Mercoledì, 17 Dicembre 2014 16:41

Univaq, scongiurata chiusura delle mense: arriva la proroga dalla Regione

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Una buona notizia per gli studenti dell'Univaq.

E' stato scongiurato il rischio di chiusura delle mense gestite dall'Azienda per il Diritto allo Studio al Polo di Coppito, al Polo di Roio, al Polifunzionale di Pile e all'interno della residenza Campomizzi. Infatti, l'assise regionale ha approvato - nella seduta di ieri - il progetto di legge di modifica della normativa sull’autonomia del Consiglio, che armonizza la disciplina con le novità introdotte dalla legge nazionale. Con un emendamento al progetto, è stato ridotto il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle Adsu da 9 a 5. Nelle prossime settimane verranno rinnovati i Cda, in prorogatio dal giugno scorso. Non solo. Con un sub-emendamento presentato dal consigliere democrat Pierpaolo Pietrucci, dal collega di maggioranza Lorenzo Berardinetti e da Emilio Iampieri e Gianluca Ranieri, che siedono sui banchi dell'opposizione, è stata modificata la destinazione d'uso dei fondi destinati alla Adsu dell'Aquila per prorogare, così, per ulteriori tre mesi, l'affidamento del servizio di ristorazione che era in scadenza al 31 dicembre 2014. Dunque, il servizio sarà garantito fino alla fine del marzo 2015 e, nel frattempo, l'Adsu potrà istruire il bando di gara europeo per il nuovo affidamento. 

Un sospiro di sollievo. Per le venti lavoratrici del servizio ristorazione che rischiavano il licenziamento, per gli studenti dell'Univaq che vedranno garantito il diritto alla mensa: si è rischiata una impasse che sarebbe stata insostenibile, in particolare per i residenti alla Caserma Campomizzi e per gli iscritti ad Ingegneria. Per loro, non ci sarebbe stata alternativa alcuna al servizio assicurato fino ad oggi. 

Come si è arrivati al rischio di chiusura delle mense? Nei mesi scorsi, l'Adsu ha vissuto una vera e propria paralisi amministrativa, a seguito della battaglia tutta interna per far fuori il dirigente Luca Valente, ex direttore dell'Azienda, e delle frizioni in seno al Cda, con quattro componenti su nove dimissionari e con il Presidente Francesco D'Ascanio e i membri di nomina politica in prorogatio dal giugno scorso. L'azienda non ha saputo cogliere per tempo le difficoltà, non ha saputo rispondere alle esigenze degli studenti e si è ritrovata, alla fine di novembre, ad approvare il bilancio senza che avesse il tempo di istruire una gara per l'affidamento della gestione del servizio mensa. Bando di gara europeo che avrà, necessariamente, dei tempi tecnici lunghi: almeno quattro mesi. Così, a gennaio gli studenti avrebbero trovato le porte delle mense chiuse. Per fortuna, è intervenuta la proroga.

Le responsabilità, però, sono anche della politica, della Regione Abruzzo in particolare. L'ente infatti non si è mai conformato alla legge nazionale che prevede, già dal 2001, che i fondi garantiti alle Aziende per il diritto allo studio vengano ripartiti in base al numero degli iscritti, ai posti letto garantiti, e agli idonei per le borse di studio. Al contrario, la Legge regionale non tiene conto dei posti letto, penalizzando così l'azienda aquilana e favorendo, hanno sussurrato i più maligni, l'ateneo teramano. L'Adsu dell'Aquila, infatti, è l'unica a garantirne: 280 posti letto, 180 alla Caserma Campomizzi, che dovrebbe essere gestita dall'Azienda per altri 10 anni, come da accordi con il Ministero della Difesa in fase di definizione, e 100 alla discussa struttura 'San Carlo Borromeo'.

Come non bastasse, i bandi che predispongono le 3 aziende per il riconoscimento delle borse di studio non sono coerenti alla normativa vigente. Se l'Adsu dell'Aquila considera studenti fuori sede soltanto gli iscritti portatori di contratto di fitto regolare, per almeno 10 mesi, le aziende di Pescara-Chieti e Teramo considerano tutti gli studenti come fossero residenti. Così, l'azienda aquilana è penalizzata, evidentemente. Non solo. Regione Abruzzo è fanalino di coda, in Italia, nel sostegno alle aziende per il diritto allo studio che beneficiano di 5milioni l'anno. E - fino ad oggi - non aveva ancora messo mano ad una realtà che ha dell'incredibile, in tempi di crisi e spending review: le tre aziende abruzzesi, infatti, contano 36 membri tra Cda e collegi dei revisori per 34 dipendenti. Come detto, verranno ridotti a 20.

A seguito delle proteste degli studenti, e dei tavoli finalmente convocati da Regione Abruzzo, si è arrivati almeno alla soluzione dell'impasse. Innanzitutto, l'Adsu ha potuto approvare il bilancio con l'omologazione della rimodulabilità dei fondi della legge 41, la così detta legge De Matteis, 1.5milioni spalmati nel prossimo triennio, somme che daranno respiro all'azienda. Inoltre, è stata ritirata la discussa delibera 42 che stabiliva, per il 2015, pasti razionati - meglio dire, ridotti - per gli studenti. Infine, con l'intervento del Consiglio regionale è stata garantita la proroga del servizio mensa per 3 mesi, in attesa del bando europeo.

A questo punto, non resta che mettere mano alla riorganizzazione delle Aziende regionali.

Un sospiro di sollievo, dicevamo, anche per la città che dovrebbe ri-costruirsi a misura di studente, puntando sulla cultura e sull'alta formazione. Il Consiglio comunale tornerà a riunirsi domattina, in seduta straordinaria, per discutere e confrontarsi sulla definizione partecipata di un nuovo modello di città, con particolare riferimento proprio all’Università.

"Il Pd l'ha promosso come primo momento di attenzione istituzionale alla questione dell'Università", ha spiegato - in una nota - il segretario cittadino, Stefano Albano. "Dal Consiglio comunale, e in parallelo dal percorso politico di ascolto della città, puntiamo a raccogliere e mettere a punto un pacchetto di proposte che collochino finalmente la politica per il nostro ateneo sul binario di una maggiore consapevolezza e valorizzazione delle potenzialità. Alcune idee le abbiamo già messe a punto, e sono naturalmente aperte al perfezionamento e all'integrazione. Siamo convinti che la Città e l'Università debbano lavorare assieme, e trovare assieme una strada per uno sviluppo solido e duraturo. Spesso questo in passato non è avvenuto, e ci siamo trovati a perdere molte possibilità di crescita. Il tempo dello spreco delle occasioni è finito".

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Dicembre 2014 16:59

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