Lunedì, 18 Luglio 2016 12:47

Il pasticcio dei 2 miliardi Inail. Cialente: "Bloccati per inerzia burocratica"

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Ricorderete la polemica sui 2 miliardi messi a disposizione dall'Inail per la ricostruzione dell'Aquila e mai utilizzati. La storia finì anche sulle pagine dei principali quotidiani italiani.

"La cosa fa una certa rabbia", denunciò Giuseppe Lucibello, direttore generale dell'Inail, al Corriere della Sera. "Il tesoretto - aggiunse - doveva essere utilizzato per cinque obiettivi: recuperare il centro storico, rimettere a posto le strutture sanitarie, creare un nuovo campus universitario, oltre che per interventi mirati sui beni culturali e sul tessuto urbano. Ma quei soldi sono finiti in un labirinto burocratico, fatto di procedure complesse e di una riforma della protezione civile che si è 'dimenticata' di regolare la questione. E non ne sono usciti più".

Le affermazioni di Lucibello e il contenuto dell'articolo suscitarono incredulità e sdegno in molti cittadini aquilani, che avevano interpretato la notizia come l'ennesimo caso di malagestione di fondi pubblici legati alla ricostruzione. Anche perché il Corriere aveva lasciato intendere che i 2 miliardi fossero contributi a fondo perduto.

Il racconto però era incompleto. Perché, se è vero che l'Inail aveva riserve per 2 miliardi di euro a disposizione dell'Aquila - un surplus accantonato per effetto della riscossione dei premi - non è vero che si trattava di risorse erogabili a fondo perduto.

Al contrario, come precisò ai microfoni di NewsTown Carlo Gasperini, direttore generale del patrimonio, si tratta di fondi che l'istituto può investire a patto che generino dei rendimenti. "Com'è noto, l'Inail non dà finanziamenti a fondo perduto. In quanto compagnia di assicurazione, investiamo per avere un minimo di redditività. Nel nostro caso questa è del 3,1%. Tutte le volte che facciamo investimenti, come prevede il nostro regolamento, acquisiamo la proprietà dell'immobile e poi lo riconcediamo in locazione all'utilizzatore, a un canone di rendimento che è del 3,1% rispetto all'importo totale degli investimenti”.

Era la fine di novembre 2013. Sono passati quasi tre anni, e dal labirinto burocratico non si è ancora usciti. "Stamane, invierò l'11esima lettera indirizzata allo stesso Lucibello, al presidente del Consiglio, alla sottosegretaria De Micheli, a Luciano D'Alfonso e Giovanni Lolli, al sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pierpaolo Baretta, ad Antonio Misiani che è Relatore Disposizioni Urgenti in materia di Enti Territoriali, al Capogruppo PD alla Camera Ettore Rosato, al deputato abruzzese Antonio Castricone, alla senatrice Stefania Pezzopane", ha svelato il sindaco Massimo Cialente. "Chiederò di far approvare un semplicissimo emendamento che permetterebbe l'utilizzo almeno di una parte dei fondi: infatti, se fino ad oggi sono rimasti chiusi a chiave in un cassetto, è perché non si riesce a modificare la norma originaria, contenuta nel decreto 39".

In sostanza, il governo Berlusconi stabilì con la norma che l'Inail potesse intervenire attraverso investimenti in forma indiretta, cioè attraverso la mediazione di fondi immobiliari. Dunque, Inail tentò di avvalersi di fondi immobiliari già esistenti ma l'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici bocciò la proposta imponendo procedure di gara. Nel frattempo, intervenne il decreto Milleproroghe del 2011, che invece autorizzava l'Inail a investire anche in forma diretta. Il decreto prevedeva però, all'ultimo comma, che gli investimenti dovessero essere individuati attraverso lo strumento previsto dalla norma originaria, la legge 77, vale a dire le Opcm emanate su proposta della Protezione civile. Ma quando, per effetto della legge 83 del 2012, in Abruzzo è cessato lo stato di emergenza, si è fermato tutto, perché non si è più capito chi avrebbe dovuto indirizzare i nostri finanziamenti.

E da allora, "non si riesce a modificare il testo di legge, con un semplicissimo emendamento a stabilire che sia la Presidenza del Consiglio e non la Protezione civile con le Opcm ad individuare gli investimenti. Ci vogliono trenta secondi, se c'è la volontà di farlo".

Staremo a vedere. Evidentemente, il Comune dell'Aquila non potrebbe utilizzare i 2 miliardi di euro previsti inizialmente, considerato che dovrebbe accollarsi il canone di rendimento, e anche volendo i soldi, nel frattempo, sono spariti e, nelle casse dell'Inal, sono rimasti circa 300 milioni. "Potremmo approfittare dei fondi tuttavia, per circa 50 milioni, così da realizzare parcheggi a servizio dell'Università, alla Fontana Luminosa", ha spiegato il primo cittadino.

A patto di uscire, sette anni e mezzo dopo, dalla palude burocratica che ha impantanato qualsiasi investimento. "Il terremoto dell'Aquila verrà ricordato per la ferrea gestione a livello centrale che ha soffocato l'azione dell'amministrazione locale, mai realmente ascoltata seppure abbia denunciato diverse storture. E se la ricostruzione privata, nonostante i limiti delle normative vigenti, sta procedendo, la rappresentazione fisica del confuso intervento pubblico è l'albero che sta crescendo ai Quattro Cantoni, e che non ho fatto tagliare proprio per questo".

 

La lettera di Cialente

Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera scritta da Cialente a proposito dell'affaire dei fondi Inail e indirizzata, tra gli altri, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, ai sottosegretari all'Economia Paola De Micheli e Enzo Baretta e al direttore generale dell'Inail Giuseppe Lucibello.

