L'Aquila esce vincente da Piano D'Accio dopo una partita incandescente non priva di tensione. Una prova matura da parte dei rossoblù che hanno fatto prevalere la loro solidità e la maggiore esperienza. Pagliari nei play off finora non ha sbagliato una partita: la squadra mantiene la concentrazione per 90 minuti, lotta su tutti i palloni, punge sistematicamente in ripartenza dinanzi al maggior possesso palla dei padroni di casa, soffre e segna al momento giusto.
Eppure la compattezza dell'Aquila si sfalda negli ultimi 15minuti del primo tempo in cui concede troppo ai diavoli teramani che dal conto loro iniziano a crederci. La ripresa comincia sulla stessa farsa riga col Teramo a spingere e L'Aquila in affanno. Al settimo minuto, però, la svolta della partita: Ciotola scende sulla fascia e conquista l'angolo. Dalla bandierina batte Carcione, Infantino lasciato solo svetta e la mette dentro davanti la curva in cui sono assiepati i tifosi rossoblù. Piano d'Accio gelato e gioia incredibile degli oltre mille tifosi aquilani.
Il Teramo reagisce attaccando a testa bassa con L'Aquila che stringe i denti e ci prova in contropiede con Nicola Ciotola, in particolare, che macina metri e metri sulla fascia destra, inventa suggerimenti invitanti per le punte, trovando spesso la profondità e spezzando, così, la manovra del Teramo che mantiene un possesso palla abbastanza sterile. Almeno fino al 35' della ripresa: poi la partita si trasforma in un assedio alla porta rossoblù. Al 39' Testa salva il risultato con un tuffo spettacolare su colpo di testa ravvicinato di Speranza. Una parata che vale un gol, quella del giovane portiere rossoblù, che lo riscatta da qualche incertezza mostrata nel corso del campionato.
L'Aquila soffre fino alla fine con i mille tifosi al seguito che continuano a cantare cori che sembrano mantra per scaricare la tensione. Le lancette, infatti, sembrano non scorrere e ogni minuto nel finale dura ore. Al fischio finale si scatena la festa, con il presidente Chiodi e gli altri uomini della società a festeggiare in curva, dopo la piccola aggressione subita in tribuna nei primi minuti di gioco. Un fatto spiacevole che il presidente ha voluto però minimizzare: "è vero, è volato qualche ceffone e ho deciso che era meglio andarsene, ma niente di che". Il Teramo in questa finale d'andata non ce l'ha fatta a mettere paura all'Aquila che dall'alto del suo tasso tecnico ha saputo domare i diavoli a cui è mancato quello che nel calcio conta di più: il gol. L'assenza di Bucchi, l'attaccante più forte dei biancorossi, si è fatta sentire. Oggi, però, è stata la giornata dei vari Petta e Rapisarda, che hanno saputo lottare su ogni pallone.
di Alessandro Tettamanti e Nello Avellani
La festa rossoblù al triplice fischio finale