La situazione in cui versano gli impianti sportivi dell'Aquila e dintorni si sottovaluta spesso. Non tanto per le condizioni in sé, quanto per l'importanza (poca) data dalla politica e più in generale dall'opinione pubblica allo sport. Al contrario, quest'ultimo rappresenta un fattore fondamentale della rinascita sociale di un territorio, ancor di più nel capoluogo abruzzese, che si trova da tempo a far fronte a un deserto sociale senza precedenti.
Sicuramente lo sport non viene sottovalutato da donatori e filantropi che via via hanno gentilmente offerto strutture dopo il sisma del 2009, che però necessitano di risorse e capacità gestionali anch'esse senza precedenti. Fondi e gestione che, nella maggior parte delle volte, non sono all'altezza delle strutture costruite. C'è poi, l'annosa questione delle convenzioni stipulate dal Comune dell'Aquila per i maggiori impianti della città: dal "Tommaso Fattori" a Centi Colella.
Proprio dell'area ad ovest della città si è parlato oggi nel corso della Commissione politiche sociali del Comune dell'Aquila, presieduta dal consigliere Adriano Durante. Il nodo della questione è il rinnovo della convenzione tra il Centro Universitario Sportivo (Cus) dell'Università degli Studi dell'Aquila e l'ente comunale sull'area di Centi Colella, storico punto di riferimento dei cussini, del rugby aquilano e di varie discipline legate al mondo universitario.
La convenzione tra i due soggetti è datata 1992, ed è scaduta nel 2011, con proroghe e tacito rinnovo fino al 30 giugno 2015. L'assessora allo Sport Emanuela Iorio, ascoltata oggi in Commissione, pur complimentandosi con il presidente del Cus Francesco Bizzarri (anch'egli presente) per il lavoro svolto, ha sollevato un problema non da poco: il Cus ha un debito nei confronti del Comune per utenze - gas, luce e acqua - mai pagate dal Centro. Una situazione debitoria per bollette non pagate dal 2004-2005 ad oggi, che secondo alcune stime ammonterebbe a più di 100mila euro. Il condizionale è d'obbligo, perché, dopo tutti questi anni, il Comune dell'Aquila ancora non è riuscito a quantificare con precisione le bollette "coperte" dall'ente sull'area di Centi Colella. In queste settimane l'ufficio del geometra comunale Dino Tarquini sta verificando utenza per utenza la situazione, di concerto con lo stesso Cus.
Nella "strana" convenzione del 1992, infatti, ci si accordava su utenze intestate direttamente in capo al Comune, previa restituzione delle somme versate da parte del Cus. Il denaro di cui quest'ultimo è debitorio, inoltre, è minore rispetto al costo effettivo delle utenze, perché occorre togliere a quel conto circa 15mila euro annui che, sempre in virtù della convenzione, il Comune dell'Aquila già versa al Cus per il pagamento delle utenze. Insomma, un bel pasticcio, anche perché non è possibile iscrivere quei soldi in bilancio, trattandosi di bollette e quindi di somme impossibili da prevedere in sede di redazione del bilancio stesso.
Ad ogni modo Bizzarri, ascoltato anch'egli oggi, si è difeso: "In questo momento sarei cauto anche a parlare di debiti - ha affermato - perché il Cus non ha mai ricevuto una bolletta. In sede di rinnovo della convenzione sarà importante cambiare le intestazioni delle utenze". C'è necessità, insomma, di una nuova regolamentazione del rapporto. Per questo il Comune, sei mesi prima della su citata scadenza di giugno (cioé già a gennaio) farà una disdetta formale del rinnovo tacito dell'accordo, in attesa di una convenzione cosiddetta "a tre", all'interno della quale, probabilmente a trattativa privata, troveranno un accordo Comune, Università e Cus.
7 milioni regionali ancora non utilizzati. Al di là della situazione di Centi Colella, nel corso della seduta si è parlato - a dir la verità in modo poco approfondito - delle condizioni in cui versa l'impiantistica sportiva della città. Ve lo abbiamo raccontato più volte: si prospettano - soprattutto in vista delle scadenze elettorali - progetti fantasmagorici, come palazzetti dello sport avveniristici (vedi il caso della donazione giapponese sempre nell'area di Centi Colella) o piste di atletica all'avanguardia, ma poi nessuno si fa avanti per le onerose gestioni. A questo, poi, si aggiunge una sempre più difficoltosa gestione degli impianti già esistenti, o di quelli già donati, costruiti, inaugurati e mai utilizzati.
A questo proposito potrebbero essere utili i soldi stanziati dalla legge regionale 41 del 2011 [leggi il testo], la cosiddetta "Legge De Matteis", che garantirebbe da subito soldi in cassa per il Comune dell'Aquila. Si tratta di ben 8,4 milioni "per l'adeguamento delle infrastrutture sportive, ricreative e per favorire l'aggregazione sociale nella città di L'Aquila e degli altri Comuni del cratere". Ora, tolti gli articoli che destinano fondi (ingenti) all'Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario (Adsu) dell'Aquila [leggi qui l'approfondimento] e quelli che riservano 1,4 milioni ai comuni del cratere, rimangono a disposizione delle somme per potenziare le infrastrutture e la gestione degli impianti sportivi della città, con relativa ricaduta positiva sulla difficile situazione sociale che vive quotidianamente il comprensorio. Oggi Tarquini ha annunciato che, in base allo stanziamento di quella legge, 1,6 milioni andranno per l'ormai mitico stadio di Acquasanta, 600mila euro per la copertura in legno e l'innalzamento dell'agonizzante [leggi qui l'approfondimento] Palazzetto dello Sport in Viale Ovidio e 400mila euro per una struttura deputata a foresteria dentro Centi Colella. Oltre ai 400mila euro stanziati per la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile - il famoso centro per i giovani mai realizzato a San Bernardino - sarebbe possibile rimodulare, su richiesta del consiglio regionale, altri 1,6 milioni, destinati ad oggi alla realizzazione di due centri sociali a Paganica e Bazzano.
"Il Comune dell'Aquila, per bocca dell'allora assessora al Sociale Stefania Pezzopane, indicò quella somma per la realizzazione dei due centri sociali - ha evidenziato oggi Giorgio De Matteis - ma mi sembra una cifra quantomeno esagerata: basterebbe la metà, e si potrebbe rimodulare l'altra metà per potenziare l'impiantistica sportiva". Un discorso che non fa una piega, anche perché - per stessa ammissione di Tarquini - basterebbero circa 800mila euro per realizzare i centri sociali a Paganica e Bazzano.
"Potenzialmente, somme già da domani a disposizione del Comune", ha rilevato De Matteis. Soldi che occorre impiegare in fretta perché, si sa, basta un bilancio di previsione oculato, e anche stanziamenti dedicati ad ambiti specifici possono finire nei residui. E perdersi, per sempre.