Mercoledì, 26 Giugno 2013 16:14

La tecnologia ai tempi del terremoto: nasce l’App per la ricostruzione

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Si sente parlare sempre più spesso di Open Data, il percorso di trasparenza digitale che rende i dati delle pubbliche amministrazioni fruibili ai cittadini. Si tratta di un fenomeno mondiale e in progressiva espansione, se si pensa che appena la scorsa settimana il G8 approvava la Open Data Charter.

Proprio partendo dagli Open Data sulle pratiche per la ricostruzione che Appello per L’Aquila ha messo a disposizione sul suo sito, è stata sviluppata nel DISIM (Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica) un’applicazione che consente di conoscere, in tempo reale, lo stato di riedificazione della città dell’Aquila, condannata dal sisma ad una continua mutazione.

L’App, che uscirà a settembre, è stata ideata da Ivano Malavolta, docente di Applicazioni per Dispositivi Mobili nel corso di Laurea in Informatica, con l’aiuto degli studenti Roberto Gagliardi e Francesco Palumbo.

Il professore ha spiegato a Studen-Town tutti i dettagli del progetto e le aspettative di chi ha deciso di utilizzare le proprie competenze per contribuire alla rinascita della città.

Qual è il nome dell’App?
"Non ha ancora un nome, tra di noi lo chiamiamo Open Data Aq, come riferimento".

Qual è lo scopo del progetto?
"Ho immaginato un turista, uno studente che viene a L’Aquila o un aquilano che, camminando per le strade della sua città, riesca a rendersi conto, con una previsione al secondo, dello stato della ricostruzione: non parlo solo dei cantieri aperti o chiusi ma anche di tutti gli iter burocratici 'nascosti'. Ho anche proposto a Paola Inverardi, quando l’applicazione sarà completa, di fare una sorta di proiezione dei dati continua che mostri il grado di ricostruzione. Aggiornando i dati in tempo reale, se la persona fa una passeggiata per il Corso e si ferma in un locale, quando tornerà in piazza Duomo il livello del caricamento sarà già diverso. Questo rappresenterebbe un segnale di speranza perché vuol dire che, in quei minuti, si sta facendo qualcosa di concreto per la ricostruzione. Inoltre una proiezione del genere sensibilizzerebbe riguardo al fatto che non viviamo in una situazione statica".

Quando sarà pronta l’applicazione?
"Il prototipo è completo, stiamo svolgendo un lavoro di rifinitura ma penso che verso settembre potremmo pubblicarlo. Formalmente non è finanziato perché per il momento è un’idea, se la pubblicheremo poi ci sarà sicuramente uno switch per trovare sponsor".

Cosa vedrà l’utente quando utilizzerà l’App?
"L’utente lancia l’applicazione e vede la sagoma di Collemaggio stilizzata in caricamento, riempita fino alla percentuale di ricostruzione dell’Aquila, ovviamente si parla di calcoli approssimativi. Io so quali sono le pratiche in corso e in che stato sono: quindi, per esempio, se la pratica è già stata accettata dal Comune ma i lavori non sono ancora partiti la percentuale sarà intorno al 15%. In pratica ad ogni piccolo step, anche solo burocratico, abbiamo assegnato un valore di percentuale; la somma di tutti gli step fa 100%, a cantiere chiuso e a lavoro terminato. Dopo questa prima schermata di visualizzazione dello stato dei lavori generale, in cui abbiamo anche il numero di cantieri aperti e completati, c’è quindi una parte di consultazione: l’utente può vedere, in base a dove si trova o in base alla chiave di ricerca che inserisce, quali sono le pratiche in corso e a che punto si trovano i lavori attraverso una scheda dettagliata, compresa di immagini dimostrative. Nel caso in cui un edificio, come ad esempio la casa mia, non fosse inserito nell’App, posso aggiungere io stesso i dati riguardo il grado di ricostruzione di quell’edificio, attraverso quattro semplici tappe e aggiungendo delle foto, in modo che gli altri utenti abbiano anche un riscontro visivo più immediato della mia segnalazione".

Come è nata l’idea?
"Quando ho visto i dati pubblicati sul sito di Appello per L’Aquila relativi alle pratiche B, C e E, mi si è aperta la possibilità di poterli utilizzare in qualche modo. Se non ci fossero stati quei dati sarebbe stato impossibile partire da zero, anche perché gli aggiornamenti sullo stato delle singole pratiche sono dei file in Pdf che vengono pubblicati semestralmente sul sito del Comune ma che, una volta pubblicati, sono già “vecchi” di sei mesi e, in una situazione come la nostra, in sei mesi cambia tutto".

Come è stata accolta l’idea dagli studenti?
"Ho fatto questa proposta tra altri progetti e anche se inizialmente qualcuno era titubante poi, giorno dopo giorno, mi hanno detto che sentivano di fare qualcosa di importante per la loro città. Noi non abbiamo, con le nostre competenze la possibilità di contribuire fisicamente o in maniera più diretta alla ricostruzione dell’Aquila, abbiamo perciò cercato una nostra strada per dare un contributo, per metterci del nostro".

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