Mercoledì, 28 Agosto 2013 02:36

Convegno MiSAQ, Cialente: "Fondi finiti". E tra i relatori spunta Mauro Dolce

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Ieri pomeriggio è stato presentato all'Aquila il volume MiSAQ – Messe in sicurezza all'Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009, un libro frutto di un progetto editoriale coordinato dall'ex vice commissario per la tutela del patrimonio culturale danneggiato dal terremoto, Luciano Marchetti, e curato dallo storico e giornalista Enzo Altorio.

Alla presentazione, svoltasi presso l'auditorium della sede provinciale dell'Ance, l'associazione nazionale costruttori, sono intervenuti, tra gli altri (oltre agli autori), il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, la senatrice Stefania Pezzopane, il direttore regionale del MiBAC Fabrizio Magani. Assenti, sebbene fossero stati invitati, sia Gianni Letta che il ministro dei beni culturali Massimo Bray,   

Il volume

«Questo libro vuole essere una documentazione della storia degli interventi di messa in sicurezza così come si sono evoluti nel tempo, partendo dai fenomeni più lontani, quindi dal terremoto del Friuli Venezia-Giulia, per poi passare a quello che è stato fatto dopo, a Napoli e in Irpinia, nell'Umbria-Marche e infine all'Aquila» ha detto Luciano Marchetti. «Siamo partiti dal presupposto che la messa in sicurezza è il primo passo per la ricostruzione: prima si conserva quello che c'è e poi, su quello che si è conservato, si può capire come intervenire e cosa fare. All'Aquila si è perfezionato un metodo del tutto nuovo: un intervento così esteso, diffuso e razionalizzato non era stato fatto in nessun altro luogo, nemmeno in Umbria-Marche, dove eravamo ai primi passi»

La chiusura di Collemaggio

Marchetti, intervistato dai giornalisti, ha detto la sua sulla vicenda della chiusura della chiesa di S. Maria di Collemaggio decretata dal Comune. «Collemaggio» ha dichiarato l'ex vice commissario «è un edificio messo in sicurezza che ha resistito senza subire ulteriori danni anche a scosse di 4 gradi di magnitudo. Questo vuol dire che i puntellamenti, per quello che dovevano servire, hanno funzionato. E' ovvio che tutti questi lavori sono di tipo provvisionale, non sono lavori definitivi. Devono essere sottoposti a interventi di controllo e manutenzione e hanno una durata nel tempo che è limitata. Nessuno può pensare che con due tiranti e un po' di cavi d'acciaio sia tutto risolto». Il problema che si è presentato per Collemaggio riguarda, potenzialmente, molti altri edifici del centro storico, in primis quelli parzialmente agibili dove si sono ricollocate alcune attività commerciali «Poter pensare di risolvere tutto con interventi provvisori è impossibile» ha affermato Marchetti, che poi ha aggiunto: «La sicurezza assoluta non esiste. Detto questo, se qualcuno mi domandasse se lascerei andare mio figlio a bere una birra in uno dei locali del centro risponderei: sì, lo farei»

E al convegno spunta anche Mauro Dolce

abbracciTra i relatori del convegno di ieri c'era anche Mauro Dolce, ex direttore dell'ufficio rischio sismico della Protezione civile. Dolce, lo scorso ottobre, era stato condannato in primo grado, insieme ad altri 6 esperti e scienziati (tra i quali Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis e Gian Michele Calvi), a 6 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per omicidio colposo nel processo alla Commissione Grandi Rischi. Dal giorno della sentenza, emessa dal giudice del tribunale dell'Aquila Marco Billi, non era mai accaduto che un membro della grandi rischi tornasse in città per prendere parte a un evento pubblico. Al momento del suo arrivo all'auditorium Ance, Dolce, che ha tenuto un intervento dal titolo Il terremoto dell'Aquila, è stato salutato dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Tra i due baci, abbracci, sorrisi e amichevoli pacche sulle spalle    

Cialente: «Soldi finiti, servono fondi aggiuntivi. Possibile ricorso a factoring con le banche»

«Nelle prossime settimane convocherò in città i rappresentanti di alcuni grandi gruppi bancari  italiani per vedere se esistono i presupposti per un'operazione di factoring (cessione dei crediti di un'impresa, ndr), di modo che si possa avere un'immediata disponibilità di fondi che possa permetterci un'anticipazione per far partire i cantieri. Il problema, infatti, è che ormai abbiamo finito i soldi». Così Cialente. Il primo cittadino, qualche giorno fa, aveva lanciato l'ennesimo allarme sui fondi a disposizione per la ricostruzione «Per il 2013» ha fatto sapere Cialente «c'è bisogno di 316 milioni di euro. Per il prossimo anno, e parlo del solo comune dell'Aquila, secondo il cronoprogramma serviranno invece 1,2 miliardi, il che vuol dire avere 400 milioni per 3 anni. Poiché i cantieri durano 3 anni, infatti, il miliardo e 2 per far partire gli stessi è ripartito in tre tranche da 400 milioni. L'importante è che io possa disporre di questi soldi per competenza»

«Per la ricostruzione pronti a venire all'Aquila i maggiori gruppi imprenditoriali italiani»

Sempre a margine della conferenza di ieri pomeriggio, Cialente, a colloquio con la stampa, ha in pratica spalancato le porte all'arrivo, in città, dei colossi dell'edilizia italiani. Il sindaco, infatti, ha rivelato che alcune grandi realtà imprenditoriali interessate alla ricostruzione (privata) si sarebbero dichiarate disponibili a anticipare di tasca propria i soldi necessari per far partire i cantieri.
Un'operazione che, con ogni evidenza, la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese locali non potrebbero mai permettersi di fare «Ci sono alcune grandi imprese edili disposte, pur di iniziare, ad anticipare i soldi» ha detto Cialente «Basta che abbiano l'approvazione del genio civile. Perché lo fanno? Sono imprese molto forti, che hanno grandi liquidità e possibilità di essere facilmente finanziate dalle banche. Nomi? Preferisco non farli. La presenza di queste realtà imprenditoriali, però, sarebbe un notevole salto qualitativo per la ricostruzione». Parole che probabilmente non piaceranno agli imprenditori aquilani e in particolare al padrone di casa del convegno di ieri, Gianni Frattale, presidente provinciale Ance «Ma no» si è schermito Cialente «ci sarebbe posto anche per Frattale e per tutti i nostri imprenditori. I quali, ora, stanno dando lavoro a moli artigiani provenienti da fuori, il che non va bene. Ben vengano allora questi grandi gruppi purché facciano lavorare le nostre maestranze. Naturalmente faremo tutto in modo trasparente e senza imporre nulla. Saranno sempre i proprietari a decidere»

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Agosto 2013 08:56

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