell'Aquila". Per un'analisi dopo lo schiaffo di San Marino

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Che L'Aquila non abbia giocato affatto bene a San Marino - come a Gubbio o a Prato - è sotto gli occhi di tutti. Da qui però a rimettere tutto in discussione ce ne vuole.

Alla luce di quanto visto in terra marchigiana ed in generale nell'ultimo mese, proviamo a fare un'analisi il più possibile distaccata toccando i punti critici più salienti usciti dopo l'ultima sconfitta che porta L'Aquila a -10 da Ascoli e Teramo, prossima avversaria.

A San Marino Zavettieri non ha fatto altro che riproporre il suo 3-4-3, quello con cui L'Aquila ha fatto le cinque vittorie consecutive di novembre, tanto per ricordare, e che sembrava un po' la quadratura del cerchio tattica per le caratteristiche dei giocatori.

Il fatto di non aver utilizzato Sandomenco dall'inizio ed aver cambiato modulo in corso, è già successo e ci può stare. Uno perché il passaggio al 4-3-3 ( e sue varianti) non è così complicato e "la squadra c'è l'ha nelle corde", due perché è stato già fatto altre volte con risultati proficui (vedasi Grosseto). Spesso infatti si è coralmente ribadito che le avversarie ormai conoscono L'Aquila e che è necessario cambiare in corso per sorprendere. Per questo nel mercato sono stati presi due giocatori per ruolo. Questa è la politica supportata dalla società che ha fiducia in Zavettieri, un allenatore con un'idea di calcio aperta e moderna, che certo può piacere o meno, ma che non scopriamo oggi e che comunque è un lusso per l'ambiente in quanto a preparazione e professionalità.

Certo a preoccupare di più è innanzitutto l'atteggiamento della squadra: dopo essere andata in vantaggio L'Aquila, come spesso le succede, ha paura, concede troppo all'avversario, cala a livello di attenzione e subisce... anche contro l'ultima in classifica. Non è escluso in tal senso - come ribadito già in varie critiche - che i ripetuti proclami di promozione in B, aumentati dopo il trionfo con l'Ascoli , abbiano contribuito a far peccare di superbia anche la squadra.

Il secondo gol del San Marino in più, denota una certa difficoltà proprio in difesa, il reparto fino a ieri più prelibato del "blasone" L'Aquila. Carini in tal senso non sembra dare sinora la stessa sicurezza di Maccarrone che però, va ricordato, non è stato utilizzato nelle marche per via della precaria condizione dovuta alla frattura al naso.

Non ha convinto Gotti, è vero, ancora un oggetto misterioso per i più. Al suo posto l'usato sicuro Scrugli sembra offrire più vivacità, ma si ricordino le polemiche anche per il sacrificio di Pedrelli a destra (complementare all'utilizzo di Scrugli). A conti fatti però, sinora, era meglio questo sacrificio, che sacrificio poi tanto non è vista la versatilità di Pedrelli che peraltro non sta attraversando un gran periodo. Scrugli poi è comunque entrato in corsa a San Marino, apportando il suo contributo. Così è stato applicato, appunto, il doppio giocatore per ruolo.

L'attacco pesante senza Sandomenico ha sortito pure i suoi frutti con il gol al 18' di Pozzebon su perfetto cross di Pacilli. I due sono stati i migliori tra i rossoblù nel primo tempo salvo poi sparire nel secondo. Pacilli in particolare, dopo aver fatto un grande primo tempo, sfiorando anche il raddoppio, nel secondo si è trasformato in un giocatore prevedibile e lezioso. Al suo posto fortunatamente è salito Corapi, apparso più spento nei primi 45' ma non è bastato. Come non è bastata la buona partita del motorino Del Pinto di nuovo in gol (e per poco non arrivava la doppietta).

L'entrata di Sandomenico doveva evidentemente essere l'arma per spaccare la partita o chiuderla. Ma Sasá stavolta è sembrato troppo distante dalle porta, quando uno come lui è micidiale come finalizzatore, non certo come assist-man. Poteva forse entrare prima, come prima poteva entrare Raffaele Perna. Più di tutto infatti è apparso strano vedere L'Aquila non sfruttare la terza sostituzione sul risultato di 2-2 con Pozzebon, Pacillli e Virdis tutti sotto tono. Mentre la coppia Perna-Sandomenico ha spesso funzionato grazie alle lotte aeree del primo e le conclusioni del secondo.
Virdis ieri, non è di nuovo riuscito ad entrare in partita sbagliando l'unica occasione che gli è capitata tra i piedi.

In tal senso non bisogna sottovalutare il problema allenamenti e la pausa neve. Come noto L'Aquila ha molti giocatori nuovi che necessitano di giocare insieme per conoscersi ed amalgamarsi. Due partite due, rinviate, sono state davvero un problema per la condizione, oltre che uno strano gioco della sorte e della Lega che ha messo due partite in casa consecutive a L'Aquila a gennaio.

Peggio ancora poi la difficoltà ad allenarsi (o meglio a svolgere il programmato volume di lavoro): in tal senso Zavettieri ha più volte lanciato degli allarmi, scrupoloso com'è nella preparazione. In quest'ambito la società - che pure ha fatto tanto - deve cercare di fare qualcosa in più in quanto a logistica e programmazione, aiutata da tutti i soggetti interessati, Comune incluso. Non è possibile che a L'Aquila si possano perdere campionati "perché fa freddo" (e quindi nevica). È un problema culturale più ampio del calcio certo, che fa si che questa città non riesca a pensarsi per ciò che è: una splendida città di montagna. E se sabato prossimo rinevicasse, magari con un 10cm a ridosso della partita, che si fa, si rinvia ancora? Non si può andare avanti così e qualche soluzione in tal senso va trovata.

Con la sconfitta dell'Ascoli a Prato qualsiasi giudizio definitivo va rimandato alla partita con il Teramo. Di certo L'Aquila deve acquisire più fiducia in sé stessa, senza allo stesso tempo esser messa nella condizione di dover vincere sempre perché bisogna vincere il campionato. Tanto lavoro, il supporto e la tranquillità necessaria, ma sopratutto la voglia di far bene e vincere, potrebbero essere gli ingredienti giusti per rilanciarsi ed andare a tutta con i due recuperi, che prima o poi dovranno pur giocarsi.

 

Ultima modifica il Domenica, 15 Febbraio 2015 18:53

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