Lunedì, 07 Marzo 2016 11:50

Decreto Enti locali: comma sui subappalti rischia di bloccare la ricostruzione

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Centinaia di posti di lavoro a rischio.

Elettricisti, imbianchini, idraulici: nel cantiere più grande d'Europa, gli artigiani locali rischiano di restare senza lavoro. Se ne è discusso stamane in V Commissione consiliare, convocata dal presidente Raffaele Daniele su richiesta del presidente provinciale 'Fenailp L'Aquila', Carlo Saggese.

Saggese ha chiesto audizione in merito alla discussa circolare n° 1491 istruita dal Comune dell'Aquila nel gennaio scorso, a firma del direttore del Dipartimento di Ricostruzione, Vittorio Fabrizi. Con riferimento particolare "alla possibilità di subappalto dei lavori per il terremoto. Mi preme esaminare - ha chiesto il presidente provinciale 'Fenailp L'Aquila' - l'interpretazione data dal dirigente Fabrizi sulla possibilità di subappaltare solo il 30% della categoria prevalente, con eslusione delle lavorazioni specifiche, comportando, come da osservazione dello stesso ing. Fabrizi, 'danno all'esecuzione delle relative opere ed esclusione delle imprese del settore'". 

"E' evidente che tale interpretazione - ha aggiunto Saggese - oltre che il corretto proseguo delle opere di ricostruzione, leda anche e soprattutto il tessuto economico della nostra provincia, costituita in primis da imprese artigiane specialistiche che verrebbero depennate dalla possibilità di contrarre subappalti, con evidenti ripercussioni negative in termini di occupazione e conseguente depauperamento delle risorse economiche della Provincia". 

Ma cosa sta accadendo, esattamente? Come avevamo già scritto su NewsTown nell'ottobre scorsoc'è un comma, il numero 6, contenuto nell'articolo 11 del decreto Enti locali approvato a giugno e convertito in legge i primi di agosto, che fissa un tetto del 30% ai subappalti (una misura pensata per arginare il rischio di infiltrazioni mafiose). "Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 1656 del codice civile - dice il comma - le imprese affidatarie possono ricorrere al subappalto per le lavorazioni della categoria prevalente nei limiti della quota parte del trenta per cento dei lavori". Qui arriva la parte più controversa: "Sono nulle - recita il testo - tutte le clausole che dispongano il subappalto dei lavori in misura superiore o ulteriori subappalti".

La norma, in pratica, non solo vieta subappalti superiori alla soglia del 30% ma impedisce anche tutti i subappalti di natura diversa da quelli rientranti nella categoria prevalente ("ulteriori subappalti"). In altre parole, quelli che hanno a che fare con la realizzazione di opere specialistiche e super-specialistiche. Chiaro il problema: per questo tipo di opere, le imprese che si aggiudicano una gara d’appalto e che possiedono la qualificazione per la sola categoria prevalente, di solito subappaltano i lavori o costituiscono un'Ati servendosi di imprese con capacità tecnica adeguata.

Se si sta al testo del decreto, con le suddette limitazioni le imprese non potrebbero più fare questo tipo di affidamenti, che esistono in tutti i cantieri ma che sono praticamente inevitabili per i cantieri dei grandi aggregati che hanno al loro interno parti vincolate che necessitano di interventi di restauro. Se così fosse, se, cioè, la norma venisse interpretata in modo così restrittivo, ditte, proprietari di immobili, amministratori di condominio e presidenti di consorzio si ritroverebbero di fronte ad un ostacolo enorme, difficilmente aggirabile, anche perché, proprio per effetto del decreto, amministratori e presidenti sono stati equiparati a pubblici ufficiali, il che vuol dire che una loro mancata osservazione della legge si configurerebbe immediatamente come reato. Non solo. L'economia dei piccoli artigiani finirebbe in ginocchio.

"Effettivamente il rischio esiste, anzi più che rischio mi sembra una certezza", sottolineò a NewsTown l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, a seguito del nostro articolo.

Ma chi ha inserito una norma tanto restrittiva? A quanto si è appreso, il testo del decreto Enti locali è stato pesantemente modificato a seguito del passaggio sulla scrivania di Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, l'Autorità nazionale anti-corruzione. "Noi abbiamo scritto le norme in modo serio e per questa si faceva riferimento a quanto già esiste nel codice dei contratti ovvero che è subappaltabile il 30% della categoria prevalente nonché quelle scorporabili che sono in genere le lavorazioni specialistiche", aggiunse Di Stefano ai nostri microfoni. "Quando le norme passano per gli uffici romani che, tra l'altro, non hanno conoscenza alcuna della materia, escono però degli autentici mostri".

Mostri che ora preoccupano, e non poco. 

A seguito della conversione in legge del decreto Enti locali, infatti, l'ingegner Vittorio Fabrizi ha istruito la discussa circolare per l'applicazione delle norme suddette, ribadendo i timori di ditte, proprietari d'immobili, amministratori di condominio e presidenti di consorzio. A tutto vantaggio delle grandi imprese che hanno o vorrebbero mettere le mani sugli appalti della ricostruzione, perché dotate degli stringenti requisiti richiesti e perché possono permettersi di assumere personale a tempo determinato per le lavorazioni specialistiche e super-specialistiche. 

