Mercoledì, 25 Gennaio 2017 14:20

Scuole sicure: la protesta del Cotugno e il vaso di Pandora della sicurezza di scuole ed edifici pubblici

di  Annalucia Bonanni

All'insegna dello slogan #Sicuridamorire è in corso da questa mattina la mobilitazione degli studenti del Liceo Cotugno dell'Aquila, sostenuta da genitori e insegnanti [Leggi].

La richiesta è quella di avere certezze sulla sicurezza dell'edificio scolastico di via Leonardo da Vinci che ospita tre dei quattro indirizzi della scuola, classico, linguistico e scienze umane, per un totale di circa 1200 studenti. In alternativa, si chiedono soluzioni anche provvisorie che consentano di riprendere al più presto l'attività didattica, a partire dalla chiusura del quadrimestre, di cui si parlerà in un Collegio docenti straordinario convocato per le 14 di oggi.

Le preoccupazioni sulla sicurezza dell'edificio sono emerse dopo che alcuni genitori, preoccupati già dalle scosse di fine ottobre, hanno ottenuto con richiesta di accesso agli atti alla Provincia la documentazione completa sullo studio di vulnerabilità sismica dell'edificio. Uno studio che la Provincia aveva realizzato nel 2013, ottemperando all'obbligo dell'O.P.C.M. 3274 del 2003. Questo studio, di cui sono usciti in questi giorni anche sulla stampa alcuni estratti e tabelle [Leggi qui], rileva per la maggior parte dei corpi della struttura indici di vulnerabilità sismica molto bassi, che vanno dallo 0% al 26%, di quanto richiesto dalle attuali norme affinché la struttura possa essere considerata adeguata. Solo due corpi dell'Istituto, corrispondenti ad Aula Magna e Palestra, risulterebbero adeguati.

La conclusione dello studio è che la verifica statica sarebbe soddisfatta (e nemmeno per tutti i corpi dell'edificio) solo se si dimezzassero i carichi, ma le norme in questo caso imporrebbero di destinare l'edificio ad altro uso (è bene sottolineare che si parla in questo caso di sola verifica statica, che non tiene dunque conto dei carichi dinamici come quelli di un terremoto).

In queste condizioni, anche se i sopralluoghi effettuati negli ultimi giorni da Provincia, Vigili del fuoco e Protezione civile, non hanno rilevato danni strutturali con le recenti scosse, gli studenti, sostenuti dai genitori, non se la sentono di tornare tra i banchi. Lunedì 23 gennaio, in un affollatissimo consiglio d'istituto aperto, i rappresentanti delle varie componenti scolastiche hanno chiesto che la Provincia si pronunci in merito all'agibilità della struttura tenendo conto dei dati emersi, approfondendo e completando, se necessario, lo studio sulla vulnerabilità e dando chiarezza definitiva sulla sicurezza della struttura in caso di evento sismico. Il primo giorno di ripresa delle lezioni, martedì 24 gennaio, ha visto la scuola praticamente deserta. Rappresentanti degli studenti e degli insegnati si sono recati presso gli uffici della Provincia, senza riuscire a incontrare il Presidente né ottenere alcun chiarimento dal Dirigente di Settore. Intanto, i genitori hanno inoltrato una diffida a Prefetto, presidente della Provincia, Sindaco, Dirigente ufficio scolastico e Dirigente della scuola; si dicono sorpresi e sgomenti del fatto che la Provincia fosse a conoscenza della situazione di (in)sicurezza dell'edificio e non abbia preso nessun provvedimento e invitano le autorità competenti ad adottare i provvedimenti opportuni per garantire l'incolumità a studenti e personale, riservandosi di informare la Procura della Repubblica.

Va detto che la Provincia aveva previsto già dal 2015 lavori di miglioramento sismico al Liceo Cotugno, ma, a quanto è dato sapere perché pubblicamente dichiarato dai diretti interessati, non aveva reso noti ai Dirigenti scolastici che si sono succeduti in questi anni e che sono i responsabili per legge della sicurezza, i dati in proprio possesso. Dunque né i Presidi né tanto meno la popolazione erano informati.

Vale la pena di approfondire questo punto: nel Piano delle Opere pubbliche 2015-2017 della Provincia dell'Aquila (reperibili anche sul sito dell'ente) si parla di "interventi di miglioramento sismico e adeguamento alle norme" per circa 9 milioni di euro; nel Piano del 2016-2018 viene inserita di nuovo la stima dei costi prevista per il 2017: il semplice "miglioramento sismico" è diventato "miglioramento / adeguamento sismico" e la cifra sale a 10 milioni e 700 mila euro. Vengono inoltre aggiunte due voci di spesa per altri lavori nell'anno 2016: "impianto automatico estinzione incendio nella zona archivio" per 250 mila euro e "Lavori di adeguamento strutturale ai carichi gravitazionali – corpo F" per 750 mila euro. Quest'ultima voce è particolarmente significativa: si tratta di lavori per quella parte della scuola in cui la situazione sicurezza è più critica, perché, dice lo studio di vulnerabilità sismica, neanche con la riduzione dei sovraccarichi al 50% si riesce a garantire la verifica ai carichi verticali. 

La situazione del Liceo Cotugno e il nuovo sciame sismico in corso nella zona tra Amatrice (Rieti) e L'Aquila, insieme all'allarme lanciato dalla Commissione Grandi Rischi sulla possibilità di scossa tra 6° e 7° grado, sembrano aver scoperchiato il vaso di Pandora della sicurezza degli edifici pubblici. Si susseguono in questi giorni una serie di iniziative all'Aquila e nel territorio, da parte di genitori, studenti e amministratori locali. Molti Comuni hanno chiuso sine die le scuole e in qualche caso anche gli uffici: ha iniziato il comune di Leonessa (Rieti), seguito da quello di Cerchio (L'Aquila) e di vari comuni della Valle dell'Aterno: Pizzoli, Barete, Montereale, Cagnano, Capitignano e Campotosto, tutti nell'aquilano, colpiti dalla congiunta emergenza sisma/neve. Ai comuni dell'aquilano si è aggiunto quello di Teramo che ha chiuso a tempo indeterminato le scuole.

Il problema denunciato è la mancanza di fondi per le verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, una normativa introdotta nel 2003 dopo il disastro della scuola di San Giuliano di Puglia. Oggi, a quattro anni dalla scadenza di quella legge già a suo tempo prorogata, si scopre dunque che la maggior parte dei Comuni non possono evidentemente garantire la sicurezza degli edifici pubblici, di cui non conoscono la vulnerabilità. Anche all'Aquila, la città in cui nel sisma del 2009 sono morti tanti giovani studenti tra le macerie della Casa dello Studente, nel Convitto nazionale, per non dire dei tanti fuori sede morti nelle abitazioni del centro storico, il Comune sta istruendo solo adesso le pratiche per questi studi sulle scuole di propria competenza, materne, elementari e medie.

Sembra dunque che in materia di prevenzione, dopo tanti disastri, siamo ancora all'anno zero.

Annalucia Bonanni, docente del Cotugno dell'Aquila

Ultima modifica il Mercoledì, 25 Gennaio 2017 16:25

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