Sabato, 19 Marzo 2016 10:44

Caos in Libera Abruzzo: si dimette Venti, si sciolgono presidi L'Aquila e Chieti

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E' caos nella sezione abruzzese di Libera contro le mafie. Angelo Venti, referente storico dell'associazione fondata da don Luigi Ciotti, si è dimesso, nonostante la sua carica sia stata rinnovata recentemente. In suo appoggio, si sono sciolti anche i presidi di L'Aquila e Chieti, mentre quello di Pescara ha chiesto "informazioni" al direttivo nazionale.

"Ho ritenuto di rinunziare per sopravvenuti ed insuperabili elementi ostativi per il dispiegamento di un'azione fattiva ed efficace in seno all'associazione stessa, a causa dei troppi silenzi e delle inconciliabili visioni sulle prospettive future con i vertici nazionali di Libera", scrive Venti in una nota indirizzata alla stampa.

Libera contro le mafie è da mesi al centro di un'aspra polemica interna all'associazione. I tanti soldi e la struttura sempre più imponente che gira intorno soprattutto ai beni sequestrati ai mafiosi ha acceso una furente discussione sul metodo di governance dell'organizzazione. L'ormai ex referente di Libera Europa, Franco La Torre [recentemente all'Aquila per un incontro], ha accusato Ciotti di utilizzare metodi paternalistici e autoritari, e l'Abruzzo è uno dei pochissimi presidi che hanno sostenuto La Torre, chiedendo una minore centralizzazione della struttura. Di qui, le dimissioni di Venti.

Hanno ritirato le loro adesioni alla rete di Libera Abruzzo anche le associazioni e i gruppi associati all'organizzazione. Insomma, il presidio abruzzese contro le mafie, ad oggi, non esiste più. In una regione che, dalla ricostruzione post-sisma delle aree interne e fino alla costa, ne avrebbe un gran bisogno.



La nota completa

Ritengo doveroso informare che non rivesto più la carica di Referente regionale per l'Abruzzo dell'Associazione Libera. A tale incarico, al quale ero stato in ultimo nuovamente chiamato dall'assemblea regionale del 20 febbraio scorso, ho ritenuto di rinunziare per sopravvenuti ed insuperabili elementi ostativi per il dispiegamento di un'azione fattiva ed efficace in seno all'Associazione stessa, a causa dei troppi silenzi e delle inconciliabili visioni sulle prospettive future con i vertici nazionali di Libera.

Con la mia lettera di dimissioni (leggi in basso, ndr), indirizzata prima agli iscritti abruzzesi e poi, l'otto marzo, agli organismi nazionali di Libera, ho contemporaneamente rinunziato, con molta sofferenza, anche alla responsabilità di referente del glorioso presidio aquilano di Libera e, infine, sono recesso anche dal vincolo associativo con Libera.

All'atto della fuoriuscita mi preme sottolineare come per il passato – e per i lunghi anni durante i quali ho agito in seno e per l'Associazione LIBERA in un contesto molto delicato quale quello abruzzese – dalle strutture nazionali vi sia stata, sulla base di un'ampia consonanza e condivisione di intenti, il massimo appoggio alle battaglie condotte sul territorio. Di ciò ringrazio l'Associazione tutta, dal vertice ai singoli iscritti e simpatizzanti, con i quali tutti abbiamo condotto, in sede locale, un proficuo lavoro d'indagine, approfondimento e sensibilizzazione che spero germogli in frutti tangibili anche per il futuro.

In questo momento non ritengo di dover toccare nei dettagli gli aspetti che hanno condotto alla rottura del rapporto fiduciario esistito in passato con i vertici nazionali, con parole che solo andrebbero a sommarsi ad altre polemiche che hanno recentemente interessato la vita associativa di Libera. In un simile frangente mi preme soprattutto ringraziare l'Assemblea regionale (tenutasi, come detto, il mese scorso, presso la struttura di Biblipaganica) della riconferma all'unanimità alla carica di Referente regionale, attestazione che per me vale più di mille polemiche e questioni.

Ho infine notizia, e ritengo doveroso fornirla, che sino all'atto della mia remissione di dimissioni mi hanno formalmente informato di non voler rinnovare per il 2016 il vincolo associativo con Libera tutte le associazioni iscritte a Libera Abruzzo, i presidi di L'Aquila e di Chieti di aver deliberato lo scioglimento, mentre quello di Pescara ha inviato una richiesta molto sentita di informazioni agli organismi nazionali. Su tali aspetti, chi avesse in animo di approfondire le ragioni, può sentire i diretti interessati.

