Nella ricostruzione si sta facendo molto poco per garantire il rispetto della normativa nazionale ed europea sul rendimento energetico degli edifici.
La ricostruzione aquilana non sta rispettando i dettami imposti dalle direttive europee in materia di risparmio e rendimento energetico degli edifici. Le inefficienze interessano tanto i nuovi alloggi del progetto Case (le cui criticità, in tal senso, erano state denunciate da un rapporto di Legambiente che conteneva i risultati di una serie di indagini termografiche) quanto le abitazioni già esistenti che il terremoto ha danneggiato e sulle quali sono partiti o stanno partendo i lavori di riparazione.
Se ne è parlato ieri mattina nel convegno “Efficienza energetica nella ricostruzione: un obbligo e un’opportunità”, organizzato da Sea - società da anni attiva nel campo dei servizi energetici per enti pubblici e privati - e partecipato anche da istituzioni locali e ordini professionali. I ritardi emersi finora sono imputabili principalmente alla mancata applicazione delle leggi ma anche alle resistenze culturali e alla scarsa sensibilità dei cittadini.
"In Italia siamo molto indietro, rispetto al resto d'Europa, nell'attuazione delle politiche sull'efficienza energetica" dice Olivo Ciccarelli, ingegnere e fondatore di Sea. "Anche rispetto a questo scenario, la ricostruzione dell'Aquila potrebbe essere un'occasione importante per mettere la freccia e fare un sorpasso. Purtroppo, però, non si sta facendo molto, anche se la legge dello Stato e il regolamento comunale dell'Aquila impongono il rispetto di norme specifiche. Ma non è solo un problema di applicazione delle leggi, ci sono anche dei ritardi culturali. I proprietari ritengono che tutto debba essere ricostruito così com'era ma ormai le imposizioni sono diverse".
E dire che il comune dell'Aquila si era dotato, già nel 2010, dunque un anno prima dell'entrata in vigore del decreto Romani (che ha imposto l’uso obbligatorio dell’energia pulita negli edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti) di un regolamento edilizio rientrante nel cosiddetto Piano Energetico, una delle linee guida in materia di energia approvate dal Consiglio comunale nel 2009. "E' un buon documento ma deve essere ritoccato", dice ancora Ciccarelli, "perché ha delle incongruenze con la legge dovute alla sua precedente approvazione. Però è sicuramente un regolamento molto interessante, che contiene norme anche molto dettagliate, come ad esempio quelle sul riutilizzo dell'acqua piovana sia nell'irrigazione sia negli scarichi dei bagni".