Un déjà vu. E' questa la sensazione che lascia la terza commissione del Comune dell'Aquila, che si occupa di sport e sociale, riunitasi stamane per parlare dell'annosa questione legata alla convenzione dell'Ente con il Centro universitario sportivo (Cus) dell'Università dell'Aquila, rispetto agli impianti sportivi di Centi Colella. In realtà la commissione era stata convocata per dibattere della "cacciata", da parte dello stesso Cus, nei confronti del suo settore rugby, accusato di avere una situazione debitoria nei confronti della direzione centrale dell'ente universitario.
La commissione. Lo chiamiamo déjà vu perché una riunione confusionaria non ha fatto altro che far emergere dati e fatti già emersi nella stessa convocazione del novembre scorso, senza significativi passi avanti [leggi l'articolo]: secondo il Comune, il Cus deve all'ente circa 318mila euro per anni di utenze, quest'ultimo deve al Cus altre somme in base a una vecchia convenzione del 1992, scaduta nel 2011 e in prorogatio tacito annuo, da quattro anni a questa parte. Nel corso della riunione, insomma, è emerso che se il Cus ha debiti con il Comune, quest'ultimo ha debiti con il Cus, e la sezione rugby del Centro ha debiti con la sua direzione centrale. Insomma, tutti hanno debiti con tutti, verrebbe da dire. Vediamo come si è giunti a questa situazione.
Il Cus mette i lucchetti al rugby. Rispetto alla commissione di sei mesi fa, si è aggiunta la disputa tutta interna al Cus: il presidente del Centro Francesco Bizzarri ha disposto, a inizio maggio, i lucchetti al campo di rugby sul quale si allena la sezione della palla ovale. Il Cus L'Aquila Rugby - tra settore giovanile e seniores che disputa il campionato nazionale di C1, 150 persone in tutto - si ritrova dunque senza un campo dove allenarsi. E' il Centro universitario sportivo, dunque, che "sfratta" la sua stessa sezione del rugby, a causa di pendenze che quest'ultima avrebbe nei confronti della direzione centrale per circa 8mila euro.
"Da anni svolgiamo un lavoro fondamentale per il disagio sociale della città - ha sottolineato in commissione Fabio Zenadocchio, responsabile della sezione rugby del Cus - con progetti di integrazione sociale di ragazzi stranieri, e come punto di riferimento per l'aggregazione dei più piccoli. Siamo in difficoltà, perché ci viene chiesto dal Cus stesso anche 300 euro al pomeriggio per un concentramento di bambini, paghiamo 25 euro per un'ora di riunione in una stanza di fianco al bar". Secondo quanto affermato da alcuni consiglieri, ci sarebbe anche un manufatto di legno donato dopo il terremoto dalla provincia di Trento, che sarebbe dovuto diventare una club house, e che invece sarebbe attualmente destinato ad altri usi.
La convenzione per Centi Colella. Il fatto che la diatriba tra la direzione centrale del Cus e la sua sezione rugby sia arrivata in commissione ha fatto storcere il naso a diversi consiglieri, che hanno ribadito che la commissione Sport e sociale non sia il luogo adatto per discutere di problematiche interne a un altro soggetto. E mentre Bizzarri chiedeva all'assise quale fosse il motivo della sua convocazione ("E' assurdo che il Cus oggi si trovi sul banco degli imputati, sembra un processo", ha evidenziato l'avvocato Marinucci, legale del Centro), l'assessora allo Sport Emanuela Iorio ribadiva che il vero problema è il rinnovo e l'ammodernamento delle vecchie - in alcuni casi vecchissime - convenzioni.
E infatti quasi tutto l'incontro si è poi incentrato sul mancato rinnovo di una convenzione che, come già ribadito a novembre, è scaduta nel 2011 e oggi appare inadeguata per le esigenze e la gestione degli impianti di Centi Colella: "Non si può andare avanti così - ha evidenziato Giustino Masciocco (Sel) - è necessario che questa commissione si occupi finalmente di Centi Colella, e in generale di tutte le vecchie convenzioni del Comune con le associazioni sportive che gestiscono le strutture". Dalla piscina allo stadio, passando per i nuovi mirabili impianti, come il campo di Piazza D'Armi e il Palazzetto dello Sport donato proprio a Centi Colella dal Giappone, la cui costruzione è ferma da mesi a causa della non certificazione europea degli isolatori sismici provenienti dal Paese asiatico.
"Da anni il tariffario della convenzione non viene adeguato, mentre l'affitto per i campi aumenta - ha sottolineato polemico Gianni Padovani (Psi) - non vedo perché le convenzioni debbano essere rinnovate tacitamente, dobbiamo procedere con rapidità alla loro revisione". Il Comune dell'Aquila non vanta crediti solo con il Cus, ma anche con altre associazioni e società sportive, ma "se la condizione per rinnovare le convenzioni è l'azzeramento del debito verso il Comune, allora dobbiamo annullare i rinnovi anche con altre associazioni che soffrono comunque debiti", ha sottolineato Giorgio De Matteis (L'Aquila città aperta), difendendo il Cus e tirando fuori una lettera del 15 maggio scorso [leggi la lettera] con cui il Comune minaccia di sospendere le utenze a Centi Colella, se il Cus non provvederà a pagare i 30mila euro di debito nei confronti dell'Ente entro due mesi.
La responsabilità storica della politica. Nel corso della commissione è emerso più volte un tono che potrebbe definirsi bonariamente paternale da parte di alcuni consiglieri, che con la retorica della "importanza dello sport per la rinascita sociale della città" hanno redarguito le due anime del Cus, come fossero figli pestiferi e litigiosi. In realtà, è il Comune (e dunque anche i consiglieri e la commissione) a doversi assumere la responsabilità storica di creare le condizioni idonee allo sviluppo dell'attività sportiva dei giovani aquilani, per raggiungere il tanto agognato "benessere della comunità", anche attraverso lo sport, come strumento di coesione sociale. E' questo si fa solo con politiche reali e concrete.