Lunedì, 22 Dicembre 2014 17:13

Mense Univaq, 'Slem' non accetta la proroga. Servizio di nuovo a rischio

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E' di nuovo a forte rischio il servizio di ristorazione per gli studenti dell'Università degli studi dell'Aquila.

Una questione infinita. Sembrava risolta, fino a qualche ora fa: l'assise regionale, infatti, ha approvato - nella seduta convocata il 16 dicembre - il progetto di legge di modifica della normativa sull’autonomia del Consiglio, armonizzando la disciplina con le novità introdotte dalla legge nazionale. Con un emendamento al progetto, è stato ridotto il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle Adsu da 9 a 5. Nelle prossime settimane verranno rinnovati i Cda, in prorogatio dal giugno scorso.

Non solo. Con un sub-emendamento presentato dal consigliere democrat Pierpaolo Pietrucci, dal collega di maggioranza Lorenzo Berardinetti e da Emilio Iampieri e Gianluca Ranieri, che siedono sui banchi dell'opposizione, è stata modificata anche la destinazione d'uso dei fondi destinati alla Adsu dell'Aquila per prorogare, così, per ulteriori tre mesi, l'affidamento del servizio di ristorazione, in scadenza al 31 dicembre 2014.

Si sperava, così, fosse stato scongiurato il rischio di chiusura delle mense gestite dall'Azienda per il Diritto allo Studio al Polo di Coppito, al Polo di Roio, al Polifunzionale di Pile e all'interno della residenza Campomizzi. Una buona notizia per gli studenti dell'Univaq. Un sospiro di sollievo anche per le venti lavoratrici del servizio ristorazione a rischio licenziamento.

E invece, la ditta che gestisce il servizio ristorazione per l'Adsu - la Slem - non ha accettato la proroga di tre mesi, a parità di patti e condizioni, perché ritiene l’appalto fortemente antieconomico, anche per gli sviluppi dello stesso negli ultimi due anni. 

Tutto da rifare, dunque. "Il 19 dicembre si è tenuta una riunione presso la Prefettura dell’Aquila per cercare una soluzione al problema della continuità del servizio mensa all’università, dato che a gennaio del prossimo anno, causa la scadenza dell’appalto il 31 dicembre, non c’è la ditta che potrebbe fornirlo", si legge in una nota della Filcams Cgil

"La riunione è stata da noi richiesta in quanto, oltre i proclami e gli impegni, la problematica non vedeva concrete soluzioni, sia per la continuità del servizio sia per l’occupazione delle 20 lavoratrici. Cogliamo l’occasione per ringraziare gli assessori regionali Sclocco e Pietrucci per l’impegno profuso, cercando diverse strade per risolvere le problematiche esposte dagli studenti per la continuità del servizio e da noi sollecitate per le questioni legate all’occupazione; ma le difficoltà più volte esposte già dal mese di marzo non sono facilmente superabili ed avrebbero richiesto più tempo per essere affrontate, infatti vanno risolte situazioni finanziarie e normative, con aspetti giuridici complessi e rilevanti, e a un mese dalla scadenza dell’appalto diventa oggettivamente complicato trovare una soluzione condivisa".

Viene quindi al pettine un primo nodo, le gare a massimo ribasso, che non garantiscono qualità del servizio e creano continui contrasti tra committenza, azienda e lavoratrici. "Visto il rifiuto da parte della Slem, dato che non erano visibili altre soluzioni, abbiamo chiesto all’ADSU l’immediato avvio della gara, l’ADSU ha risposto positivamente alla nostra richiesta ed è stato riportato nel verbale stilato. La mancanza di soluzione non ci ha permesso, in quella sede, di chiudere positivamente il tavolo ed abbiamo spostato la trattativa in sede sindacale con l’azienda. Abbiamo trovato un accordo che evita i licenziamenti, mantiene in forza le lavoratrici per tutto il mese di gennaio ed è già previsto il ricorso agli ammortizzatori sociali in attesa di riprendere il servizio. L’accordo è stato votato all’unanimità da tutte le lavoratrici; sappiamo che non è la soluzione del problema ma dà il tempo perché trovata la soluzione le lavoratrici possano riprendere il loro posto di lavoro".

Insomma, l'accordo per evitare il licenziamento delle venti lavoratrici è stato trovato. Evidentemente, il problema è che l'Univaq rimarrà senza servizio ristorazione per almeno quattro mesi, il tempo necessario ad istruire il bando di gara europeo per l'affidamento.

Una notizia che arriva a qualche giorno dal Consiglio comunale straordinario che aveva discusso di città universitaria, di città a misura di studente. Dal 1 gennaio, invece, i ragazzi che hanno scelto di frequentare l'Ateneo non potranno godere del servizio mensa. Un disastro, in particolare per gli iscritti ad Ingegneria che, tornati a Roio, non hanno alternative al servizio che, fino ad oggi, era stato assicurato dall'Adsu. Così come per gli studenti che vivono la Caserma Campomizzi.

Una vicenda incomprensibile che deve interrogare tutti, al di là dei buoni propositi e delle possibili idee di sviluppo.  

 

 

Ultima modifica il Martedì, 23 Dicembre 2014 10:00

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