Gentilissimi,

con la presente ritorno per l’ennesima volta, con ennesima lettera (credo la decima), sui fondi in oggetto previsti da decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, (art. 14 comma 3 e art. 1 comma 1 ) e che, allo stato, possono essere utili per accelerare il processo di ricostruzione della nostra Città.

La storia di questi fondi è allucinante, poiché dapprima il legislatore negò la possibilità di un intervento diretto con l’INAIL di fatto bloccandone l’utilizzo, e poi per il sopraggiungere di inadeguatezze normative sulla quale nessun Governo è mai voluto intervenire.

Prima di articolare più compiutamente gli aspetti normativi da modificare con emendamenti da inserire da parte del relatore o del Governo nel testo enti locali in via di conversione alla Camera, voglio ricordare che in questi 7 anni più volte la stampa nazionale è intervenuta sull’argomento, di solito accusando (sport nazionale) il Comune dell’Aquila,e quindi la mia Amministrazione, di non essere mai stati capaci di utilizzare i fondi messi a disposizione per la ricostruzione.

Situazione kafkiana.

Infatti nonostante il lungo tempo trascorso e le risorse finanziarie messe a disposizione dall’INAIL che, oggi, potrebbe finalmente intervenire anche direttamente, come previsto dal D.L. 216/2011, nulla si è mosso, in ragione di un refuso normativo riportato nel 2° comma dell’art. 16 del Decreto menzionato, laddove recita: “Gli investimenti di cui al comma 1, effettuati nell'ambito delle aree della ricostruzione del tessuto urbano, del settore sociale, del settore turistico ricettivo, del settore sanitario e del settore cultura, vengono individuati con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77”.

In buona sostanza, il comma in parola prevede che gli investimenti devono essere individuati con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, ovvero, a mezzo di Ordinanze del PCM di concerto con il il Ministro dell'economia e delle finanze, per quanto attiene agli aspetti di carattere fiscale e finanziario.

In successione, con la cessazione dello stato di emergenza ad opera del D.L. 83/2012 e s.m.i., che di fatto ha provocato il venir meno il potere di ordinanza e di firma commissariale, si è bloccato tutto, in quanto, ora come allora, non si riesce a comprendere chi dovrebbe indirizzare i detti finanziamenti e soprattutto con quale strumento normativo.

La cosa grave è che le risorse finanziare messe a disposizione sono aumentate anche per quelle successive (Delibera Commissione Bilancio e Patrimonio del Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’INAIL nella seduta del 9 febbraio 2016, in cui ha approvato il programma degli investimenti 2016/2018, assegnando una posta di euro 50.000.000,00, annualità 2016, per iniziative di cui all’art. 16 del D.L. 2016). (1^).

Sono state bloccate tutte per un mero refuso normativo.

E poi la responsabilità è quindi del Comune!

In proposito ho quindi fatto più volte istanze dirette a modificare il 2° comma del D.L. 21016, tutte cadute nel vuoto.

E’ per questo motivo che chiedo nuovamente di aggiungere questo emendamento che finalmente libera risorse bloccate, inspiegabilmente, da 7 anni.

EMENDAMENTO

All’Art. 3, D.L. 24 Giugno 2016, N. 113 aggiungere il seguente comma:

Al 2° comma dell’art. 16 del D.L. 216/2011sostituire le parole: “ai sensi del’articolo 1 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 giugno 2009, n. 77” con le parole: “dal Presidente del Consiglio”.

In attesa di un Vostro intervento per sbloccare questa annosa questione che, nella sua banalità, si trascina da anni, Vi invio

Distinti saluti.

 

De Matteis: "Soldi bloccati per calcoli politici"

"Ancora una buona occasione perduta per la nostra Città".

A dirlo è il consigliere dell'Aquila Città Aperta, Giorgio De Matteis, che incalza: "Come molti ricorderanno l'Inail aveva messo a disposizione circa  2 miliardi destinati all'Aquila. L'utilizzo di questi fondi era regolamentato da meccanismi chiari e ben definiti, che erano ben conosciuti dal Sindaco e dai suoi amici del centro sinistra che governano il Paese.  Oggi Cialente scrive l'ennesima lettera trovando ovviamente in altro da sé - in questo caso in una non ben definita burocrazia ministeriale -  l'impedimento per l'utilizzo di questi 2 miliardi di euro".

"E' l'ennesima dimostrazione dell'incapacità dell'amministrazione comunale e del governo di centro sinistra nel riuscire a dare soluzione ai problemi dell'Aquila - continua De Matteis - Infatti, dei due miliardi disponibili dal 2011, ad oggi restano utilizzabili solo circa 300 milioni di euro. Inoltre, è necessario far sapere agli aquilani che grazie a Cialente e al suo amico, l'allora Ministro Barca, si è proceduto al  ripristino dei procedimenti amministrative ordinari, al posto delle ordinanze".

"Questo ha comportato il blocco dei fondi Inail, inizialmente collegati alle ordinanze. Blocco che nessuno dei governi di centro sinistra, compreso l'ultimo targato Renzi, ha ritenuto di dover modificare ricorrendo ad un banale e semplice emendamento. E', poi, necessario rimarcare - sottolinea infine De Matteis - che la sciocchezza politica e amministrativa di tornare alle procedure ordinarie fu una scelta sostenuta e fortemente voluta da Cialente e dal suo amico Barca. Mai scelta fu più dannosa e scellerata, in quanto la decisione presa sulla base di meri calcoli politici ha comportato di fatto la fase di stallo che sta vivendo la ricostruzione e la perdita di numerose risorse finanziare, tra le quali quelle dell'Inail, che oggi sarebbero state particolarmente utili".

 

Ultima modifica il Martedì, 19 Luglio 2016 16:30

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