"La circolare viene parecchi mesi dopo l'approvazione dell'articolo 11 del decreto Enti locali - ha spiegato stamane Fabrizi - ed ha una genesi diversa. Ho inserito alcuni cenni sulla nuova disciplina dei subappalti, anche per me assolutamente indigesta, ma la genesi della circolare è superare un'altra legge, anch'essa scritta non bene, la numero 99 del 2013, sulle certificazioni degli avvenuti pagamenti". 

Il problema - spiega Fabrizi - è che gli uffici si ritrovano ad interpretare leggi e ordinanze scritte male che spesso finiscono per contraddirsi e che complicano, invece di semplificare, l'operare degli addetti alla ricostruzione. "La circolare è stata istruita per permettere il pagamento diretto del subappaltatore, laddove non è possibile fare la certificazione prevista per legge, così non si contravviene al dettato ma si mandano avanti i processi di ricostruzione". 

Spiegata la genesi della discussa circolare, però, il direttore del Dipartimento ricostruzione ha disegnato un quadro a tinte ancora più fosche. "Non vorrei fare 'terrorismo', ma la situazione è ancor più grave di come è stata presentata. Attualmente, per la piccola imprenditoria locale la situazione è la seguente: uno, subappalti solo del 30% per la categoria principale e null'altro; due, SOA per tutti i contratti, anche per quelli di importo inferiore ai 150mila euro; tre, esiste un organismo che si chiama 'Comitato alta sorveglianza grandi opere' e che vigila - a livello governativo - anche sulla ricostruzione dell'Aquila: nelle ultime linee guida, uscite a novembre dell'anno scorso, stabilisce che le piccole imprese di subappalto debbano essere iscritte nella white-list". 

Insomma, una piccola impresa locale non può acquisire subappalti oltre il 30% della categoria prevalente, deve essere iscritta nelle white-list e dovrebbe avere la SOA anche per un contratto da 50mila euro. Questo è il quadro. Provvedimenti che tagliano le gambe agli artigiani locali e che potrebbero avere ripercussioni pesantissime sull’economia e sull’occupazione, oltre che sul processo di ricostruzione.

"Su alcune questioni si potrebbe intervenire senza dover necessariamente legiferare, su altre, invece, è assolutamente necessario un intervento normativo", ha aggiunto Vittorio Fabrizi. "Forse, le linee guida del 'Comitato alta sorveglianza grandi opere' si possono rivedere, non si tratta di una legge anche se sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale. E' possibile si possa intervenire sulla cessione di subappalto, con un regolamento attuativo: sulla SOA, però, non si può che modificare la normativa".

Dunque, innanzi a decine di artigiani locali, intervenuti ai lavori nell'aula del Consiglio comunale, il presidente Raffaele Daniele ha proposto alle associazioni di categoria presenti di produrre un documento con alcune proposte che verranno assunte dal Consiglio comunale di prossima convocazione, sotto forma di mozione o deliberazione. Prima di arrivare alla discussione dell'assise, il documento verrà ragionato con rappresentanti di maggioranza e opposizione e con i coordinatori dei sindaci del cratere, così che possa divenire argomento di discussione anche degli altri Comuni del territorio.

Un primo passo verso una battaglia unitaria sui tavoli del governo che, si è detto, dovrà essere una battaglia del territorio, al di là dei colori politici, per salvaguardare i processi di ricostruzione ed evitare che si perdano 400-500 posti di lavoro. 

 

Pezzopane: "Nuovo tavolo tecnico in Regione il 17 marzo per le esigenze delle piccole imprese"

 

"La ricostruzione sta andando bene e le ultime normative approvate hanno risolto molti problemi appesi da tempo. Ma se ci sono nuove questioni, è bene affrontarle subito e con decisione. Ho concordato già con il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli di convocare un incontro in Regione il 17 marzo, per affrontare il problema sollevato dalle piccole imprese del cratere. È necessario venire subito incontro alle esigenze di piccoli imprenditori e artigiani che in questi giorni segnalano un problema".

Lo dichiara la senatrice del Partito Democratico, Stefania Pezzopane. "La ratio della norme introdotte nel Decreto Enti territoriali è sempre indirizzata alla semplificazione e alla trasparenza. Lo sanno bene gli attori che hanno partecipato ai diversi tavoli di confronto che si sono tenuti in Regione, per mettere a punto le norme e le correzioni apportate al testo principale. Lo spirito di quella norma era e rimane quello di avere ditte affidabili, a tutela della trasparenza e della legalità ma non certo di escludere i soggetti dello sviluppo locale".

Ho sentito numerosi operatori locali ed Agostino Del Re direttore del Cna, ha aggiunto la senatrice. "Il problema può essere risolto e dobbiamo affrontarlo con rapidità e serietà. Se ci sono delle lentezze o delle difficoltà burocratiche, bisognerà trovare il modo di superarle, tornando al tavolo tecnico di confronto in Regione. L'appuntamento del 17 con tutti i soggetti interessati, associazioni, sindacati, rappresentanti dei comuni, uffici speciali sarà l'occasione per individuare insieme i punti da migliorare".

 

Ultima modifica il Martedì, 08 Marzo 2016 08:43

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