La lettera di dimissioni di Venti

Cari Amici di Libera Abruzzo,

nei giorni successivi all'Assemblea regionale di Libera Abruzzo mi sono insistentemente posto le domande: dove stiamo andando? con chi? con quali metodi? Per fare cosa?

Dalla mia elezione a referente regionale, avvenuta lo scorso 20 febbraio nel corso dell’Assemblea regionale, tenutasi in aperto e motivato disaccordo con il parere espresso dall'Ufficio di Presidenza, nessuna risposta è arrivata - sul punto e sulla sostanza - dagli organismi nazionali. Silenzio assoluto. Ciò conferma quanto era già chiaro, ovvero che un rapporto fiduciario si è totalmente incrinato, ed è - a prescindere dalle responsabilità, sulle quali non è utile tornare in questa sede - impossibile, per me, proseguire a ricoprire la carica alla quale mi avete chiamato con delle attestazioni di stima delle quali non posso che ringraziarVi. Nondimeno, devo tener conto che questa condizione di impasse genera rischi per chi sta lavorando a delle questioni molto delicate: non possiamo permettercelo.

Per non far precipitare ed incancrenire la situazione - e per consentire a tutti gli iscritti di eventualmente proseguire nell'esperienza associativa oppure di dispiegare pienamente la propria attività con altri strumenti e maggior sicurezza - ho deciso dunque di rimettere, nei prossimi giorni, la mia carica di Referente regionale abruzzese nelle mani dei soggetti statutari.

Tale dimissione - che è da assumersi come irrevocabile - comporta anche il mio abbandono (cosa che particolarmente mi pesa) della responsabilità del Presidio di L'Aquila ed è da considerarsi altresì quale recesso dal vincolo associativo con Libera. Di questo intendevo preavvertirVi, per il rispetto dovuto agli iscritti, rispetto che sempre dovrebbe precedere quello che è pure doveroso esprimere per le burocrazie e per le altre istanze.

Qualcuno dirà: a che pro le decisioni di Paganica? Ebbene, quello è stato l'estremo tentativo per far comprendere agli organismi nazionali la situazione che, da Roma, stavano determinando in Abruzzo. Credo poi che un passaggio statutario, una discussione nella sede propria, fossero momenti necessari in una condizione di criticità. E la riaffermazione forte del proprio indirizzo di territorio consentirà a chi verrà - dopo essersi chiarito magari e positivamente risolto le domande: dove stiamo andando? con chi? con quali mezzi? per fare cosa? - di determinarsi nel futuro con maggiore autorevolezza ed autonomia. Inoltre, credo non fosse assolutamente opportuno e giusto che un ciclo molto lungo, sommariamente riepilogato nella mia relazione approvata a Paganica - che va dal "tesoro di Ciancimino" a quello delle "rinnovabili" passando per il terribile sisma del 6 aprile 2009 e la cosiddetta "ricostruzione" - fosse ingloriosamente liquidato senza essere rimarcato.

Lo considero irrispettoso verso tutti coloro che nelle tante iniziative realizzate negli anni ci hanno messo faccia, impegno, elaborazione, cuore, correndo rischi e sempre studiando le questioni e i problemi, senza utilitarismi o proselitismo delle proprie persone o interessi. Ripeto: stante la situazione, ha poco senso ripercorrere le vicende ultime nazionali e locali, che solo offuscano l’immagine di un'attività precedente per la quale - come ho detto in assemblea - in relazione al sostegno che abbiamo sempre ricevuto da Roma, non possiamo, come Abruzzesi, che ringraziare. Pure, giunge un momento nel quale certe domande - dove stiamo andando? con chi? con quali mezzi? per fare cosa? - debbono essere affrontate e risolte, se si vuole andare avanti.

Per conto mio, pur rammaricato di questa amara conclusione, mi sento certo di poter affermare - nel solco di quel che diceva qualche iscritto in Assemblea - che con i tanti Amici con i quali abbiamo condiviso quest'esperienza continueremo a fare quel che abbiamo sempre fatto - certo senza un'egida prestigiosa - dispiegando comunque tutta la nostra attività (sicuramente perfettibile, ma determinata) per coniugare la legalità come mezzo per uno sviluppo giusto del territorio, in tutti gli ambiti ai quali potremo arrivare. Agli altri auguro buona fortuna, sperando non si rifugino in una ritualità logora e persino, per alcuni versi, pericolosa, se non oscena. A tutti Voi giunga ancora il mio ringraziamento per la fiducia accordatami in Assemblea, e prima ancora per quella della quale mi sono sempre sentito titolare incontrandoVi e interagendo con Voi in tutti questi anni.

Il mondo non termina con una (peraltro scomoda) poltrona, andremo comunque avanti.

Ultima modifica il Lunedì, 21 Marzo 2016 09:14

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