Venerdì, 24 Marzo 2017 15:01

Sottoservizi, M5S: "Pareti degli scavi non protette dalle paratie"

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Non bastassero i presunti danni patiti da due aggregati del corso stretto in concomitanza con la realizzazione dei sottoservizi [leggi l'approfondimento], non bastasse la polemica a distanza tra i tecnici che hanno lavorato al restauro degli edifici e coloro che stanno realizzando la più grande opera pubblica del post terremoto [leggi qui], il Movimento 5 Stelle dell'Aquila, stamane, ha convocato una conferenza stampa annunciando interrogazioni in Regione e Parlamento "per chiedere verifiche sull'eventuale elusione di alcune specifiche realizzative previste nel progetto esecutivo".

"Già desta dubbi l'affidamento del primo stralcio di lavori con un ribasso del 41%", ha sottolineato Antonio Perrotti; "non vorremmo che l'opera pubblica, avviata in notevole ritardo, si stia realizzando con troppa fretta per motivi amministrativi ed elettorali".

"Non intendiamo entrare nel merito dei contenziosi in atto, dei torti e delle ragioni", ha aggiunto l'avvocato Fausto Corti, piuttosto "sollevare alcuni dubbi sulle modalità d'esecuzione del primo stralcio di messa in opera dei sottoservizi che, da cronoprogramma, si sarebbe dovuta concludere nel maggio 2017 e di cui, invece, non si vede la fine, con la città che resta in ostaggio di un'opera pubblica che ha tempi incompatibili con la ricostruzione".

progetto esecutivoCorti ha mostrato il progetto esecutivo per la realizzazione degli interventi [a sinistra, clicca sull'immagine per allargare] che stabilisce come "le pareti degli scavi" debbano essere "protette con i casseri", delle paratie in altre parole, "per l'armatura della trincea"; ebbene, "in centro storico non si sono mai visti", ha sottolineato l'avvocato aquilano.

Non solo: "Da progetto, laddove la situazione fosse particolarmente critica, era prevista una ulteriore misura di cautela: i casseri cassero a blindaggioa 'blindaggio down a cassone' [immagine a destra], collegati da sbarre trasversali atte a tenerli in funzione. In particolare, in via Goriano Valli, in Via Sallustio, in Corso Vittorio Emanuele". Corti ha mostrato alcune foto che sembrano svelare, però, come i casseri a blindaggio non siano stati utilizzati [vedi foto in basso]. Tra l'altro, "il progetto prevedeva venissero estratti con estrema cautela, con il riempimento di un primo strato di massimo 50 centimetri fra i casseri stessi e l'elemento prefabbricato che costituisce il tunnel, e via così, fino al piano strada, a dire l'importanza che dovrebbero avere in termini di sicurezza".

D'altra parte, il coordinatore della Scarl Gianni Frattale - in una intervista rilasciata al Notiziario della Ricostruzione [leggi qui] - spiegava come "gli scavi" dovessero eseguirsi "a blindaggio, una tecnica che serve proprio a tutelare - aveva spiegato - le fondamenta degli edifici". Frattale chiariva anche che "il tunnel" non sarebbe mai stato "a filo degli edifici, ma al centro strada". Di nuovo, le fotografie [in basso]mostrate da Corti sembrano 'raccontare' una storia diversa.

Una immagine di come dovrebbero presentarsi gli scavi e, accanto, una foto scattata dagli attivisti a 5 stelle:

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"Che i lavori possano interferire coi palazzi, è fatto noto", ha proseguito l'avvocato; "si pensi a cosa è accaduto sotto la torre di Palazzo Margherita. Il progetto strutturale era pronto e i lavori stavano per partire: la realizzazione del tunnel intelligente, a filo col palazzo, ha modificato però lo stato di tenuta del terreno e, dunque, è stato necessario rivedere il progetto, con l'allungamento dei tempi d'avvio delle lavorazioni". Ed è pure logico: "Se smuovo un terreno sodo, costipato nei secoli, ponendo un vano al di sotto del piano stradale, la struttura che poggia su quel terreno subirà inevitabilmente delle modificazioni. Ecco spiegato il motivo per cui sarebbe importante il blindaggio della trincea".

Sono state poste, dunque, alcune domande alle autorità competenti: "Se un progetto prevede un tipo di lavorazione, è tollerabile che un'impresa decida di non eseguirla? E' stato pagato l'utilizzo dei casseri oppure scomputato? Non si tratta soltanto del corretto utilizzo di denaro pubblico", l'affondo di Fausto Corti: "ci chiediamo se sia accettabile, in una città che punta alla sicurezza, che lavori di tale portata siano eseguiti senza il rispetto delle misure di tutela previste. Parliamo di un'opera che potrebbe, potenzialmente, creare danni ad aggregati appena ricostruiti con ingenti fondi pubblici. E in questo senso, che efficacia hanno le lavorazioni di restauro già eseguite essendo stata modificata la situazione del terreno? E ancora: i progetti in corso d'approvazione sono ancora idonei?".

M5S L'Aquila ha inteso sollevare anche una questione politica: "Questa vicenda la conoscono tutti", ha spiegato Corti; "la conosce il sindaco della città, la conoscono i vertici dell'assessorato alla ricostruzione, la conosce persino il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli che, tra l'altro, ha una abitazione in uno dei due aggregati a contenzioso lungo il corso stretto. E' accettabile che nessuno abbia detto nulla? Come si giustifica questo silenzio?".

"La nostra è una battaglia di trasparenza", ha aggiunto la senatrice pentastellata Enza Blundo. "La città deve sapere cosa sta succedendo, debbono esserne informati - in particolare - i proprietari delle abitazioni del centro storico. In tutti gli aspetti del post terremoto, ci sono state azioni svolte in modo poco tutelante, poco rispettoso della sicurezza e dei diritti dei cittadini: si è data precedenza e priorità ad altri ragionamenti. Non ci interessa la polemica politica", ha concluso la senatrice; "piuttosto, ci interessa sollevare un problema oggettivo, che andrà affrontato con serietà".

 

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Ultima modifica il Sabato, 25 Marzo 2017 20:54

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